Doppio dissesto di BPVi e Veneto Banca, parte II: crediti facili, aumenti di capitale con baciate, controlli inadeguati

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BPVi e Veneto Banca
BPVi e Veneto Banca

Il doppio dissesto di Banca Popolare di Vicenza (BPVi) e Veneto Banca (qui “Banca Popolare di Vicenza. La cronaca del processo”, il libro/documento sul primo grado da noi pubblicato, e su ViPiu.it tutte le udienze di I° e II° grado dei due processi, ndr) ha comportato perdite per circa 13.5 miliardi di euro, a carico di 210.000 azionisti per l’azzeramento del valore delle azioni (11 miliardi), nonostante 4 miliardi di patrimonio immessi negli ultimi tre anni a Vicenza e Treviso e incluso il doppio aumento di capitale per due miliardi e mezzo complessivamente sottoscritto dal fondo Atlante I (le cui quote maggiori erano detenute da Intesa Sanpaolo e Unicredit e, poi, diventato, insieme al quasi gemello Fondo Atlante II, gestore di NPL), dopo aver portato a 10 centesimi il valore dei singoli titoli delle due ex Popolari venete.

Prosegue, con questa seconda parte, una serie di articoli (qui tutti, ndr) per ricostruire l’accaduto in maniera sintetica, “qualitativa” ma anche quantitativa, per lasciare una traccia complessiva e comprensibile, anche se non esaustiva perché troppe cose tribunali e Commissione di Inchiesta non hanno forse considerato con la dovuta attenzione oppure sono stati limitati nel farlo dai loro vincoli giuridici e istituzionali.

Riprendiamo la “narrazione” dopo la I parte. “Il doppio dissesto di Banca Popolare di Vicenza (BPVi) e Veneto Banca, un flop ‘diretto’ da 13.5 mld: parte I“.

Le due banche venete, anche perché costrette, di fatto come tutte le altre, dalle autorità di vigilanza e da normative sui coefficienti patrimoniali vieppiù stringenti, a fronte delle prime difficoltà e dell’emersione delle prime perdite, effettuano aumenti di capitale sia attraverso emissioni azionarie sia attraverso emissioni di prestiti subordinati.

In molti casi con riferimento a tali aumenti sono emerse criticità che hanno dato luogo a procedimenti sanzionatori amministrativi da parte di Consob e Banca d’Italia. Tali criticità, pur diverse tra loro attenevano allo scopo di mostrare, quand’anche non raggiunto, il rispetto dei coefficienti patrimoniali imposti dalla normativa. Sono, cioè, modalità di aggiramento delle regole di vigilanza che, individuate in ritardo, saranno le cause indotte di aggravamento della crisi.

Da ultimo, man mano che emergono perdite su crediti sempre più rilevanti subentra una grave crisi di fiducia che porta a crisi di liquidità gravi che conducono al dissesto e a soluzioni, seppur differenziate, delle crisi.

Le due banche venete Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca

Le problematiche relative alle due banche, presenti già da tempo in entrambi gli istituti, emergono nella loro gravità nel 2014-15 anche per gli effetti della seconda lunga recessione che è stata particolarmente pesante in Veneto. Le cause e le manifestazioni della crisi di queste due banche inoltre possono considerarsi “gemelle”. Ancora una volta le maggiori criticità riguardano: i) forti carenze della governance, dovute ad un modello basato sull’autoreferenzialità dei vertici aziendali; ii) modalità di erogazione del credito deboli come fattori specifici di crisi di queste due banche, iii) problematiche relative alla valutazione del prezzo delle azioni;  , iv) da ultima l’emersione di pratiche scorrette di ricapitalizzazione nonché di gestione del Fondo Azioni Proprie, attuate attraverso le cosiddette operazioni “baciate”.

Si tratta di due banche popolari non quotate ad azionariato diffuso, di dimensioni rilevanti, tanto da dover passare alla fine del 2014 sotto la vigilanza diretta di BCE.

Nel periodo 2007-2011 entrambe le banche crescono molto più del sistema, attuando una politica tipica di molte banche del territorio. A tal fine ampliano la base sociale, incrementando il capitale mediante emissione di azioni destinate anche a nuovi soci. Le ispezioni compiute in questo periodo rilevano per entrambe le banche, ma solo parzialmente, alcune carenze e anomalie in tutte le fasi del processo creditizio che tuttavia non sembrano ai controllori causa di conseguenze particolarmente negative sulla qualità del portafoglio crediti.

Veneto Banca, ad esempio, in questi anni, attua una sostenuta politica di acquisizione di altre banche a carattere locale, tra cui Banca Popolare di Intra, Banca Italiana di Sviluppo, Banca Apulia, Cassa di Risparmio di Fabriano. Nel 2010 inoltre vengono rilevati da Banca d’Italia elementi indicativi della possibile sussistenza di un controllo non autorizzato di VB su BIM nella forma dell’influenza dominante, a cui, all’esito di approfondimenti, fece seguito una formale istanza da parte di VB per l’acquisizione del controllo di BIM.

Le criticità nel portafoglio prestiti si materializzano gradualmente a seguito della crisi del debito sovrano e della conseguente nuova recessione. A partire dal 2013 anche BPVi e VB, come il resto del sistema bancario, avviano una riduzione delle erogazioni creditizie che prosegue in maniera più marcata negli anni successivi.

In questi anni le ispezioni si focalizzano sulla verifica della qualità del portafoglio crediti delle due banche mediante accertamenti mirati che si svolsero per BPVI da maggio a ottobre 2012 e per Veneto Banca da gennaio ad agosto 2013. Entrambe le aziende saranno nuovamente sottoposte ad accertamenti ispettivi nel primo semestre 2014 nell’ambito del Comprehensive Assessment.

L’esercizio di stress test che si svolge da gennaio a ottobre 2014 fa emergere per entrambe le banche uno shortfall patrimoniale (682 mln per BPVi e 714 mln per VB). Tra la data di riferimento dell’esercizio (31 dicembre 2013) e la pubblicazione dei risultati tutte e due le banche effettuano misure di rafforzamento di capitale che sanavano lo shortfall.

Tuttavia, verrà poi tardivamente accertato dalla vigilanza, tali aumenti erano solo in parte computabili nel patrimonio per effetto della rilevanza di “operazioni baciate” che avrebbero dovuto essere portate a detrazione del patrimonio e che non erano state dedotte.

In questa fase prese definitivamente avvio la spirale negativa che porta rapidamente al dissesto.

Segue…

Avv. Fulvio Cavallari, presidente di Adusbef Veneto

Giovanni Coviello, direttore di ViPiu.it