Il ministro della Giustizia Bonifacio nel 1977 “lanciò” il collega attuale Carlo Nordio: non gli fece il test attitudinale da aspirante magistrato

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Carlo Nordio, magistrato nel 1997
Carlo Nordio, magistrato nel 1997

Francesco Paolo Bonifacio fu ministro della Giustizia nel governo Andreotti ter dal 30 luglio 1976 al 13 marzo 1978, succedendo a se stesso nel Moro quinque (dal 13 febbraio 76) e precedendo sempre se stesso nell’Andreotti quater dal 14 marzo 78 al 31 marzo 1979. Il suo curriculum non finisce, qui, anzi, ma senza di lui forse oggi Carlo Nordio potrebbe non essere diventato uno dei suoi successori.

Carlo Nordio, infatti, iniziò la sua notevole carriera in magistratura proprio nel 1977, e forse deve molto, qualcosa o anche nulla a Bonifacio perché quel ministro, ai tempi dei Moro e degli Andreotti, mai si sognò di introdurre un test psico attitudinale per accedere alla carriera di magistrato.

Il pm trevigiano, con la tessera del Partito Liberale Italiano dal 19 1967, dopo aver condotto indagini e accusa in molti famosi processi, andò in pensione da Procuratore.

Ma, in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica del 2022, Fratelli d’Italia decise di votarlo come candidato di bandiera, non trovando l’accordo col centro destra e in contrasto con la ricandidatura del presidente uscente Sergio Mattarella, anche se In merito alla sua candidatura, Nordio commentò all’AGI: “credo che la carica di capo dello Stato debba esser affidata a un politico e la mia cultura politica è teorica, non ho mai fatto parte neanche di un consiglio comunale. Comunque, se cercassero tra i giuristi, ce ne sarebbero di migliori“.

Fu, forse, per ovviare a questa carenza di cultura politica che alle elezioni parlamentari del 2022 si candidò alla Camera e il 25 settembre venne eletto in quota Fratelli d’Italia maturando subito quella cultura politica, che riteneva insufficiente per la massima carica della Repubblica, per meritare il 21 ottobre, in meno di un mese di esperienza e contro il parere di Berlusconi, i galloni da ministro della Giustizia.

Ossequioso, quindi, dei suoi principi di cultura ed esperienza, Carlo Nordo ha ora “lanciato” un non meglio definito “test attitudinale” da superare per essere avviati alla carriera di magistrato.

Detto che non ci parrebbe fuori luogo anche un test attitudinale per ministri e politici, vista la delicatezza del loro ruolo, pari se non maggiore di quella dei magistrati, chissà cosa sarebbe successo se nel 1977 il ministro Francesco Paolo Bonificio avesse introdotto il test ora ritenuto indispensabile da Nordio e se un qualche psicologo o psichiatra (ancora non si sa bene chi sottoporrà al test gli aspiranti magistrati) non avesse ritenuto idoneo alla carriera di magistrato l’attuale ministro, che mai lo sarebbe diventato, forse, se non avesse iniziato a fare il pm?

Non sarebbe successo nulla o il giovane Nordio avrebbe invocato, sia pure senza il potere e la cultura politica attuale, un test attitudinale per chi lo avesse bocciato?