Salvini prova a fregare Di Maio: “taglio parlamentari subito, anzi no dal 2024! Senato boccia e attende Conte il 20

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Matteo Salvini parla al Senato
Matteo Salvini parla al Senato

Matteo Salvini, messo all’angolo da una nuova possibile maggioranza intorno al M5S dopo che lui ha già riabbracciato Forza Italia, torna in Senato con giacca e cravatta e prova a sparigliare la carte proponendo di tagliare subito i parlamentari, uno degli obiettivi di Luigi Di Maio & c., e di andare altrettanto subito al voto.

Ma quel “subito” per il taglio dei parlamentari è un “trucco dialettico” perché per completare la relativa procedura, dopo la quarta lettura alle camere per una riforma che è di tipo costituzionale e che, in caso di approvazione con meno dei due terzi dei voti, richiederebbe una consultazione referendaria e un successivo ridisegno di collegi e quant’altro, di certo occorrerebbero a dir poco sei mesi.

E allora quel “subito” viene spiegato così dallo “smart” Matteo Salvini: si approva adesso al riforma in parlamento, si va al voto, questa volta il “subito”, cioè ottobre, è vero, ma per eleggere lo stesso numero di oggi di deputati e senatori (tutti felici i sediaoli di oggi e prossimi venturi!) e poi si completa il tutto, salvo ripensamenti del nuovo parlamento, per le elezioni fra 5 anni… nel 2020.

Si vede chiaramente dalla proposta che il leader leghista ultimamente sta frequentando di più il centro e il sud (io vengo da lì, nessuno si offenda della mia auto ironia) per cui ha provato a fare il goco delle tre carte col napoletano doc a capo del M5S.

Non sappiamo di Di Maio, che pure accenna a “cascarci” (tatticamente?), ma Il Senato, o per lo meno la “nuova” ipotizzata e non si sa quanto durevole maggioranza intorno al M5S (il Partito democratico, che, ricordiamolo, col suo gran rifiuto spinse i pentastellati tra le braccia dei leghisti, LEU e il gruppo Misto), ha “sgamato” il trucco e ha bocciato la nuova alleanza di Matteo Salvini, che è il vecchio abbraccio con Silvio Berlusconi, bocciando la calendarizzazione per domani del voto di sfiducia al governo attuale.

Il premier Giuseppe Conte, quindi, andrà il 20 agosto a fare le sue dichiarazioni alle camere e, a quei vicini tempi, si potrà capire di più se al voto di oggi sul calendario dei lavori corrisponde un nuovo possibile schieramento per forgiare un accordo a più lungo termine in grado di affrontate passaggi vitali per l’Italia e non solo per le singole formazioni politiche come la nuova legge di bilancio e la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva.

Tutto questo ricordando che, poi, tutti dovranno fare i conti col presidente della Repubblica Sergio Mattarella e con gli italiani che, di certo, di questo spettacolo avrebbero volentieri fatto a meno e che i 345 parlamentari in meno li vogliono subito, ma sul serio e non col trucco, ma che, ancora prima, vogliono sapere se il 2020 sarà ancora più gramo del 2019 innescando un processo che potrebbe essere senza ritorno.