Marlane Marzotto: Corte calabrese rigetta richiesta di risarcimento milionario avanzata da un Comune

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La vicenda della Marlane, ex fabbrica tessile del Gruppo Marzotto operativa in Calabria fino al 2004, si arricchisce di un nuovo capitolo, relativamente al ramo civilistico del procedimento sorto quando, dopo la sentenza assolutoria di primo grado dell’omonimo processo per inquinamento e per le morti bianche degli operai, il Comune di Tortora presentò ricorso.

Recentemente – si apprende dal sito di informazione locale Infopinione – la Corte di Appello di Catanzaro ha rigettato la richiesta di risarcimento, ha dichiarato estinto il procedimento civile e condannato l’ente al pagamento di spese processuali, in alcuni casi interamente e in altri compensando tra le parti in causa, per una somma di circa 80 mila euro più spese accessorie.

Le richieste del Comune di Tortora ammontavano a circa 20 milioni di euro ed erano state avanzate nei confronti di Manifatture Lane Gaetano Marzotto & Figli Spa, proprietaria all’epoca dei fatti contestati in fase penale dell’ex fabbrica tessile Marlane di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, di alcuni dirigenti del gruppo industriale e di quadri locali operativi in Calabria, oltre che di Eni, citata nel procedimento penale come responsabile civile.

Oltre a componenti della famiglia Marzotto ed eredi (Marzotto Ita, Marzotto Marina, Marzotto Umberto e Searle Charlotte), le richieste erano rivolte a De Jaegher Jean, Storer Silvano, Lomonaco Carlo, Bosetti Lorenzo, Benincasa Vincenzo, Rausse Attilio, Cristallino Salvatore, Comegna Ivo, Favrin Antonio, Ferrari Giuseppe.

Il Comune di Tortora era unico ricorrente in sede civile tra le parti costituitesi nel processo penale denominato “Marlane”, poi conclusosi con l’assoluzione dopo tre gradi di giudizio di tutti gli imputati da tutti i reati.

Gli imputati erano accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo aggravato, lesione colpose aggravate, disastro ambientale aggravato e rimozione o omissione aggravata di cautele antinfortunistiche in riferimento alle malattie contratte da ex operai dello stabilimento tessile praiese, e successivi decessi, e all’inquinamento dell’area circostante come conseguenze delle lavorazioni svolte in fabbrica.