Invaso sul fiume Astico, dalle aule giudiziarie stop all’opera: accolto ricorso dei comuni di Sandrigo, Montecchio Precalcino e Breganze

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invaso sul fiume Astico

Il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma ha accolto il ricorso, presentato dai Comuni di Sandrigo, Montecchio Precalcino e Breganze, per l’annullamento della proroga del Provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale relativa alla costruzione dell’invaso sul fiume Astico.

È uno stop all’opera, come riporta Il Corriere del Veneto nella sua versione online in un articolo che non manca di sottolineare come questo aggiornamento faccia da contrasto all’importanza e all’utilità dei bacini di laminazione, dimostrata anche nei giorni scorsi nell’attenuare gli effetti del maltempo nel vicentino.

Dal presunto costo di 35 milioni di euro, l’invaso sul fiume Astico è stato osteggiato da comuni e comitati di cittadini a causa di temute ripercussioni ambientali: da qui l’opposizione alla stessa nelle aule giudiziarie concretizzatasi nel 2022 con l’impugnazioned della proroga del Provvedimento di Via, quest’ultimo risalente al 2016 e scaduto nel 2021.

Su il CdV, Francesco Brun scrive: “Delle sette obiezioni presentate dagli enti, il Tribunale ne ha accolte tre. La prima si basa sul mancato rinnovo dell’autorizzazione paesaggistica nel Provvedimento, dato che nel frattempo era scaduta. Un’altra obiezione riguarda il cambio dei presupposti per quanto riguarda l’impatto ambientale dal 2016 a oggi, in quanto allora non è stato possibile tenere conto delle nuove prescrizioni del Piano Regionale anti Alluvioni così come quelle del Piano di Tutela delle Acque. Infine, il terzo vizio di legittimità è inerente alla situazione ambientale dell’area, principalmente riguardo due aspetti: il primo interessa alcuni pozzi di captazione idrica destinati agli acquedotti che sorgono in zona, il secondo è relativo al fatto che l’area dell’invaso si trova al confine con un’ex discarica di rifiuti”.

Questa, in merito, la posizione di Gianpaolo Bottacin, assessore all’Ambiente della Regione Veneto: “È oggettivo – ha detto – che lì dobbiamo costruire un bacino per trattenere 14 milioni di metri cubi. È un indicazione che ci viene data sia dall’Università di Padova che dall’Autorità di Bacino, quindi dal Ministero. Visto anche quello che è successo recentemente, è evidente che noi non ci fermiamo, stiamo leggendo la sentenza e valutando il ricorso, perché non si tratta di una sentenza in giudicato”.

Fonte: Il Corriere del Veneto