Ex Marlane Marzotto di Praia a Mare: 15 milioni di euro per superare la fase “fabbrica dei veleni”

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Analisi sul terreno della ex Marlane Marzotto
Analisi sul terreno della ex Marlane Marzotto

Nel 2015 parte dell’ex Area industriale tessile Marlane Marzotto di Praia Mare, in Calabria, tristemente nota come “fabbrica dei veleni” (qui parte di quello che ne abbiamo scritto, qui il libro di Giorgio Langella “Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante“,  ndr) era passata dall’allora ancora molto potente gruppo industriale vicentino al comune. Il tutto al termine di una trattativa che prevedeva come contropartita il ritiro della costituzione parte civile dell’ente nel processo Marlane Marzotto I, per la morte o la malattia di decine di operai a causa dei prodotti utilizzati nei processi di lavorazione dei tessuti.

Il tribunale di Paola (Cosenza)
Il tribunale di Paola (Cosenza)

Per la precisione, all’ente andarono parte dell’ex stabilimento tessile per 5 mila metri quadrati, una parte di terreno al confine con il comune di Tortora, il depuratore che serviva la fabbrica e l’area posta di fronte allo stabilimento, confinante con la ferrovia, comprendente un capannone industriale di 2 mila metri quadrati e una striscia di terreno di 7 mila 500 metri quadrati.

Il gruppo industriale vicentino mantiene ancora il controllo dei restanti due terzi dell’intera area industriale oggi dismessa.

Nella porzione comunale, che in parte sarebbe contaminata da sostanze nocive come emerso nel corso dello stesso “Marlane I”, ora si punta a creare un progetto denominato “Hub delle Conoscenze e del Paesaggio”, per 15 milioni di euro e che prevede opere di riqualificazione infrastrutturale e di bonifica del sito.

Lo ha reso noto l’amministrazione comunale di Praia a Mare sabato 20 novembre 2021.

Il progetto è stato redatto dall’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo (Isafom) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).

Con esso si è aderito alla manifestazione di interesse per il bando Ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno dell’Agenzia per la coesione territoriale.

Con l’Isaform come soggetto capofila e il Comune di Praia a Mare, dell’operazione fanno parte altri partner territoriali: il Gal Riviera dei Cedri, il Patto territoriale Alto Tirreno cosentino, il consorzio Ecotur, l’Istituto di istruzione superiore di Praia a Mare, la cooperativa Torre nave, le fondazioni Its Iridea ed Elaia Calabria e l’Unione nazionale proloco d’Italia, sezione di Cosenza.

In tale progetto – viene spiegato nel comunicato stampa – il Comune di Praia a Mare è l’unico comune della Calabria che ha partecipato“.

Ecco cosa prevede il progetto di rigenerazione Hub delle Conoscenze e del Paesaggio.

“La città di Praia a Mare – si legge nella nota divulgata dal municipio – ha puntato con grande determinazione sulla rigenerazione di questo sito abbandonato da anni.

La sua riqualificazione offrirà la possibilità di ridare dignità e decoro ad un’area oramai conglobata nel tessuto urbano, generando attività che coinvolgeranno le comunità del comprensorio con luoghi di aggregazione e di inclusione, nonché di formazione di professionalità altamente qualificate volte alla creazione di un sistema integrato tra il paesaggio, l’agroalimentare e il turismo.

Questi settori – prosegue l’amministrazione comunale – non sono ancora adeguatamente valorizzati, ma sono potenzialmente trainanti nel nostro sistema economico regionale.

Il sindaco del Comune di Praia a Mare, Antonio Praticò, e l’amministrazione comunale, sostengono che l’impianto industriale della ex Marlane, alla sua apertura ha rappresentato, per tanti lavoratori e lavoratrici la grande occasione per uscire dalla precarietà dei lavori saltuari e per guardare con fiducia verso il futuro.

Le cronache più recenti hanno, successivamente, raccontato di decine di morti le cui cause sarebbero da ricercare nell’impiego delle sostanze usate nel ciclo di produzione.

La rigenerazione del sito offrirebbe la possibilità di sanare almeno in parte la ferita ancora aperta nella comunità di Praia a Mare e in quelle dei comuni vicini.

Secondo Giuseppe Tagarelli, responsabile scientifico del progetto, l’Hub delle Conoscenze e del Paesaggio rappresenterà una fucina culturale, un luogo del fare e dello stare progettato per favorire e accelerare l’incontro concreto tra le tecnologie 4.0 e la filiera delle imprese agroalimentari e turistiche in un percorso di ricerca, innovazione, dialogo e posizionamento della tradizione italiana nel panorama contemporaneo della produzione”.


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