Per il Fondo Monetario Internazionale le prospettive globali potrebbero essere migliori di quanto temuto

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Fondo Monetario Internazionale

Il Fondo Monetario Internazionale ha fatto sapere di aspettarsi un rallentamento dell’economia globale quest’anno, in quanto le banche centrali continueranno ad aumentare i tassi di interesse per contenere l’inflazione, ma ha anche suggerito che la produzione sarà più resistente di quanto previsto in precedenza e che probabilmente si eviterà una recessione globale.

Il FMI ha aggiornato le proiezioni di crescita economica per il 2023 e il 2024 nel suo rapporto World Economic Outlook, indicando tra le ragioni di una previsione più ottimistica la resistenza dei consumatori e la riapertura dell’economia cinese. Il Fondo ha tuttavia avvertito che la lotta all’inflazione non è finita e ha esortato le banche centrali a evitare la tentazione di cambiare rotta.

Secondo le proiezioni, la produzione globale dovrebbe rallentare al 2,9% nel 2023, rispetto al 3,4% dello scorso anno, prima di risalire al 3,1% nel 2024. L’inflazione, dal canto suo, dovrebbe scendere al 6,6% quest’anno dall’8,8% del 2022, per poi scendere al 4,3% l’anno prossimo.

Dopo una serie di declassamenti negli ultimi anni a causa dell’aggravarsi della pandemia e dell’intensificarsi della guerra della Russia in Ucraina, le ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale sono state più rosee di quelle rilasciate a ottobre.

Da allora, la Cina ha bruscamente invertito la sua politica di chiusura “zero Covid” per contenere la pandemia e ha avviato una rapida riapertura.

Per il Fondo la crisi energetica in Europa è stata meno grave di quanto inizialmente temuto e l’indebolimento del dollaro americano sta dando sollievo ai mercati emergenti. Il rapporto avverte inoltre che l’economia globale è ancora esposta a rischi considerevoli, spiegando che la pesante situazione sanitaria in Cina potrebbe frenare la ripresa, la guerra della Russia in Ucraina potrebbe aggravarsi e l’inasprimento dei costi di finanziamento globali potrebbe peggiorare la sofferenza del debito.

Fonte: The Vision