L’opposizione è la forza della democrazia, se con la testa sul collo. Critiche su Agsm Aim che compra quote Compago: pressappochismo e razzismo?

627
Opposizione è democrazia se con la... testa attaccata, HOMO SAPIENS 2.0, di Claudio Mellana
Opposizione è democrazia se con la... testa attaccata, HOMO SAPIENS 2.0, di Claudio Mellana

Il caso AGSM AIM – Compago ci fa fare alcune riflessioni. La democrazia vive e prospera, arricchendo la vita e la gestione politica di una qualunque istituzione eletta, fintantoché c’è un’opposizione capace di impedire che la maggioranza faccia tutto quel che vuole senza controlli, critiche e proposte. Perché questo avvenga occorre, però, che l’opposizione abbia la testa sul collo e non proceda lungo la via del “no” comunque e a prescindere.

Appare, però, proprio questa la strada lungo la quale stanno scivolando varie critiche dei consiglieri di opposizione di centrosinistra (e non solo) a Vicenza e in cui si incanalano le recenti critiche dei fuoriusciti del Pd, che hanno costituito un gruppo autonomo in consiglio comunale a Vicenza, e poi del Pd stesso alla fase iniziale dell’acquisizione da parte della multiutility veronese vicentina Agsm Aim del 35% della Compago, la holding che controlla la Compagnia Energetica Italiana Spa (CEI): «Extra utili per sostegno a cittadini e imprese per bollette? Per una grande Vicenza: “Invece AGSM AIM fa shopping di Compago! E il Sindaco?”».

AGSM AIM acquista 35% Compago: le critiche di Per una grande Vicenza
AGSM AIM acquista 35% Compago: le critiche di Per una grande Vicenza

Gli ex Pd e Pd criticano, infatti, “l’operazione con CEI , che sembra ormai in dirittura d’arrivo, con trattative svolte tutte nella massima riservatezza, senza coinvolgimento dei consigli comunali di Vicenza e Verona, va in tutt’altra direzione…“.

A tal proposito sottoponiamo due riflessioni al fondatore di “Per un grande Vicenza“, un manager di valore riconosciuto come Otello Dalla Rosa, che, con Achille Variati sindaco, ha anche gestito Aim Energia, ai consiglieri del suo gruppo e al Pd con il suo segretario cittadino Formisano:

  • sulla “direzione” preferita (condivisibile ma non aziendalmente l’unica percorribile), quella della “generazione di energia, in particolare da rinnovabili“, alle opposizioni è forse sfuggita la notizia, data il recente 1° settembre scorso anche a livello nazionale visto il suo rilievo, che il Consiglio dei ministri ha deliberato “la realizzazione del progetto di AGSM AIM per l’impianto eolico di Monte Giogo di Villore” che prevede “sette aerogeneratori sul crinale di Mugello che, con una potenza complessiva di 29,6 MW e un’altezza totale pari a quasi 170 metri, produrranno 80 milioni di KWH all’anno, facendo risparmiare 40mila tonnellate di CO2 (all’incirca la quantità prodotta da una famiglia media italiana in 10mila anni)…”
  • come sarebbe possibile informare in via preventiva “i consigli comunali di Vicenza e Verona sulla trattativa in corso”, riservata, come tutte le trattative di questo tipo e resa nota alle autorità di mercato preposte come informa Borsa Italiana l’8 settembre e per la quale “il perfezionamento dell’operazione e’ soggetto al via libera da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato“.

Una società come Agsm Aim, privata o pubblica che sia, sottopone a inizio esercizio ai suoi soci, nella fattispecie i comuni di Verona e di Vicenza nelle persone “giuridiche” dei due sindaci, il suo piano industriale, tra cui le linee di investimento previste e non i singoli passi per realizzarle.

Se in queste linee sono previsti investimenti per acquisire partecipazioni è compito e responsabilità degli amministratori di Agsm Aim valutarne le opzioni, i cui risultati, positivi o negativi, a breve, medio e lungo termine, possono e devono essere elementi di valutazione anche critica dei soci e, quindi, dei consiglieri, di maggioranza e minoranza.

Se non fossero previsti investimenti nel piano industriale approvato dai soci, Vicenza e Verona, allora sì che “Per una grande Vicenza” e il Pd non solo potrebbero ma dovrebbero criticare e anche compiere tutti i passi politici, legali e societari per denunciare attività del Cda e degli amministratori non previste.

Ma sul compimento di azioni specifiche previste, nella necessaria “generalità” di un piano industriale, nulla si potrebbe e dovrebbe obiettare a priori e tantomeno che siano compiute con partner quali “società di privati cittadini“, ecco un’altra critica poco comprensibile, società legali e lecite che pure il centrosinistra (con chi scrive totalmente concorde) vuole tutelare e le cui regole di gestione e amministrazione sono le stesse delle Spa pubbliche.

Queste azioni, ripetiamo, andranno valutate, se previste nel piano, per i loro risultati.

Un altro appunto mosso da Dalla Rosa, Formisano & c. è che “gli investimenti di AGSM AIM“, oltre che concentrarsi “tutti” (sarebbe illogico e impossibile a nostro parere) “nella generazione di energia, in particolare da rinnovabili“, punto già da noi affrontato e che trova positivi riscontri anche per le decisioni ministeriali sul parco eolico toscano, dovrebbero cercare “una crescita sulla clientela molto legata al territorio” mentre “il rischio è di avere ulteriori situazioni difficili da gestire, per di più “lontane” da casa visto che un terzo dei clienti (del gruppo Compago, ndr) è al sud…”.

Questa affermazione di “non affidabilità dei clienti del sud” avrebbe scatenato le critiche furibonde delle opposizioni di centrosinistra, se l’avesse fatta il Bossi della vecchia Lega Nord o se la facesse la Lega di Salvini (senza nord e con un occhio ammiccante al Sud) rivolgendola agli immigrati stranieri doc e non più a quegli terroni, fuori moda visto che portano (portarono) voti.

Ex Pd, Pd & c. sarebbero insorti contro questa discriminazione di genere… geografico, ma oggi, si sa, anche in quella che una volta si sarebbe chiamata “sinistra” con o senza il prefisso “centro” (sinistra che a me, vecchio 71enne di cultura liberal socialista, piaceva) imperano Facebook e gli slogan (populisti?) invece che il controllo dei bilanci di quella Compago, che gli amministratori di Agsm Aim avranno fatto prima di arrivare vicino all’acquisto del suo 35%.

Saremo non solo con loro, ma davanti a loro, per “interrogare” i vertici di Agsm Aim, se i nostri amici, termine non ironico, del centro sinistra ci dimostreranno, non solo lanciando accuse infamanti e generiche, oltre che di genere, verso il Sud, ma con i bilanci in mano e con documenti che:

  • le presunte difficoltà di Compago (e non di una delle sue controllate, la CEI) nascerebbero da pesanti crediti (di CEI…) con il solo terzo dei clienti di sotto il Po
  • che nulla valgano le società di software controllate (fanno parte o no del valore “mobiliare” della Compago?), che per alcuni altri commentatori nazionali sono un valore aggiunto del gruppo in termini di sviluppo e tecnologia mentre per Dalla Rosa, Formisano & c. “Sembra (sembra oppure è vero?, ndr) che CEI si porti dietro due startup, fresche arrivate nel mondo del software, che all’inizio comportano solo ingenti costi e probabilmente non saranno regalate…
  • che nel prezzo concordato per il 35% di tutta la holding milanese (guarda caso amante dei debitori del sud…) non rientri tutto il gruppo e, quindi, anche le start up software.

Ultima osservazione, per i consiglieri comunali del gruppo “Per una grande Vicenza” Cristiano Spiller, Alessandra Marobin, Raffaele Colombara, Otello Dalla Rosa, e per il Pd di Vicenza tutto, per il quale ha parlato il suo segretario Federico Formisano, che sostengono che “AGSM AIM, dovrebbe concentrare la sua attenzione su famiglie e imprese, sgravando con gli extrautili bollette ormai non più sostenibili…“.

Costoro sanno e ricordano che la multiutility veronese e vicentina rientra nell’elenco delle società da cui lo Stato ha già prelevato per lo stesso scopo i predetti extra utili?

Vogliamo, cari amici del centrosinistra, prelevarne localmente degli altri, oltre quegli già chiesti ed altri che, probabilmente, verranno chiesti dallo Stato, svuotando le casse dell’azienda che voi e noi vorremmo sana e solida?

Senza denari o con sempre meno denari in cassa, anche per gli investimenti nelle energie rinnovabili, e senza la possibilità di crescere nel mercato, magari con operazioni di acquisizione come quella di cui stiamo scrivendo, che porterebbe a un milione i clienti del gruppo?

Operazioni senza le quali la multiutility con anima residua anche a Vicenza (residua per gli accordi chiusi dal centrodestra di Rucco ma impostati dal centrosinistra di Variati, non dimentichiamolo) sarebbe facile preda di uno dei colossi del settore?

Sempre pronti ad accogliere osservazioni, nel frattempo “rifletteteci, gente!” prima di criticare “comunque e a prescindere” svuotando la credibilità dell’opposizione, bene fondamentale della democrazia.