Reddito di cittadinanza, grande lavoro tecnico dell’assessorato al sociale

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La povertà non si contrasta solo con gli aiuti economici diretti, ma con l’individuazione di percorsi di inclusione. E’ molto più complesso operare così, ma è l’unico modo per dare una risposta concreta non al bisogno immediato, ma alla vita delle persone in difficoltà”.

Le parole sono del vicesindaco Matteo Tosetto che, nel fare il punto sull’impegno dell’assessorato ai servizi sociali del Comune di Vicenza rispetto al reddito di cittadinanza, rileva come Vicenza sia tra le più attive realtà su questo fronte.

In un ambito territoriale che comprende anche tutti gli altri capoluoghi del Veneto, infatti, Vicenza spicca per la capacità di definire i patti di inclusione che devono accompagnarsi all’erogazione del reddito di cittadinanza, sotto forma di percorsi lavorativi e di formazione.

A fine ottobre, ultima rilevazione generale disponibile, la città, capofila dei 37 Comuni del distretto est dell’Aulls 8 Berica, ne aveva siglati ben 516 contro i 141 di Treviso, 127 di Padova, 118 di Venezia, 38 di Belluno, 13 di Verona.

Attualmente i patti sono 638, pari all’80% delle situazioni in carico al Comune di Vicenza.

Gli altri 696 casi del territorio sono seguiti, per le caratteristiche dei richiedenti, dal Centro per l’impiego.

Il grande lavoro dell’assessorato – commenta ancora il vicesindaco – è diventato un vero e proprio modello che, utilizzando fondi europei, nazionali, regionali e comunali, offre a chi beneficia del reddito di cittadinanza la possibilità di restituire l’aiuto lavorando nella guardiania dei musei, nelle scuole dove viene impiegato per lo scodellamento dei pasti, nella custodia dei parchi o delle palestre, in aiuto ai disabili. Oppure, in alternativa, vengono proposti corsi di formazione qualificanti, ad esempio per pasticceri o panificatori, a chi, superato il momento di difficoltà, potrà trovare più facilmente lavoro”.