Lupi in Veneto, pericolo concreto o allarme ingiustificato? La doppia versione di Berlato (FdI) e LAV Bassano

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Lupi in Veneto, esemplare di lupo grigio foto Wikipedia
Lupi in Veneto, esemplare di lupo grigio foto Wikipedia

“Ormai da tempo assistiamo ad una gara di allarmismo sulla presenza del lupo in Veneto; allarmismo creato ad arte per convincere la popolazione che questi animali sono dannosi e pericolosi. In realtà il lupo è un animale schivo ed elusivo, non attacca l’uomo (mai successo in Italia) perché non lo riconosce come preda ma come minaccia e preferisce scappare”. Lo sostiene in una nota la LAV di Bassano del Grappa, che sul tema ha idee evidentemente opposte a quelle di alcuni esponenti politici, come per esempio il vicentino Sergio Berlato di Fratelli d’Italia, eurodeputato ed esponente dell’associazione Cultura Rurale, che qualche giorno fa sempre in una nota sosteneva che “oramai sono quotidiane le notizie di predazioni da parte dei lupi su tutto il territorio nazionale a danno di animali da allevamento ed animali da compagnia. L’incontrollata espansione del lupo su tutto il territorio nazionale sta provocando l’abbandono delle zone collinari e montane da parte degli agricoltori, degli allevatori e dei malghesi, grazie ai quali il nostro territorio è sempre stato oggetto di gratuite manutenzioni che hanno comportato nei secoli evidenti vantaggi per l’ambiente, per l’economia e per l’ecosistema, vantaggi che non saranno più garantiti se queste persone saranno costrette ad abbandonare i loro territori a causa dell’eccessiva presenza del lupo. Come ci ha insegnato l’esperienza di Israele e di altre nazioni in cui la mancata gestione del lupo ha portato questi grandi predatori a non temere più l’uomo ed a considerarlo non più come un nemico naturale ma come una delle tante prede di cui cibarsi, anche in Italia si sta correndo lo stesso pericolo. Anche nel nostro territorio il lupo, abbandonato ogni timore nei confronti dell’uomo, si spinge oramai frequentemente in prossimità dei centri abitati se non addirittura nelle immediate vicinanze di abitazioni, di scuole e di altri ambienti antropizzati. Sempre più frequenti sono le testimonianze di incontri ravvicinati tra esseri umani e lupi, con atteggiamenti da parte i questi animali sempre più aggressivi e pericolosi. Come avviene in molti altri paesi europei dove il problema lupo è stato affrontato con obiettività e scientificità, anche in Italia il problema lupo deve essere affrontato su basi scientifiche, tenendo in considerazione l’elevata antropizzazione dei nostri territori”.

“Sembra che il retaggio culturale che fonda le sue radici su leggende e fiabe sul lupo divoratore di bambini, non sia mai decaduto – sostengono invece gli animalisti -. L’ultimo allarme è quello scattato a Marostica , il giorno 16 Marzo scorso, dopo che un cittadino ha filmato un presunto lupo in una via della città; “presunto lupo”, perché potrebbe trattarsi di un ibrido (quindi un lupo incrociato con un cane domestico) o di un cane lupo cecoslovacco (una razza canina domestica). Ad accompagnare questa ghiotta notizia da scoop si abbina la strumentale lamentela di alcune categorie economiche per le predazioni di animali selvatici che i lupi fanno in montagna, un evento del tutto normale che pone in evidenza la funzione regolatrice del lupo nei confronti degli animali selvatici, ma che viene spacciato come un evento eccezionale da coloro che vogliono incutere preoccupazione fra i cittadini.
Oggi una valutazione seria sulla presenza del lupo nella nostra regione è doverosa – prosegue la LAV – perché i lupi erano scomparsi a causa di una continua persecuzione da parte umana e ci sono voluti circa cinquanta anni di rigorosa tutela per garantire che il lupo potesse riprendere possesso dei territori dai quali era stato scacciato con ogni strumento: fucili, tagliole, bocconi avvelenati e ogni strumento che la mente crudele di alcuni uomini è riuscita a partorire nel corso degli anni passati”.

“In questo processo, il progetto “Life WolfAlps” è stato un successo perché è riuscito a mettere a disposizione degli allevatori i più moderni strumenti di prevenzione delle predazioni, informando correttamente i cittadini che vivono nelle zone frequentate dal lupo con l’obiettivo di favorire una convivenza pacifica. I lupi sono al vertice della catena alimentare e per questo sono un importante mezzo per il mantenimento in salute dell’Ambiente, che comprende fauna, flora, acque, suolo e aria. È evidente che un Ambiente naturale, integro e quindi selvatico, porta benessere anche alla vita umana delle città”.

“I lupi sono tornati nella nostra Regione e ci resteranno, è un dato di fatto oramai. Quindi chi opera nel comparto allevatoriale in zone frequentate dal lupo, deve dotarsi di sistemi di prevenzione delle predazioni mentre gli amministratori locali devono impegnarsi per evitare la circolazione di notizie false e fuorvianti informando correttamente i cittadini – conclude la LAV -. Continuare a chiedere l’uccisione di lupi è solo una perdita di tempo, lo dimostra la Spagna dove la caccia al lupo era consentita fino a poche settimane fa ed ora è stata definitivamente vietata”.