Pfas, Bigon (PD): “Preoccupa ritardo smantellamento Miteni, il Covid non può essere una scusa”

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«Il dramma del Covid non sia un pretesto per rallentare le operazioni di smantellamento della Miteni: speriamo che il nuovo cronoprogramma venga rispettato e non ci siano ulteriori ritardi, ma non è un bel segnale». Lo afferma in un comunicato Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico a proposito dello slittamento a fine anno, dall’autunno, della rimozione degli impianti di Trissino, ritenuti i principali responsabili dell’inquinamento da Pfas in Veneto, da parte dell’azienda indiana Viva Life Sciences che si è aggiudicata brevetti e macchinari della Miteni.

«A quanto si apprende i tempi più lunghi riguardano proprio l’area a nord del sito produttivo, quella indicata come l’origine della contaminazione da Pfas della falda acquifera. Il ritardo nello smantellamento degli impianti andrà inevitabilmente a rallentare tutte le operazioni – spiega Bigon -. È inaccettabile che migliaia di cittadini dopo i danni per la propria salute debbano subire la beffa di non sapere come e quando sarà completata la bonifica dell’area. È un’attesa che dura da almeno sette anni e coinvolge circa 350mila veneti. Adesso è l’ora di accelerare. Ricordo che nell’ultimo bilancio avevo presentato un emendamento che stanziava cinque milioni come accantonamento per ‘sanificare’ l’area di Trissino, somma poi entrata nel maxiemendamento della Giunta e ridotta a tre».

«Una cifra importante, certo non sufficiente – prosegue Bigon – ma soprattutto un segnale di vicinanza ai cittadini lasciati per troppo tempo senza risposte anche dalla Regione: si fosse intervenuti subito probabilmente i danni sarebbero stati inferiori. A ottobre – conclude Bigon – ripartirà il processo ai vertici della Miteni con l’inizio della discussione dell’udienza preliminare: mi auguro che almeno in Tribunale sia fatta fatta giustizia e che un intero territorio sia adeguatamente risarcito».

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