Non far sapere quanto è buono e sano il vino, François-Marie Arouet di Aduc: basta che sia ‘made in Italy’…

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Vino made in Italy
Vino made in Italy

Continua la strategia italiana di informare i consumatori il meno possibile su quello che ingeriscono partendo da un dogma: il “made in Italy” è sano per definizione si legge nella nota sull’astronomia a firma di François-Marie Arouet di Aduc (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr). Dopo le etichette italiane “Nutriform Battery” (elenco ingredienti) contrapposte a quelle europee “Nutri Score” (equilibrio nutritivo) (1), ora è la volta del vino.
Il Parlamento europeo ieri ha approvato raccomandazioni per la strategia Ue contro il cancro (2). Il tema aveva sollevato polemiche in Italia per la presunta minaccia al vino, data la richiesta di alcuni deputati di imporre l’obbligo di etichette per avvertimenti analogo a quello in vigore per le sigarette.
Alla fine sono stati adottati emendamenti (3) per chiedere “una differenziazione tra uso e abuso di alcol” e “l’eliminazione della richiesta paradossale di avere sulle bottiglie di vino avvertenze sanitarie”. Inoltre non sono state adottate tasse per scoraggiare il consumo nocivo e sono state approvate norme meno rigide sul divieto di sponsor negli eventi sportivi.
Una logica economica distruttiva che, preservando le cosiddette eccellenze delle proprie produzioni, non si è cercato di armonizzarle alla salute dei consumatori, come se nella fattispecie l’alcolismo non fosse un problema.
La realtà, come per le etichette, è un po’ diversa. Le affermazioni di minaccia al “made in Italy” sono pretestuose. La scienza ne esce sconfitta. Rimane solo la negazione della libertà di scelta dei consumatori con maggiore informazione.

Sia per le etichette che per il vino c’è ancora tempo. Ma i fatti potrebbero non evolvere bene. Le etichette “Nutri score” è probabile che entro fine anno siano rese obbligatorie in Ue e, di conseguenza, il non adeguamento dell’Italia sarebbe pagato con multe e multe. Per il vino siamo ancora a livello di raccomandazioni del Parlamento europeo.

Le insane priorità delle nostre istituzioni
Appare evidente che il nostro legislatore stia mettendo in primo piano l’economia rispetto alla salute, come se il binomio economia/salute fosse inconciliabile e, per esempio, nella storia dell’alimentazione non ci sia sempre stata un’evoluzione/adeguamento di produzioni e consumi ai miglioramenti della scienza.
Un esempio: fino a qualche decennio fa esisteva solo il latte che si comprava sfuso dal lattaio portandosi la bottiglia da casa, oggi è illegale visti i pericoli per la salute nel consumare latte non pastorizzato.
La scienza ci aiuta a gustare qualità preservando salute.
Perché non dovrebbe essere altrettanto nel caso delle etichette e del vino? I problemi sanitari esitono e sono evidenti (obesità, alcolismo, malattie varie), negarli in nome di una propria eccellenza a priori è come se si affermasse che i “metodi della nonna” sono sempre migliori.

Il problema è diventato politico
Il problema, da economico e sanitario si è ovviamente trasformato in politico. Abbiamo ascoltato l’altro giorno un dibattito parlamentare (4) dove tutti gli intervenuti non portavano una sola motivazione scientifica al loro declamare che “made in Italy” è il meglio di tutto. Non crediamo sia fuorviante ritenere che difendere lo status quo, meglio se condito con una sorta di nazionalismo, è ritenuto appagante per il consenso… ma non funziona così… il covid non ci ha insegnato nulla? Dove sono tutti quei ristoratori che all’inizio della pandemia e del green pass negavano la possibile presenza del virus nei loro locali ma che oggi – dopo spiegazioni e norme con dati e statistiche – sono i primi a chiedere il green pass ai loro clienti?
Il governo e il legislatore sono stati lungimiranti sulla pandemia e sono riusciti ad avere la meglio anche verso i più riottosi. Ma lo stesso governo e legislatore oggi, su etichette e vino, si sono messi “il prosciutto sugli occhi” e sembra, purtroppo, che siano disponibili a levarselo solo quando le malattie da cattiva alimentazione esploderanno più di quanto non siano già esplose.
La battaglia sull’informazione e formazione dei consumatori continua.

1- https://www.aduc.it/comunicato/etichette+alimentari+governo+contro+semaforo_33993.php
2 – nota 
3 – degli italiani Herbert Dorfmann (Ppe) e Paolo De Castro (S&D)
4 – https://www.radioradicale.it/scheda/660547/seduta-403a-xviii-legislatura?i=4384552

François-Marie Arouet -Aduc