Invalido per un tombino, dopo 23 anni Comune Schio condannato a risarcire

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tombino
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La sentenza della Corte d’Appello di Venezia, successiva ad una sentenza di rinvio pronunciata dalla Corte di Cassazione, ha stabilito che il comune di Schio dovrà risarcire il danno a Roberto Collareda, 53enne di Schio che nel 1997 rimase gravemente invalido in seguito ad un incidente con il motorino. Lo rende noto lo studio Giesse Risarcimento Danni, specializzato nella tutela dei danneggiati da incidenti stradali gravissimi, che, con il contributo dei suoi legali fiduciari, li ha accompagnati lungo il complesso iter giudiziario. L’incidente risale alle ore 13 del 5 ottobre del 1997. Roberto, allora trentenne, percorreva in sella al suo motorino Piaggio Ciao via Cristoforo, nel centro abitato di Magrè di Schio, con direzione di marcia Schio-Magrè. Ad un certo punto perdeva completamente il controllo del Ciao perché urtava con la ruota anteriore un tombino della rete fognaria che si trovava al centro della carreggiata ed era rialzato rispetto al manto stradale di circa otto centimetri. In seguito all’urto Roberto cadeva pesantemente a terra e si procurava gravissime lesioni personali dalle quali non sarebbe più purtroppo guarito. Tali lesioni lo lasciavano, dopo dodici mesi di cure e grande sofferenza, in uno stato di gravissima invalidità, tale che da quel momento in poi la sua vita necessita di assistenza costante e della presenza di un tutore, la mamma Lucia Anna Maria, che ancora oggi, a 73anni, lo assiste amorevolmente.

Nel 2014 il giudice di primo grado del Tribunale di Vicenza, nella causa intentata contro il comune di Schio, rigettò completamente la domanda di risarcimento. Successivamente, invece, la Corte d’Appello di Venezia ravvisò una responsabilità concorrente del ragazzo e del Comune proprietario della strada, condannando quest’ultimo a risarcire il danno. La responsabilità concorsuale venne confermata nel 2019 anche dalla Corte di Cassazione. Infatti, anche se il ragazzo si mise in sella al motorino con un tasso alcolemico nel sangue sensibilmente superiore al consentito, dalla ricostruzione dell’incidente effettuata grazie alla consulenza tecnica dell’ing. Corrado Friserio, emerse che anche un soggetto in normali condizioni psicofisiche non sarebbe riuscito a superare, senza cadere, l’ostacolo non segnalato né avvistabile.

“È una vittoria che tanto abbiamo atteso – commenta in una nota Massimo Gottardo, responsabile della sede Giesse di Vicenza – . Purtroppo, come spesso accade in Italia, ci sono voluti molti, troppi anni per giungere a questo importante risultato, di cui siamo estremamente soddisfatti, anche e soprattutto in considerazione del fatto che, in primo grado, il giudice aveva completamente rigettato la domanda di risarcimento rivolta al comune di Schio: in molti, a quel punto, si sarebbero fermati, anche in ragione delle elevate spese legali che si sarebbero dovute sostenere. Invece, d’accordo con la famiglia Collareda e forti dell’esperienza maturata in oltre 25 anni di attività, abbiamo tenacemente insistito e, alla fine, le ragioni del povero Roberto sono state riconosciute”.