Parco della Pace: serata di mobilitazione, musica, letture e interventi per “ricordare l’opposizione vicentina alla guerra”

Il Circolo Caracol Olol Jackson e altre associazioni di Vicenza protestano contro l'ipotesi ventilata dalla giunta Rucco di cambiare nome all'attuale parco

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Parco della Pace happening 6 agosto
Parco della Pace happening 6 agosto

Venerdì 6 agosto alle ore 20.30 in viale Sant’Antonino presso l’ingresso del Parco della Pace si terrà l’evento “La madre terra si ribella alle basi di guerra”. Una serata di musica, letture, interventi e mobilitazione, in concomitanza con l’anniversario dello sgancio della bomba atomica, per ricordare “l’opposizione vicentina alla guerra” e manifestare la contrarietà al cambio di nome. La giunta di centrodestra infatti vorrebbe cambiare il nome pace, troppo divisivo, a favore di un nome di un personaggio storico vicentino (magari lo stesso Dal Molin che diede il nome all’aeroporto). L’happening è organizzato dalle associazioni Caracol Olol Jackson, Bocciodromo, Fridays for Future, Welcome Refugees, ADL Cobas Vicenza e sottoscritto da molte altre associazioni e anche liste politiche come PFAS Land
Mediterranea Vicenza, EQuiStiamo APS, Associazione Vicenza Pride, Anpi Malo Brigata Ismene, Sardine Vicenza, Gruppo Sardine per il Veneto, Sinistra Italiana, Coalizione Civica Vicenza, ANPI Vicenza, Europa verde, Rifondazione Comunista.

“Per i rappresentanti della giunta vicentina il termine “pace” sarebbe divisivo. Preferiscono esporre un bombardiere atomico che chiamare un’area smilitarizzata “Parco della Pace”.
Il sei agosto il mondo ricorda l’olocausto nucleare di Hiroshima. Torniamo al Parco della Pace per riaffermare i valori sociali e ambientali di un luogo nato dall’opposizione vicentina alla guerra – affermano gli organizzatori in una nota -. A partire da giugno 2006 Vicenza è stata attraversata da una straordinaria mobilitazione che, iniziata per opporsi alla costruzione di una nuova base militare statunitense nell’area del Dal Molin, ha poi imparato a parlare di ambiente, beni comuni, democrazia, rifiuto della guerra. Fin da subito, l’opposizione alla militarizzazione non si è limitata a esprimere una contrarietà, ma ha anche dimostrato, attraverso l’ingresso nell’area militare e la piantumazione di 150 alberelli a settembre 2007, la volontà di trasformare quel territorio in uno spazio demilitarizzato e a disposizione della città: il Parco della Pace. La costruzione della nuova base militare è poi stata imposta, nonostante la maggioranza dei cittadini abbia manifestato con ogni strumento la propria contrarietà. Tuttavia, metà dell’area che gli statunitensi pensavano di occupare è stata smilitarizzata e riconsegnata ai cittadini per diventare uno spazio capace di esprimere le tante ragioni che hanno spinto le/i vicentini a opporsi ai progetti a stelle e strisce. Negli ultimi anni l’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Rucco ha cercato con ogni strumento di cancellare la storia che il Parco della Pace rappresenta, modificando i progetti e chiudendo ogni spazio per la partecipazione attiva dei cittadini sia nella progettazione sia nella gestione dell’area. Con l’ansia di cancellare dalla memoria una delle più appassionanti vicende della storia vicentina, la Giunta comunale vorrebbe ora cambiare anche il nome a quel parco, che le/i vicentini hanno identificato fin da subito come il Parco della Pace”.

“Quel territorio e quel nome rappresentano l’ambizione, condivisa da tante e tanti cittadini, di una città libera dalle servitù militari, ‘paròna a casa propria’, capace di tutelare le proprie risorse più preziose, come la falda acquifera e l’ambiente, cercando forme e strumenti nuovi per gestire i beni comuni. Chi vuol cancellare il nome ‘Parco della Pace’ vuol distruggere tutto ciò, calpestando ancora una volta quanto le/i vicentine/i hanno costruito in anni di mobilitazione e di impegno civico. Non resteremo silenti di fronte a coloro che vogliono riscrivere l’identità stessa di Vicenza, prima cancellando la clausola antifascista dallo Statuto Comunale, poi cambiando il nome a un parco che è il frutto dell’attivismo e della passione di tante e tanti vicentini, e che mai sarebbe diventato uno spazio pubblico e aperto ai cittadini senza il loro impegno. Come dicevamo 15 anni fa, “questa terra è la nostra terra”. E quel che racconta, attraverso i suoi luoghi e la loro storia, è la nostra storia. Per questa ragione, venerdì 6 agosto – giornata in cui ricordiamo lo sgancio da parte dell’aviazione statunitense della prima bomba atomica su Hiroshima – torneremo all’ingresso del Parco della Pace. Attraverso la musica, l’arte e le nostre parole, esprimeremo la voglia di vivere una città capace di difendere i beni comuni, affrontare l’emergenza climatica e affermare l’identità di una comunità che riconosce le tante cause che possono portare alla guerra e prova a contrastarle. È per queste ragioni che l’area verde strappata alla guerra è il Parco della Pace – conclude la nota – ed è questo il nome con il quale le/i vicentine/i continueranno a chiamare quell’area”.