Lavoro, mancanza di sicurezza e sfruttamento dei lavoratori: il convegno alla Festa provinciale di Rifondazione Comunista di Vicenza

Emilio Franzina, autore di "America Sorella? Italiani e italo discendenti tra USA, Brasile e altre Americhe" ha presentato il suo libro prima del convegno "LAVORO, Sangue e sudore: dal caporalato allo sfruttamento globale"

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sicurezza sul lavoro, Rifondazione comunista, ottobre rosso
Coviello, Langella, Zanella, Coin e Benvegnù al convegno "LAVORO: Sangue e sudore: dal caporalato allo sfruttamento globale"

Lavoro, ricattabilità e sicurezza sono stati i grandi temi del convegno “LAVORO: Sangue e sudore: dal caporalato allo sfruttamento globale” tenutosi ieri sera nella Casa del Popolo – Circolo ARCI di Santorso (VI), (in Via Malga Zonta), nell’ambito della Festa provinciale di Rifondazione Comunista “OTTOBRE ROSSO”, che prosegue oggi e domani come da programma (in fondo* quello di domani)

Dopo una cena con tanti partecipanti – si sono definiti “proletari” i cuochi volontari, bravissimi in cucina, un po’ meno nel… servizio, al tavolo si sono seduti i relatori: Gabriele Zanella, segretario regionale PRC; Monica Coin, CGIL Fp area Radici del sindacato; Giorgio Langella, dipartimento nazionale lavoro del PCI; Paolo Benvegnù, responsabile nazionale lavoro PRC.

Dopo il benvenuto di Silvia Stocchetti, segretaria provinciale di Rifondazione, che ha anche confidato che pronunciare il termine “festa” stona con i drammi in corso, in primis a Gaza, a condurre il dibattito c’era Giovanni Coviello, direttore di VicenzaPiù e ViPiu.it., già presente all’incontro delle 18 con Emilio Franzina, autore di “America Sorella? Italiani e italo discendenti tra USA, Brasile e altre Americhe” (acquistabile qui online, su Amazon e in libreria, ndr), che ha destato un grande interesse anche a Santorso, dove fino a domenica potrà essere acquistato a 10 euro invece che 12 con un ulteriore contributo elargito agli organizzatori dall’editore.

Tornando alla serata, la giornata di ieri è segnata dallo sciopero generale pro Palestina e di solidarietà alla Global Sumud Flotilla, che ha portato più di due milioni di persone a manifestare nelle città, con una composizione generazionale varia.

Ha esordito Gabriele Zanella portando i saluti di Monica Michielin, mamma di Mattia Battistetti, il giovane morto sul lavoro nel 2021 a 23 anni, presso il cantiere edile di Montebelluna dove operava, schiacciato da un carico di 15 quintali. Il PCI è presente alle udienze del caso, forte dell’idea che la pressione popolare possa aiutare non solo la famiglia, ma anche la modifica dello stato delle cose: parliamo di gru non manutentata, azienda che lavorava in subappalto, nessun tipo di controllo sulle attrezzature né sui lavoratori e negligenza del datore.

“La ricattabilità del mondo del lavoro è un portato di 30 anni di precarizzazione progressiva, di appalti, di subappalti, di lavoratrici e lavoratori che vengono tenuti in sospeso con contratti rinnovati di tre mesi in tre mesi, casi di caporalato, in condizioni salariali pessime e in una costante condizione di ricattabilità, di cui sono ovviamente responsabili tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi trent’anni” commenta Zanella.

La parola passa a Monica Coin, ispettore del lavoro e quindi testimone diretto delle condizioni dei lavoratori e dello status delle aziende. Dal caso più grave del lavoro nero che vale in Veneto un giro d’affari di 4,6 miliardi, in cui i lavoratori sono privi di assicurazione, di formazione e di salario contrattualizzato, fino al caporalato che, contrariamente a quanto si pensa, è un problema anche nel Veneto e non più solo nel settore agricolo. Si passa poi all’appalto che risulta essere un ricatto da parte del committente verso un’azienda i cui dipendenti vengono pagati secondo il contratto più vantaggioso per il datore, ma più svantaggioso dal punto di vista salariale (tipico nel terziario). Strettamente connesso è il caso del lavoratore con alte competenze ma inquadrato a livello inferiore. Coin termina ricordando anche i casi in cui il lavoratore opera molte ore in più rispetto a quanto dichiarato in busta paga: “Tutto questo ci dà un panorama di ricattabilità che mette a rischio i lavoratori, perché il problema della sicurezza è strettamente legato alla tutela sociale e alla tutela legale dei lavoratori dal punto di vista dei diritti sociali”.

La mancanza della sicurezza sul lavoro è l’effetto di qualcosa di molto più grande. È ormai “normale” la mancanza di sicurezza. Stiamo acconsentendo al fatto che il lavoro è quello che ci troviamo davanti oggi: precario, intermittente, con lavoratori senza diritti o che si vedono i diritti negati” comincia Giorgio Langella. L’Inail, quando computa le denunce che riceve, non fa distinzione tra infortunio o morte sul lavoro e in itinere, fermo restando poi che molti sfuggono dai conteggi perché, lavorando in nero, è come se non esistessero Cè solo l?osservatorio di Bologna dei morti sul lavoro che dà numeri completi grazii alla sua rete capillare di segnalazione. I dati al 30/09/2025 raccontano di una situazione drammatica con 762 morti per infortunio, che salgono a 1100 se si considera anche l’itinere; in Veneto, Vicenza è al primo posto con 15 morti, e la nostra regione in Italia è seconda solo alla Lombardia. Necessario, secondo Langella, ripensare al mondo lavoro e progettare un sistema alternativo, affrontando i problemi che ci sono: “è una battaglia che sto facendo anche all’interno del partito, che è necessario costruire una politica culturale, aggredire il pensiero unico e riuscire a educare alla necessità di avere un pensiero critico”.

In chiusura, Paolo Benvegnù ha ricordato l’attuale processo contro Fincantieri, i cui lavoratori venivano pagati sulla base della “paga globale”, ovvero 5,60€ all’ora, chidendo la restituzione dell’extra: “La procura che ha avviato il procedimento ha dichiarato che la base della condizione di ricatto in cui si trovavano gli operai è il legame che esiste tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro[…] Il capitalismo si riproduce sfruttando la forza lavoro, a causa dei rapporti di forza che in momenti come questo permettono lo schiacciamento dei lavoratori su condizioni disumane” ricorda Benvegnù.

In Marocco si stanno svolgendo enormi manifestazioni, a cui partecipano giovani e donne, contro il governo che sta spendendo denaro per la costruzione di stadi per i prossimi Mondiali e non investono per scuole o altri progetti pubblici, conclude il responsabile nazionale lavoro PRC che ha spesso richiamato passaggi del “Capitale” di Karl Marx.

Ultimo spunto di riflessione: l’avanzamento delle tecnologie (tra tutte l’AI) migliora davvero le condizioni di vita di tutti noi?

Non ci sono state risposte e non ci potevano essere ieri sera anche perché uno dei cuoochi/organizzatori, dopo un’ora e mezza di relazioni e domande, ha invitato con simpatica e… proletaria decisione il conduttore a pasasre microfoni e altroparlanti al gruppo musicale, il GeriaTrio, che si doveva e voleva esibire per chiudere degnamente la giornata anche con loro interpretazione di Bella Ciao.

*FESTA DI RIFONDAZIONE COMUNISTA | OTTOBRE ROSSO | DOMENICA 5 OTTOBRE | ULTIMO GIORNO | SANTORSO | CASA DEL POPOLO | VIA MALGA ZONTA

L’ultima giornata di Ottobre Rosso, la festa di Rifondazione Comunista, vuole unire memoria, lotte sacrosante per la Palestina e internazionalismo.
Si inizia al mattino, ore 10.30, con la presentazione del libro Il bivio di Dino Greco, scrittore e giornalista: un’immersione nell’epoca della “strategia della tensione” e dello stragismo di Stato. È un’analisi serrata sul piano di eversione atlantista, l’“ombra atlantica”, che ha pervaso tutti gli eventi di questo disgraziato Paese: dai falliti golpe (Borghese, De Lorenzo, Sogno), alla stagione delle Brigate Rosse, fino al caso Moro.

Dopo il pranzo popolare di autofinanziamento del partito, il pomeriggio sarà completamente attraversato dalla Palestina, con profonde e toccanti testimonianze dirette di chi resiste sotto occupazione in prima persona. Ci saranno collegamenti internazionali con testimoni e attivisti dalla West Bank, dai campi profughi e dall’Europa, fra cui

Mohammed Alatar
Documentarista e attivista palestinese, Mohammed Alatar usa il cinema come strumento di resistenza e verità. Con opere come Il muro di ferro e Jerusalem… The East Side Story, denuncia l’occupazione e l’apartheid israeliano, dando voce al popolo palestinese e ai suoi diritti negati. Il suo lavoro rompe la narrazione dominante e trasforma il cinema in un’arma di giustizia e dignità.

Faisal Saleh
Fondatore del Palestine Museum US, Faisal Saleh difende la memoria e l’identità del suo popolo attraverso l’arte e la cultura. Esule della Nakba, ha costruito un luogo dove la Palestina vive e resiste in ogni opera, parola e colore. Il suo impegno afferma che la cultura è parte integrante della lotta per la libertà e la giustizia palestinese.

Richard Boyd Barrett
Deputato irlandese e leader di People Before Profit, Richard Boyd Barrett è una voce coraggiosa della solidarietà internazionale con la Palestina. Da decenni denuncia l’apartheid israeliano e il doppio standard dell’Occidente, chiedendo sanzioni e boicottaggi contro lo Stato occupante. È un punto di riferimento del movimento globale per la libertà del popolo palestinese.

Imad Jarrar
Palestinese di Jenin, intellettuale e attivista politico, Imad Jarrar è una voce lucida contro il progetto coloniale sionista. Con profonda conoscenza delle dinamiche politiche e militari in Cisgiordania, analizza e denuncia l’aggressione israeliana e i piani di annessione. La sua parola è arma di resistenza e consapevolezza.

Fadi A. Thabet
Fotografo di Gaza, Fadi A. Thabet racconta con forza e umanità la vita che resiste sotto le bombe. Le sue immagini gridano la verità di un popolo che non si arrende, trasformando il dolore in testimonianza e bellezza. Con la mostra Là dove resiste la vita, ci ricorda che guardare Gaza è un atto politico e di coscienza.

Shokri Hroudi
Responsabile logistico della Freedom Flotilla Italia e della Freedom Flotilla Coalition, Shokri Hroudi è parte del movimento internazionale che sfida l’assedio di Gaza via mare. La sua voce e la sua azione rappresentano la solidarietà concreta dei popoli contro il blocco e l’ingiustizia. La Freedom Flotilla porta un messaggio chiaro: la libertà della Palestina è una causa di tutta l’umanità.

Thea Gardellin
Attivista e studiosa dei processi internazionali, Thea Gardellin si occupa da anni dei diritti del popolo palestinese e delle lotte contro l’occupazione sionista della Palestina. Porta nelle piazze e nei dibattiti la prospettiva di un’alternativa radicale.

A metà pomeriggio proietteremo il film No Other Land, che ha vinto un Oscar come miglior documentario, diretto da un team di giovani registi palestinesi e israeliani, e che il sindaco di Marostica ha rifiutato di proiettare. NO OTHER LAND è opera di un collettivo israelo-palestinese che ha filmato, tra il 2019 e il 2023, le operazioni di espulsione forzata degli abitanti di Masafer Yatta in Cisgiordania da parte dell’esercito israeliano. Basel Adra, giovane regista palestinese, scopre grazie a questo progetto la possibilità di avere un grande amico israeliano, si tratta del giornalista Yuval Abraham. Un’amicizia che si oppone all’odio distruttivo tra i due popoli.

Alle 20 il dibattito conclusivo metterà al centro la crisi del sistema capitalistico, le guerre e la resistenza dei popoli, con compagne e compagni impegnati sul fronte della pace e della trasformazione sociale.
Una domenica di lotta, solidarietà e costruzione collettiva: per un mondo senza guerre e senza sfruttamento. Relatori e relatrici, oltre ai già citati Thea Gardellin e Imad Jarrar, sarà presente Maurizio Acerbo, Segretario nazionale di Rifondazione Comunista, voce di riferimento della sinistra di classe in Italia. Maurizio Acerbo è da sempre in prima linea contro guerre, precarietà e devastazione ambientale provocate da un sistema economico capitalista ormai fuori controllo, che ci sta spingendo verso l’apocalisse del riarmo e della guerra.

Conduce il dibattito Giovanni Coviello, giornalista, direttore di VicenzaPiù e ViPiu.it.