Libertà vuol dire reciprocità

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Libertà di pensiero, libertà di stampa, libertà religiosa: chi è contro? Nessuno. Quindi è giusto che io la possa pensare diversamente da un altro, ma, poi, mi si apostrofa come “fascista” o”comunista” a seconda di chi è l’interlocutore con cui non sono d’accordo; è giusto che io possa scrivere quello che risulta dai documenti o che è scomodo per portatori di verità diverse e confutabili ma poi vengo denunciato schierando eserciti di avvocati super come le loro parcelle; sono libero di essere cattolico ma non di lasciare ad altri la libertà di godere di diritti che l’ortodossia cattolica non contempla.

Come pure in Italia sono liberi di pensare quello che vogliono i nostri ospiti russi che a Mosca non me lo consentirebbero; sono liberi di scrivere da noi quello che vogliono gli amici cinesi che, però, a Pechino, Shanghai e ora a anche a Hong Kong e Macao non me lo permetterebbero;  dalle Alpi a Lampedusa sono liberi di professare la loro religione i nostri sempre più numerosi vicini di casa musulmani, ma mi farebbero costruire una chiesa a Teheran?

La libertà è uno stato dell’essere stupendo ma impone un obbligo, uno solo: la reciprocità.