
Giuseppe Morello, delegato sindacale USB presso lo stabilimento vicentino della Fabbrica Italiana Sintetici (FIS), è stato licenziato per presunta “giusta causa” pochi giorni prima del rinnovo della RSU, alla quale era candidato. Il sindacato denuncia un atto ritorsivo legato alle denunce pubbliche di Morello su demansionamenti, trasferimenti punitivi e tagli al salario. Dopo l’acquisizione della storica azienda da parte del fondo Bain Capital, la situazione interna è peggiorata drasticamente, afferma USB, che ha già avviato le prime forme di protesta e preannuncia una mobilitazione duratura dopo che oggi ci sono state due ore di sciopero con presidio dalle 13 alle 15 alla presenza del segretario USB Veneto Germano Raniero, del Responsabile legale USB Lavoro Privato Veneto Massimo D’Angelo e di altri rappresentanti del sindacato di base vicentino.

Abbiamo parlato del caso poco prima delle 20 proprio con Massimo D’Angelo mentre abbiamo contattato, di conseguenza in orario non di lavoro, l’azienda per conoscere la sua posizione e ne attendiamo i commenti.
Giovanni Coviello – D’Angelo, cosa è accaduto a Montecchio Maggiore?

Massimo D’Angelo – È accaduto che un delegato sindacale scomodo è stato licenziato per aver fatto il suo dovere. Giuseppe Morello ha denunciato una gestione aziendale aggressiva e punitiva, e per tutta risposta è stato mandato a casa con la scusa di una “giusta causa”. Un’azione chiaramente ritorsiva.
G.C. – Di che tipo di contesto parliamo?
M.D. – Dopo che Bain Capital ha acquisito FIS nel 2023, il modello industriale è cambiato in peggio: trasferimenti arbitrari, demansionamenti, premi di risultato tagliati. Il tutto in un clima di paura e silenzio. Morello ha osato alzare la voce, ed è stato colpito.
G.C. – Come si sta muovendo l’USB?
M.D. – Abbiamo proclamato subito due ore di sciopero con presidio. Non ci fermeremo qui. Vogliamo il reintegro immediato di Morello, e lo stop alle politiche punitive nei confronti dei lavoratori. Il diritto di parola e rappresentanza sindacale non si tocca.
G.C. – È un caso isolato?
M.D. – Assolutamente no. È sintomo di una deriva che colpisce molti lavoratori che denunciano condizioni ingiuste. Ma stavolta hanno sbagliato bersaglio: Morello ha il sostegno di tanti. E noi non arretriamo.
G.C. – Cosa chiedete all’azienda?
M.D. – Di tornare sui suoi passi. Non è accettabile usare il licenziamento come strumento repressivo. E soprattutto, chiediamo il rispetto dei lavoratori. Il Veneto non è terra di conquista per logiche finanziarie predatorie.
G.C. – Prevedete altre azioni?
M.D. – Sì. USB si sta organizzando per proseguire la mobilitazione. Lo ribadiamo: chi alza la testa non sarà lasciato solo. La lotta è appena iniziata.