Legambiente alla “Marcia Stop Pesticidi” tra Cison di Valmarino e Follina (TV) contro sostanze chimiche per un futuro più sano

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Trattori che irrorano pesticidi
Trattori che irrorano pesticidi

Anche Legambiente è scesa in piazza oggi mercoledì 1° maggio per unirsi alla “Marcia Stop Pesticidi” tra Cison di Valmarino e Follina, in provincia di Treviso. Un’iniziativa importante di mobilitazione della cittadinanza a cui Legambiente aderisce con convinzione attraverso la partecipazione dei Circoli di Sernaglia della Battaglia, Vittorio Veneto, Maserada sul Piave e Treviso per la difesa degli habitat naturali e della biodiversità del territorio dalle derive delle sostanze chimiche causate da eccessivi trattamenti e chiedere maggiori controlli e adeguate sanzioni per le pratiche fuorilegge.

Il corteo, partecipato, plurale e determinato, ha ribadito oggi il proprio impegno nella lotta contro l’uso massiccio di pesticidi in agricoltura e chiesto uno stop all’espansione delle monocolture che accelerano l’impoverimento e la desertificazione dei suoli.

Per Legambiente, è stata l’occasione anche per rilanciare i dati del report “Stop pesticidi nel piatto”, documento unico del suo genere che fotografa, nel complesso, la situazione relativa alla presenza di fitofarmaci negli alimenti che ogni giorno portiamo sulle nostre tavole. Il report 2023, nonostante qualche dato timidamente incoraggiante rispetto al passato, evidenzia una situazione ancora molto complessa, che necessita di una ulteriore e concreta spinta politica affinché si possa davvero mettere fine alla chimica nel piatto.

Al centro dello studio rilanciato oggi, 6085 campioni di alimenti di origine vegetale e animale provenienti da agricoltura biologica e convenzionale sottoposti ad analisi e relativi a 15 Regioni dello Stivale. La buona notizia è che la percentuale dei campioni in cui sono state rintracciate tracce di pesticidi nei limiti di legge è risultata in diminuzione (39,21% contro il 44,1% dello scorso anno), così come quella dei campioni irregolari (1,62%). Regolare e senza residui è risultato, invece, il 59,18% (lo scorso anno erano 54,8%). A destare invece preoccupazione il fatto che, seppur nei limiti di legge, nel 15,67% dei campioni regolari sono state trovate tracce di un fitofarmaco e nel 23,54% di diversi residui. Dati, questi, che, soprattutto sul fronte del multiresiduo, fanno accendere più di qualche campanello di allarme agli addetti ai lavori rispetto ai possibili effetti additivi e sinergici sull’organismo umano del cosiddetto “cocktail di fitofarmaci”. Nei prodotti biologici, rintracciati residui solo nell’1,38% dei campioni, una contaminazione probabilmente dovuta al cosiddetto “effetto deriva” determinato dalla vicinanza ad aree coltivate con i metodi dell’agricoltura convenzionale

Dati che secondo Legambiente rendono sempre più indispensabili interventi concreti sotto il profilo legislativo, capaci di limitare l’uso delle sostanze chimiche in campo, a partire da tre urgenze: l’adozione del nuovo PAN(Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari la cui ultima stesura risale al 2014); l’applicazione della strategia europea From farm to fork (che chiede entro il 2030 la riduzione del 50% dei fitofarmaci utilizzati);  l’attivazione di una specifica legge nazionale sul multiresiduo che, sulla base delle attuali evidenze scientifiche, vieti la compresenza di principi attivi.

Allo stesso tempo, l’associazione ambientalista ha ribadito anche l’importanza della battaglia contro il glifosato, sostanza resa ancora legale attraverso una recente proroga di ulteriori dieci anni, che, com’è noto, mette a rischio biodiversità, ecosistemi e salute umana, e ha colto l’occasione per rilanciare la campagna “Glifosato free”, che punta a valorizzare e premiare le aziende che, a dispetto della proroga, hanno messo al bando tale sostanza. Non è mancata, poi, una stoccata all’Ue: nell’opinione dell’associazione ambientalista, gli obiettivi strategici del 50% in meno di pesticidi entro il 2030 sono stati completamente disattesi a danno di biodiversità e salute.

“Serve un cambio di rotta radicale verso un’agricoltura sostenibile che miri alla riduzione dell’uso di pesticidi, al sostegno delle produzioni biologiche ed all’adozione di pratiche agro-ecologiche capaci di coniugare la necessaria produzione alimentare con il rispetto della salute pubblica, dell’ambiente e dei lavoratori.” – ha spiegato Angelo Gentili, responsabile Agricoltura di Legambiente, che ha portato il saluto ed il pensiero dell’associazione ambientalista tra gli interventi conclusivi al termine della marcia. “Per questo – ha proseguito Gentili – occorre continuare a supportare una veloce emanazione dei decreti attuativi relativi alla legge sull’agricoltura biologica, recentemente approvata dopo tredici anni di attesa, perché, è utile ribadirlo, il biologico è la via maestra per ridurre drasticamente l’utilizzo dei pesticidi. Il multiresiduo deve essere combattuto attraverso procedimenti normativi. Gli effetti dei “cocktail di fitofarmaci” devono essere prevenuti e arginati. Una legge appare come l’unica soluzione per fare da argine. Serve, poi, una sempre maggiore sensibilizzazione da parte di cittadine e cittadini che possono diventare determinanti per suggerire politiche di governo, di coltivazione e di consumo, sempre più sane e libere da sostanze chimiche. Il parlamento europeo ha disatteso gli obiettivi strategici del 50% in meno di pesticidi entro il 2030  non approvando il regolamento specifico. Una scelta assurda e inconcepibile, con conseguenze gravi a carico della biodiversità e della nostra salute. Serve cambiare velocemente rotta. Le prossime elezioni europee siano un punto di svolta anche su questo fronte.”