Pesca come patrimonio culturale immateriale da iscrivere nella lista Unesco (Gal Veneto capofila): l’operazione prosegue

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Iscrizione della Pesca alla lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale Unesco (Convenzione del 2003) con lo scopo di condividere informazioni su come avviene, quali sono i valori che rendono una candidatura vincente, le modalità con cui costruirla e l’identificazione del focus principale. Nei giorni scorsi si è svolto un seminario sull’iter necessario.

Il presidente del Flag Veneziano- VeGAL nonché capofila di progetto, Antonio Gottardo, dopo i saluti e i sentiti ringraziamenti ai presenti, ha dichiarato la sua emozione nel far parte di questo progetto che ora sta attirando l’interesse anche di quelle realtà che inizialmente erano più fredde verso questo percorso.

“Siamo abituati a pensare alla pesca – ha proseguito Gottardo – come a un settore turbolento ma questo progetto ha come obiettivo anche di valorizzare la figura del pescatore e loro sono i primi a dirsi orgogliosi del nostro studio”. La conclusione di Gottardo si è concentrata sul concetto che pesca e turismo sono interdipendenti, così come lo sono la pesca, il territorio e il prodotto enogastronomico.

Giancarlo Pegoraro, coordinatore FLAG Veneziano, ha descritto l’architettura delle realtà che operano nel progetto: 9 FLAG di 6 regioni per un percorso iniziato nel 2017 e avviato ufficialmente lo scorso 11 maggio al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che attraverso analisi, comunicazione e coordinamento, stilerà un dossier di candidatura. A seguire sono state esposte le modalità di indagine: questionari online, ricerca bibliografica e contatti fra i Flag per raccogliere 64 schede divise in 4 differenti categorie: mestieri legati alla pesca d’acqua cultura, tecniche, attrezzature e manufatti usati nella pesca, vele e barche tradizionali e, infine, costruzioni. A queste si procede con una successiva stesura di 18 schede suddivise in 3 sotto aree: tradizione della pesca in acque basse, vita tradizionale del pescatore e artigianato legato alla marineria.

Ad Alessandra Gattei ed Endri Orlandin il compito di esplicitare le prossime azioni, teoriche e pratiche, in programma e anche di raccontarne le basi teoriche, a partire dalla definizione del patrimonio culturale immateriale dell’umanità: che è conoscenze, valori, identità, prassi, rappresentazioni e know-how. I suoi caratteri sono: tradizionalità, inclusività, rappresentatività e ruolo delle comunità.

Il dossier che ci si appresta a stilare deve essere identificabile tra uno e più domini tra: arti performative, artigianato tradizionale, conoscenze e pratiche concernenti la natura e l’universo, pratiche sociali, rituali ed eventi festivi, infine, tradizioni e espressioni orali (compreso il linguaggio come mezzo di trasmissione per l’ICH).

Si procederà con la stesura della bozza, la commissione nazionale italiana Unesco valuterà la candidatura, il Ministero della Cultura ed eventuali altre Amministrazioni competenti forniranno una valutazione di merito, il proponente perfezionerà il dossier che verrà inviato per essere vagliato e studiato dal segretariato Unesco, successivamente, potranno essere apportate eventuali integrazioni (se richieste), e a seguito della valutazione positiva della candidatura l’elemento potrà essere iscritto nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale immateriale.

Il dossier in oggetto è attualmente incentrato sulla pesca tradizionale con attrezzi artigianali in acque basse come patrimonio culturale immateriale, e comprende alcune questioni salienti che la caratterizzano peculiarmente quali la sostenibilità (prevale infatti l’impiego della forza fisica dell’uomo e l’uso di attrezzi da pesca selettivi), inoltre questo tipo di pesca è un importante presidio per contrastare alcuni fenomeni generati dai cambiamenti climatici e offre la possibilità di sfruttare in maniera sostenibile i mari e le lagune, opera su scala ridotta ed è stagionale.

Durante il proseguimento del seminario, condotto da Susanna Ravelli, si è rivelato fondamentale l’intervento di Giuseppe Ambrosio, presidente del Gruppo di lavoro UNESCO presso il Mipaaf che ha presentato il ruolo del Mipaaf nel processo di esame e valutazione delle proposte di candidatura nel patrimonio materiale e immateriale UNESCO e fornito utili consigli per una candidatura vincente. Ambrosio, infatti, ha esortato i presenti a restringere il campo di indagine perché le candidature già in essere o iscritte sono tutte molte specifiche, esclusive, omogenee e ben identificate. L’Italia ha la stragrande maggioranza di denominazioni registrate rispetto a tutti gli altri paesi e le future candidature saranno valutate anche in virtù di questo dato.

Antonella Brancadoro (direttrice dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo) ha presentato l’esperienza della candidatura della Cerca e Cavatura del Tartufo in Italia e del ruolo avuto dalla comunità nel processo, Benedetta Ubertazzi (Rete globale dei facilitatori Unesco) ha descritto nel dettaglio l’iter di selezione e di iscrizione delle candidature alla lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriali, con dovizia di esempi e raccontando buone pratiche.

Leandro Ventura (Direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, Ministero della Cultura, Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio) ha centrato il suo intervento sulla definizione, dimensione, caratteristiche, criticità e opportunità del Patrimonio Culturale Immateriale portando, tra gli altri, l’esempio del lavoro fatto e realizzato per la valorizzazione della marineria fanese.

Al termine degli interventi in programma Mauro Ferrari ha tratto le conclusioni del pomeriggio dedicato all’iter di candidatura ponendo l’attenzione sul ruolo della comunità della pesca nel processo di candidatura e nel valore dell’immaterialità dell’elemento in candidatura (la pesca).

PCP è l’acronimo di “Patrimonio Culturale della Pesca” e coinvolge i Gruppi di Azione Locale della pesca (FLAG) italiani che intendono avviare l’iter di candidatura del Patrimonio Culturale della Pesca per l’iscrizione alla Lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO (Convenzione del 2003). Nei mesi scorsi sono stati censiti tantissimi beni materiali e immateriali che connotano il comparto della pesca ed i suoi protagonisti quali detentori di un grande Patrimonio collettivo delle comunità costiere. I territori coinvolti sono 9 FLAG: GAC FVG; VeGAL (capofila), GAC Chioggia Delta del Po; Costa Emilia-Romagna; Costa Pescara, Costa Blu, Costa dei Trabocchi; Marche Nord; Golfo Etruschi di 6 Regioni: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo, Marche, Toscana.