
“L’intera cittadinanza di Arzignano va inserita nel biomonitoraggio sui Pfas o almeno in una operazione di campionamento che faccia luce sulla reale situazione dal punto di vista sanitario. Si tratta di un atto indispensabile e di buon senso”. A dirlo la consigliera regionale Cristina Guarda (Amp) ed il capogruppo del PD, Stefano Fracasso.“Di fatto la fascia arancione dei 500 metri a Canove inferiore, non  prevede alcun biomonitoraggio per i cittadini, ma solo un controllo dei  pozzi privati non allacciati alla rete pubblica. Tutto questo tenendo  fuori la zona da dove i pozzi di Canove prelevano le acque che poi  vengono distribuite all’80% degli abitanti di Arzignano. Ci domandiamo  quindi perché il Comune non sia stato almeno incluso in area gialla,  ovvero non venga considerato almeno come Area di Attenzione, e  attendiamo la risposta della Giunta regionale alla nostra interrogazione  presentata ancora a marzo”.
E di fronte alle notizie, risalenti al  25 aprile scorso, che parlano di “temporanei leggeri” sforamenti dei  limiti nelle analisi dell’acquedotto pubblico di Arzignano, Fracasso e  Guarda sostengono la “necessità di fare almeno un parziale monitoraggio,  vista l’impossibilità di conoscere la quantità di Pfas che i pozzi di  Canove hanno prelevato prima del 2013, anno delle prime analisi, ma  soprattutto prima dell’entrata in funzione delle barriere idrauliche  alla Miteni. Infatti non è da sottovalutare che il plume poteva avere  un’ampiezza maggiore prima della loro installazione”.
I due  consiglieri infine non comprendono “perché il sindaco di Arzignano non  richieda la massima tutela sanitaria per il pozzo di Canove. Peraltro il  primo cittadino non spiega i motivi degli aumenti in bolletta  dell’acqua. Dei 4 enti gestori dell’acqua nelle zone contaminate, Acque  del Chiampo – sottolineano Fracasso e Guarda – è l’unica che ha alzato  le tariffe in bolletta: le altre aziende (CVS, Acque Veronesi e Acque  Vicentine) hanno dirottato i loro fondi di investimenti. Acque del  Chiampo che è controllato con quota maggioritaria proprio dal sindaco di  Arzignano, ha deciso di aumentare le tariffe in questi anni di oltre il  15% per tutti i Comuni, da Crespadoro a Lonigo, e non nega di volerle  aumentare ancora per l’installazione dei filtri”.
 
             
		


