Mose, Rotta e Pellicani (PD): “fatto con soldi Stato, non può decidere Zaia chi lo gestisce”

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“Capiamo la frustrazione del Presidente Zaia di non avere nessun merito nella realizzazione del Mose, ma è davvero paradossale che pretenda di essere lui a decidere chi debba gestirlo. Guarda caso il suo alleato Brugnaro. Meglio stendere un velo pietoso sul ruolo svolto dalla Regione in passato sui lavori dell’opera”. Così in una nota Così in una nota i parlamentari veneti del Partito Democratico Nicola Pellicani e Alessia Rotta, presidente della commissione Ambiente, a proposito della gestione del Mose, l’opera costosissima che dovrebbe salvare Venezia dall’acqua alta.

“Zaia deve farsi una ragione del fatto che il Mose è un’opera realizzata completamente con risorse statali per quasi 6 miliardi. Perciò la gestione non può che essere in capo allo Stato che dovrà garantire anche le ingenti risorse necessarie per la gestione e la manutenzione dell’opera, calcolate in 80/100 milioni l’anno. In tal senso è nata l’Autorità per la Laguna, che non è altro che la riproposizione del Magistrato alle Acque, ma con maggiori strumenti più personale e soprattutto maggiori risorse disposizione. Da anni si attendeva la nascita di un soggetto in tal senso, che coinvolge ovviamente anche Comune Regione e i vari soggetti interessati. A Nessun sindaco è mai passato per la testa di farsi carico della gestione di un’opera così complessa e con costi elevatissimi. A meno che il Comune non intenda farsi carico di tutto, costi compresi, perché come appare chiaro a tutti gli italiani: non è pensabile fare i federalisti con i soldi degli altri”.

“Altra questione è l’urgenza di dare forma all’Autorità che non è ancora istituita, in modo da evitare la confusione di questi giorni che ieri ha portato a non azionarie il Mose. C’è stata un’evidente sottovalutazione delle condizioni meteo generali e delle previsioni delle maree, nonostante, a quanto pare, il Tavolo tecnico di cui fanno parte tutti i Centri di rilevazione delle maree, avessero previsto il rischio di un’acqua alta fino a 130 cm. Bisogna perciò istituire al più presto l’Autorità nel segno della massima chiarezza. Va inoltre stabilità la quota di azionamento delle paratoie che non può restare a 130 cm ma va riportato a 110, come si era già stato stabilito. È vero che siamo ancora in una fase di prova, ma non c’è altro tempo da perdere. Bisogna inoltre rifinanziare la Legge Speciale per consentire gli interventi diffusi di Salvaguardia, fermi da troppo tempo e risolvere il nodo della funzionalità del porto, anzitutto correggendo la conca di navigazione. Il futuro di Venezia – concludono i deputati – è troppo importante Perciò è il momento che la questione torni all’attenzione del Parlamento.”

 

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