Imprenditori campani indagati a Vicenza per reati ambientali e fatture false: operazione dell’Antimafia di Venezia

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8 imprenditori sono indagati a Vicenza dalla Dda di Venezia per reati ambientali e fatture false. Al termine di indagini svolte dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Vicenza è emerso un gruppo criminale organizzato, composto principalmente da imprenditori e loro prestanome di origine campana, dedito al traffico illecito di rifiuti e alla commissione di numerosi reati fiscali.

Nel mirino degli investigatori una società di Montebello Vicentino e con sede operativa a Gambellara, operante nel settore dell’abbigliamento e rappresentata da un soggetto di origini campane, pluripregiudicato per reati di varia natura.

In un capannone industriale dell’impresa sono stati sequestrati 410 bancali di materiale plastico dal peso di 587 tonnellate potenzialmente pericoloso perché poteva contenere materiale tossico e due macchinari utilizzati per la triturazione della plastica.

Questi rifiuti, provenienti da una ditta con sede a Schio di raccolta di rifiuti solidi non pericolosi, invece di essere smaltiti giacevano nella sede operativa di Gambellara. ( soggetti sono stati quindi denunciati a vario titolo alla Dda di Venezia per attività di gestione di rifiuti non autorizzata, traffico illecito di rifiuti, violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri e dei formulari.

Sempre nell’ambito degli accertamenti sono state inoltre scoperte fatture per operazioni inesistenti per oltre 33 milioni di euro e un’evasione dell’Iva per oltre 7 milioni di euro.

Le indagini dirette dalla Procura distrettuale di Venezia sono state svolte dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Venezia.

Al termine delle stesse sono stati notificati avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti degli 8 imprenditori campani operativi nella provincia di Vicenza, indagati nell’ambito dell’operazione congiunta condotta con la Squadra Mobile della Polizia di Stato di Vicenza. 

Si rappresenta che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.