Le megastrutture del ponte di Genova zincate dall’azienda vicentina Bordignon Group

C’è un’anima veneta sul Polcevera: il tunnel sotto l’asfalto è stato realizzato dal Bordignon Group. Il titolare: “Orgogliosi di aver realizzato un progetto lungo più di un chilometro”

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L’ultima campata del nuovo ponte sul Polcevera è stata appena posizionata. In tutto erano diciannove, insieme hanno formato il nuovo ponte progettato da Renzo Piano, lungo 1.067 metri. Dovrebbe essere aperto alla circolazione già a metà luglio, meno di due anni dal crollo del vecchio ponte Morandi. Ebbene, dietro a questa mega opera c’è un team che tra il Veneto e il Trentino sta testando il futuro mondiale della zincatura a caldo.

Per realizzare il vano che corre sotto l’asfalto e che sarà utilizzato a fini tecnici è stato infatti coinvolto Bordignon Group, gruppo industriale vicentino, che ha realizzato i lavori presso Zincheria Seca, con sede ad Ala, in provincia di Trento. L’appalto è arrivato direttamente dalla Fincantieri Infrastructure Spa, che ha costruito i pezzi della struttura nello stabilimento di Valeggio sul Mincio, nel Veronese, col quale Bordignon Group collabora da decenni.

In concreto, sono state zincate a caldo 350 tonnellate di acciaio, che insieme hanno composto un cunicolo lungo più di un chilometro, una passerella nascosta tra la struttura portante e l’asfalto. Avrà un ruolo nevralgico per la vita del Ponte di Genova: potrà contenere ad esempio tubature di vario genere e servirà ai tecnici per i controlli. Per farlo, si è proceduto a dividere il chilometro da zincare in un centinaio di pezzi da circa dieci metri l’uno, che sono poi stati assemblati a Trento negli ultimi cinque mesi prima di venir trasportati a Genova e montati.

“Per noi è stato motivo di orgoglio aver contribuito alla realizzazione del ponte sul Polcevera”, dice Walter Bordignon, titolare di un’azienda che fattura 35 milioni di euro e impiega 200 persone capaci di zincare a caldo oltre 100 mila tonnellate all’anno grazie alla vasca di zincatura più grande d’Europa, costruita nel 2014 per megastrutture come ponti autostradali e ferroviari. “Il modello di Genova sia l’apripista per rendere eterne le grandi opere, dove la zincatura a caldo, che protegge la struttura dalla corrosione senza manutenzioni per oltre quarant’anni, viene usata solo di rado. Anche per questo continuiamo ad investire in un progetto di ricerca, in collaborazione con l’università di Trondheim in Norvegia: vogliamo introdurre il giunto zincato a caldo nelle normative e negli Eurocodici”.

L’obiettivo del gruppo industriale è cambiare il paradigma con cui vengono realizzate le grandi opere: bisogna ridurre le manutenzioni e per farlo la zincatura a caldo è l’unica soluzione. Una volta che la normativa avrà accettato questa innovazione, nel Vicentino le mega strutture potranno essere zincate in un pochissimo tempo: saranno immerse nella vasca che contiene zinco fuso più grande d’Europa, mantenuta 365 giorni all’anno a 450 gradi di temperatura. La vasca misura 16,5 metri in lunghezza, 2,8 in larghezza e 3,4 in profondità e può contenere fino a 1.119 tonnellate di zinco fuso. Per intenderci, il peso di quattro Airbus A380.

“La zincatura a caldo adesso è nel cuore del Ponte di Genova, ma in precedenza avevamo già realizzato il sovrappasso autostradale Vadena sulla A22 del Brennero, a sud di Bolzano, impalcato lungo 47 metri e largo poco meno di 19”, conclude Bordignon. “Evitando interventi di restauro si inquina meno. Ogni tonnellata di acciaio zincata a caldo garantisce infatti un risparmio annuo di 1,66 tonnellate di petrolio, 4,11 chili di anidride carbonica e 68,33 di anidride solforosa. Questa è la tecnologia del futuro per ponti stradali e ferroviari”.

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