Il Santuario di Monte Berico e la Madonna che salvò i vicentini dalla peste del Seicento

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Il Santuario di Monte Berico a Vicenza. Foto: Marta Cardini
Il Santuario di Monte Berico a Vicenza. Foto: Marta Cardini

Il Santuario simbolo della città di Vicenza è la chiesa di Monte Berico, che domina la città dall’omonimo colle e la protegge con la sua Santa patrona: la Madonna di Monte Berico. La Basilica è spesso meta di turisti italiani e stranieri. La basilica è il risultato dell’integrazione di due chiese: la prima quattrocentesca in stile gotico, la seconda, della seconda metà del Seicento, è una basilica in forme barocche. Nel maggio del 1904 papa Pio X l’ha elevata al rango di basilica minore. Qui vivono i frati “I Servi di Maria”. L’intero complesso della basilica è visibile, risalendo il colle, dal giardino di Villa Guiccioli, sede del Museo del Risorgimento e della Resistenza.

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L’interno della chiesa. Foto: monteberico.it

La facciata

Quando si arriva in cima al colle, è possibile parcheggiare la macchina nel parcheggio con vista sulla città. La chiesa appare con le sue facciate molto simili su tre lati. Sulla facciata verso i portici (prospetto orientale) nella cornice del lunotto campeggiano le statue della Fede e della Speranza. Il registro superiore presenta statue di santi particolarmente venerati a Vicenza, tra cui il medico Leonzio martirizzato nel 307, Carpoforo e Gaetano Thiene e santi della tradizione, tra cui sant’Antonio da Padova e Maria Maddalena. Nel registro inferiore sono collocate quelle di san Sebastiano, san Vincenzo, san Rocco e san Filippo Benizi. Sopra il portale è rappresentata la Vergine che appare a Vincenza Pasini, opera di Orazio Marinali.

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Il panorama su Vicenza visto dal parcheggio del piazzale del Santuario. Foto: Marta Cardini

L’interno

Appena si entra, si rimane coliti dalla ricchezza delle opere d’arte di alcuni importanti artisti, tra le quali la Vergine con i quattro evangelisti e il Battesimo di Cristo, entrambi di Alessandro Maganza. L’interno è suggestivo. Passando per la navata sulla destra, è possibile raggiungere il retro dell’altare, dove è collocata la Madonna a cui chiedere le “grazie”. Si passa silenziosamente e si tocca l’effigie della madonna con una mano, per poi continuare a pregare silenziosamente. Scendendo poi sotto la chiesa si possono ammirare il chiostro gotico e il refettorio dei frati.

La nicchia della Madonna dietro l’altare è incorniciata dentro un’edicola dipinta sullo sfondo con un manto decorato, sorretto da angeli. Sotto la statua è collocato un grande tondo d’argento, decorato con un bassorilievo che rappresenta ancora l’apparizione della Vergine a Vincenza Pasini. A fianco vi sono due bassorilievi marmorei che raffigurano Vincenza Pasini e i soldati offerenti dopo la prima guerra mondiale.

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La statua della Madonna dietro l’altare. Foto: https://www.monteberico.it/

La Madonna che salvò dalla peste

La Madonna di Monte Berico è nota per aver salvato i cittadini dalla peste del Seicento. Nel giugno del 1630 il Consiglio comunale di Vicenza proponeva infatti una oblatione alla Vergine di Monte Berico per supplicarla con il più vivo e riverente affetto “che sia possibile che interceda alla misericordia divina, che ci preservi dalli imminenti pericoli di peste e di guerra che ci sovrastano”. Incombeva infatti la guerra di Mantova e, a quel tempo, gli eserciti spesso trascinavano con sé l’epidemia. Puntualmente, questa si fece sentire in città nel successivo mese di agosto. Cessata la peste, i maggiorenti del Comune in accordo con i Serviti decisero di ingrandire il tempi. Ottenuti i finanziamenti, si procedette a eliminare l’aggiunta palladiana, in favore di un edificio più ampio i cui lavori si svolsero tra il luglio 1688 e il dicembre 1703. Nel corso del secolo si susseguirono altri lavori, come la decorazione scultorea, la sistemazione degli altari e la gradinata davanti al prospetto settentrionale.

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Il santuario di Monte Berico visto da Villa Giuccioli. Foto: Marta Cardini

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Fonte: Il Santuario di Monte Berico e la Madonna che salvò i vicentini dalla peste del Seicento , L’altra Vicenza