Nancy Pelosi, la speaker della Camera statunitense, a Taiwan: le premesse e le possibili conseguenze

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Nancy Pelosi
Nancy Pelosi

Cosa è successo: Nancy Pelosi, la speaker della Camera statunitense, alla fine a Taiwan ci è andata, nonostante gli avvertimenti cinesi e la posizione non favorevole espressa dallo stesso presidente Joe Biden. Intanto, lei è andata sull’isola, ha incontrato la presidente Tsai Ing-wen, offrendo rassicurazioni del sostegno degli Stati Uniti alla democrazia dell’isola che la Cina rivendica come propria, ha salutato attivisti di spicco per i diritti umani che rivendicano l’indipendenza del Paese in cui vivono ed è andata via alla volta della Corea del Sud per proseguire il suo viaggio. Dietro di sé, però, ha lasciato il caos.

Perché è importante: “Oggi il mondo si trova di fronte a una scelta tra democrazia e autocrazia”, ​​ha detto Nancy Pelosi durante un incontro con la presidente di Taiwan. “La determinazione dell’America a preservare la democrazia qui a Taiwan e in tutto il mondo rimane ferrea”. L’isola, intanto, si sta ora preparando al momento in cui Pechino inizierà oggi le esercitazioni militari a fuoco vivo, un’escalation senza precedenti nei tempi recenti. Durante le esercitazioni, le forze cinesi dovrebbero circondare l’isola, lanciando missili in mare a sole 10 miglia dalla sua costa.

Il viaggio di Pelosi si è svolto sullo sfondo di avvertimenti sempre più accesi da parte di Pechino. Insieme alle esercitazioni militari, diversi hacker hanno colpito i siti web del governo di Taiwan, come era stato previsto. La Cina ha sfruttato il suo status di principale partner commerciale di Taiwan, annunciando mercoledì nuovi limiti al commercio, tra cui la sospensione delle importazioni di 180 prodotti alimentari e di esportazione di sabbia, un materiale fondamentale per la produzione di chip.

“Per quanto riguarda le contromisure specifiche, quello che posso dire è che includeranno tutto ciò che dovrebbe essere incluso. Le misure in questione saranno ferme, vigorose ed efficaci e la parte statunitense e le forze indipendentiste di Taiwan continueranno a sentirle”, ha detto Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri cinese secondo il People’s Daily, fonte ufficiale del Partito Comunista, che ha aggiunto: “Il governo degli Stati Uniti aveva la responsabilità di impedire questo viaggio. Eppure dicono una cosa e ne fanno un’altra. Non hanno alcuna integrità”.

La nostra visione: La situazione di stallo ricorda un incidente nel 1995 e nel 1996 chiamato la Terza Crisi dello Stretto di Taiwan. All’epoca, la Cina ha lanciato proiettili veri e missili nelle acque intorno all’isola per segnalare la sua rabbia per un viaggio dell’allora presidente di Taiwan, Li Teng-hui, negli Stati Uniti e per aumentare la pressione prima delle elezioni presidenziali. Gli States hanno quindi inviato due gruppi di portaerei nell’area e ne hanno navigato uno attraverso lo Stretto di Taiwan. Questa Cina è più potente di quella di quasi trent’anni fa e anche gli Stati Uniti non sono gli stessi, ma quello che conta davvero adesso sarà capire come cambiano i rapporti di forza nello Stretto di Taiwan, il vero destinatario del nervosismo cinese dopo la visita di Pelosi.

Fonte The Vision