‘Ndrangheta in Veneto, chiesti 65 anni di carcere per otto imprenditori veneti e calabresi accusati di estorsioni, violenze e minacce

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“La dura requisitoria e le pesanti richieste della pm fanno capire la gravità della situazione, che in Veneto non si esaurisce certo con questa inchiesta. Dobbiamo intervenire su più fronti, anzitutto fornendo agli organi competenti le risorse umane ed economiche per agire, ma anche stringendo un patto solido tra forze politiche, economiche e sociali. Solo così, agendo su più piani, potremo davvero sconfiggere la mafia”. Così la Consigliera regionale del Partito Democratico e Vicepresidente dell’assemblea di palazzo Ferro Fini, Francesca Zottis e il collega Andrea Zanoni, Presidente della Quarta commissione, commentano in un comunicato il processo per ‘Ndrangheta in corso a Padova e le richieste della pm antimafia Paola Tonini per otto imprenditori, veneti e calabresi, imputati per associazione a delinquere con accuse di estorsioni, violenze e minacce: pene pesanti per complessivi 65 anni e una sola richiesta di assoluzione.

“Il tema, da molto tempo, non è più se esista o meno la mafia in Veneto – sottolineano i due esponenti dem – ma come muoversi per sradicarla, senza il minimo compromesso: non c’è spazio per sottovalutazioni. Il fatto che ancora oggi la presenza della criminalità organizzata venga percepita come marginale, magari perché non ammazza come avviene in altre parti d’Italia, rappresenta un problema e non è negando l’evidenza che si risolve”.

“A breve – concludono Zottis e Zanoni – ripartiranno le attività dell’Osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e la promozione della trasparenza, previsto dalla legge 48/2021: è uno strumento importante e deve essere messo in condizione di poter funzionare al meglio”.