“Meloni, Salvini, Pd, Calenda, Conte, Forza Italia, astensioni”, l’analisi di Rodolfo Bettiol

"In Parlamento c'è ora una maggioranza. Per ora da risolvere il caro energia, poi si vedrà per Europa e Russia"

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Berlusconi, Meloni e Salvini
Berlusconi, Meloni e Salvini

È evidente il successo del partito della Meloni. La stessa è riuscita a raccogliere la maggior parte dei voti della destra, anche a danno del proprio alleato la Lega. L’elettorato conservatore, non solo quello post – fascista, sembra al momento trovare il proprio partito. Negativo il risultato per la Lega che si vede surclassata da FDI anche in regioni come il Veneto largamente leghiste. Il voto è una mozione di sfiducia nei confronti di Salvini, di cui l’elettorato comincia a dubitare sin dai giorni del Papeete (a livello nazionale qui l’intervento su ViPiu.it di Giovanni Schiavon e qui l’analisi di Giorgio Langella , qui l’esito locale visto da Gianni Poggi, ndr).

Fallisce il tentativo di Salvini di dare vita lui al partito nazionale della destra. Gli elettori di destra preferiscono l’originale alla copia. Non va poi dimenticata la questione dell’autonomia regionale non attuata con disillusione degli elettori e degli stessi dirigenti locali leghisti. Perso il carattere del partito del Nord e dell’Autonomia la Lega perde consensi.

Pur risultando il secondo partito il PD non esce bene dal confronto elettorale. Indubbiamente lo stesso perde voti a destra (Calenda) e a sinistra (5 Stelle), ma va rilevata una campagna elettorale poco efficace tesa più a demonizzare l’avversario che a una proposta alternativa. Indubbiamente il PD deve dotarsi di un profilo più preciso, in particolare dopo le scissioni di Renzi e Calenda.

Non aggiunge l’obbiettivo del 10% Calenda, ma va dato atto che il risultato può considerarsi positivo stante la recente formazione della forza politica.

In astratto si può parlare di una debacle dei 5 Stelle che vedono dimezzato il consenso elettorale. In realtà, si tratta di un sostanziale successo di Conte. Il movimento veniva dato per spacciato, ma Conte, data una decisa sterzata a sinistra, ha costituito sostanzialmente un nuovo partito che sarà concorrenziale col PD. Malgrado le sue incongruenze Conte si è dimostrato un politico più abile di quanto ritenuto.

I minimi risultati di altre forze dispensano dei commenti sugli esiti delle stesse. Va osservato di contro come Forza Italia mantenga una sua forza elettorale, malgrado continui la pratica di Berlusconi di candidature vergognose come la Fascina, che non si è neppure recata in Sicilia per la campagna elettorale.

Grazie alla iniqua legge elettorale la coalizione di centrodestra intorno a Giorgia Meloni ottiene la maggioranza in Parlamento pur non raggiungendo la metà dei voti degli elettori.

Ciò può dar luogo ad una divaricazione tra paese legale e paese reale, tale ancora una volta da segnare la divaricazione tra cittadini e politica. Va aggiunto a tal proposito l’alto livello di astensionismo segno di una pericolosa deriva.

Comunque, in Parlamento vi è ora una maggioranza.

La schiacciante superiorità dei voti ottenuti dalla Meloni nei confronti dei propri alleati dovrebbe escludere manovre degli stessi per escludere la nomina della stessa a Presidente del Consiglio.

La volontà di mantenere il potere dovrebbe garantire la continuità di governo della coalizione vincente.

Al momento più che realizzare i propri programmi i partiti di governo dovranno affrontare il pressante problema del caro energia. In seguito, si vedrà. Il rapporto con l’Europa sarà poi la chiave di volta della politica della coalizione, unitamente ai rapporti con la Russia in seguito alla guerra in Ucraina.