Vaccinazioni Covid, Giacomo Stiffan accusa la campagna italiana: “ha prevalso il corporativismo”

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andamento vaccinazione Covid in Italia dati Flourish
andamento vaccinazione Covid in Italia dati Flourish

Giacomo Stiffan, segretario del PD di Santorso, coordinatore dem della zona scledense, ma anche blogger e scrittore, nell’analizzare la campagna vaccinale italiana, basandosi sull’andamento riportato da Flourish, azienda che si occupa di storytelling aziendale, elaborazione dati e statistica, lancia pesanti accuse di corporativismo. ” – sostiene Stiffan – ‘ , ‘ , , con lo zampino delle regioni: avvocati, psicologi, giornalisti, personale universitario e così via.  come immunodepressi, dializzati, trapiantati, malati oncologici ecc. ” ” che sono a rischio contagio per la natura stessa della mansione che svolgono. Pensiamo a commessi, cassieri, sportellisti e tutte quelle persone che lavorano a strettissimo contatto con il pubblico e che non hanno mai fatto stop, nemmeno durante il primo lockdown lavorando, ai tempi, senza adeguati dpi con grandissimo rischio in prima persona per garantire i servizi essenziali a beneficio di tutti. Per non parlare del potenziale veicolo di contagio che rappresentano: non c’è zona rossa che tenga, hanno sempre lavorato e non esiste smart working per loro. Invece no, . Banalmente, gente che taglia la fila”.

Giacomo Stiffan PD Alto Vicentino
Giacomo Stiffan PD Alto Vicentino

“Chiariamo un punto: fare parte di una specifica categoria non significa svolgere una mansione a rischio – prosegue Stiffan -.  Non-è-automatico. Ci sono impiegati d’ufficio e personale complementario che oggettivamente la prima linea non la vedono neanche col binocolo in tantissime categorie: dire “personale universitario” non significa solo “docenti in presenza”, dire “tribunali” non significa solo “magistrati” e così via. E va considerato anche che c’è gente iscritta a un albo ma di mestiere fa tutt’altro, perché “un domani non si sa mai”, potrei fare decine di esempi di conoscenti diretti. Sono tanti? Sono pochi? Non importa, messe tutte insieme tante gocce fanno un mare e ogni dose sottratta agli altri lavoratori – quelli si in prima linea – per darla a chi non è davvero a rischio è un’ingiustizia. E se non vi sembra tale forse è il caso di farsi un esame di coscienza. Ci siamo ridotti ad assegnare i vaccini per corporazione, senza la minima scrematura in base alla reale mansione svolta. E così si vaccinano ragazzi in piena salute che manco lavorano col pubblico e non l’addetto alle pulizie 50enne che gira X ditte al giorno ed è una delle categorie più falcidiate dal virus”