
ROMA (ITALPRESS) – Nei primi nove mesi del 2025 le banche italiane hanno chiuso 268 sportelli, un calo dell‘1,4% rispetto alla fine del 2024. Numeri destinati a crescere notevolmente nell’ultimo trimestre dell’anno, che vedrà alcune grandi banche portare a termine i piani di chiusure già annunciati. I tagli alla rete fisica non hanno investito in modo omogeneo le diverse aree del Paese. Le regioni più colpite sono state Basilicata (- 2,5%), Marche (- 2,5%) e Veneto (- 1,9%). È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl, che elabora i dati resi disponibili al 30 settembre 2025 da Banca d’Italia e Istat.
Gli effetti del risiko bancario stanno già ridisegnando la geografia del sistema bancario. Grazie all’integrazione con Popolare di Sondrio, il Gruppo Bper ha scalato la classifica in Lombarda fino a diventarne la prima realtà per radicamento territoriale con 673 sportelli, pari al 17,9% del totale, davanti a Banco Bpm con 523 (13,9%), Intesa Sanpaolo e Iccrea, entrambe con 501 (13,4%). Nonostante l’Antitrust abbia prescritto a Bper la chiusura di soli 6 sportelli per perfezionare l’acquisizione della banca valtellinese, il gruppo ha annunciato l’accorpamento di 90 sportelli localizzati nelle regioni del Centro Nord. Conseguenze ancora più pesanti si verificherebbero qualora prendesse corpo un’aggregazione tra Crédit Agricole Italia e Banco Bpm, che darebbe vita al terzo gruppo italiano per rete di sportelli (2.425).(
La regione più colpita sarebbe la Lombardia: l’integrazione tra Crédit Agricole Italia e Banco Bpm farebbe crescere il numero degli sportelli a 765, pari al 20,4% del totale, dando vita alla prima rete su scala regionale. Subito dopo la Liguria con 129 (23,4%) e l’Emilia Romagna con 372 (17,9%). Tra i grandi centri, spiccano Milano con 248 (24,3%) e Genova con 59 (20,5%). Da segnalare anche la situazione di Parma con 78 (39%) e Piacenza con 47 (31,8%), mentre la città che registra la quota più elevata di sportelli Crédit Agricole Italia-Banco Bpm è La Spezia con 43 (50,6%). Va notato che in Lombardia, la più ricca regione italiana, circa il 58% delle filiali è ora in mano a quattro soli gruppi. Le nozze tra Banco Bpm, secondo di questa classifica, e Crédit Agricole Italia, oggi al sesto posto, darebbero un’ulteriore spinta alla concentrazione, desertificando ancor più i territori. Al 30 settembre 2025 risulta che altri 38 comuni sono rimasti privi di filiali sul loro territorio. Il numero complessivo è salito quindi a 3.419, pari al 43,3% del totale. Continua ad aumentare anche il numero delle persone che non hanno accesso ai servizi bancari o rischiano di perderlo: rispetto al 31 dicembre 2024 sono oltre 11,2 milioni. Di queste, più di 4,7 milioni (+ 1,8%) vivono in comuni totalmente desertificati; quasi 6,5 milioni (+ 3,2%) in comuni in via di desertificazione, quelli con un solo sportello
Risulta in crescita, inoltre, il numero delle imprese che hanno la propria sede in comuni desertificati: sono 6250 in più rispetto alla fine del 2024. Si confermano anche le dimensioni rilevanti dei centri colpiti dalla desertificazione: sono 13 i comuni sopra i 10mila abitanti privi di sportello, di cui uno ha più di 20mila abitanti (Trentola Ducenta, in provincia di Caserta). La desertificazione bancaria non colpisce solo le aree interne. Al contrario, se si guarda all’evoluzione del fenomeno, si nota che dalla fine del 2021 al 30 settembre 2025 la percentuale di chiusure in alcune grandi città italiane, come Roma (- 12,7%) e Milano (- 14,6%), è superiore alla media nazionale (- 10,4%). Per comprendere la reale portata del fenomeno i dati vanno letti in parallelo a quelli sulla diffusione dell’internet banking, ancora modesta: in Italia lo utilizza solo il 55% degli utenti contro una media Ue del 67,2%. Da ciò si evince che la desertificazione bancaria rappresenta un acceleratore dell’esclusione sociale, soprattutto per le fasce anziane della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali (tra i 65 e i 74 anni solo il 33,9% utilizza l’internet banking contro una media Ue del 44,7%)
L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl elabora anche un indicatore (Ipd, Indicatore di desertificazione provinciale) che assegna ad ogni provincia italiana un punteggio sulla base della percentuale, calcolata sui rispettivi totali, del numero di comuni senza sportello o con uno sportello, della popolazione residente, delle imprese con sede legale in detti comuni e della relativa superficie.
La graduatoria che emerge vede a settembre 2025 tra le province meno desertificate la conferma di Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Ferrara, Grosseto, Pisa, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia. Le grandi città si collocano in posizioni più arretrate: Milano è 22°, Roma 38°, Napoli 46°. Sugli ultimi gradini della classifica restano Vibo Valentia e Isernia.
“Il risiko sta modificando la geografia del sistema bancario italiano. Gli effetti sui territori iniziano già a manifestarsi con evidenza. Dopo l’acquisizione di Popolare di Sondrio, il Gruppo Bper ha annunciato la chiusura di 90 sportelli – commenta il Segretario generale nazionale First Cisl Riccardo Colombani -. Le conseguenze di un’integrazione tra le reti di Crédit Agricole Italia e Banco Bpm potrebbero essere però molto più gravi. Un’operazione straordinaria tra queste due banche porterebbe infatti alla costituzione della terza rete per numero di filiali, con sovrapposizioni rilevantissime in alcuni territori che fornirebbero il pretesto per nuovi pesanti tagli all’occupazione. È una prospettiva alla quale ci opponiamo con decisione”.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
 
             
		


