Pnrr: i fondi ci sono ma sono utilizzati solo in parte. La ricaduta e gli altri interventi sulle persone fragili

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PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza
PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza

Nonostante ci sia ancora tempo prima della scadenza del Pnrr, il governo non sta riuscendo a sfruttare tutti i fondi, lasciando milioni inutilizzati (fonte OpenPolis). Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è un’opportunità da sfruttare per rilanciare l’economia italiana dopo la pandemia. In totale sono 191,5 miliardi di euro, di cui la maggior parte (122,6 miliardi) sono prestiti che con il tempo l’Italia dovrà restituire all’Ue sia pur a tassi particolarmente convenienti tanto più se confrontati con quelli attuali di mercato.

I fondi restanti del PNRR sarebbero in capo a sovvenzioni a tasso zero anche se, poi, così non è perché i finanziamenti cosiddetti “a fondo perduto” peseranno sul bilancio UE che, comunque, andrà ripianato dagli Stati aderenti ma, altro dettaglio importante, l’Italia dovrà “versare” di meno perché ha ricevuto una dotazione di fondi maggiore, in percentuale, della sua quota tipica di contribuzione al bilancio dell’Unione.

Oltre ai fondi PNRR il governo ha a disposizione altri 30,62 miliardi di euro da prelevare dalle casse dello Stato. Questi fondi saranno sfruttati anche per dare supporto alle persone più fragili con oltre 2036 interventi in particolare gli anziani, le persone con disabilità e i senza tetto, interventi stimati per un valore di circa 1,45 miliardi. Dei quali però 133 milioni devono essere ancora assegnati

Anziani e persone non autosufficienti

Il primo intervento è denominato “Sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non auto-sufficienti“. Avrà l’obiettivo di prevenire il ricovero degli anziani nelle case di cura, facendo particolare attenzione a quelli non autosufficienti anche in previsione del futuro poiché l’Istat ha calcolato che entro il 2050 gli over 65 passeranno dal 23,5% attuale al 34,9% della popolazione, per giunta complessivamente in calo. Sono stati stanziati 500,1 milioni di euro che verranno sfruttati per migliorare la vita degli anziani. Di fatto più di 300 milioni sono per la riconversione delle residenze sanitarie assistenziali (Rsa) e delle case di riposo in gruppi di appartamenti autonomi con il necessario per assicurare la permanenza in sicurezza. L’obiettivo principale è quello di evitare il ricovero, anche ricorrendo ad elementi di domotica e monitoraggio a distanza. Una parte dei fondi sarà destinata anche alle famiglie economicamente vulnerabili con 84,6 milioni di euro.

Percorsi di autonomia per persone con disabilità

Per le persone affette da disabilità saranno stanziati 500 milioni di euro per incentivare l’inserimento nel mondo del lavoro, ma anche per l’abbattimento delle barriere architettoniche. L’intervento è denominato “Percorsi di autonomia per persone con disabilità” ed ha lo scopo di potenziare l’offerta dei servizi di assistenza domiciliare. In aggiunta sono previsti interventi per fornire ai soggetti dei dispositivi digitali associati ad un supporto formativo volto a fornire un accesso nel mondo del lavoro.

Secondo i rapporti Istat 2021 la popolazione italiana affetta da “disabilità grave” è del 5%, ma i dati non indicano la gravità delle limitazioni. Dei fondi stanziati, però, solo 409,7 miliardi di euro sono stati assegnati, di cui 21,5 milioni a Roma.

Housing e stazioni di posta

Un’ulteriore categoria di popolazione estremamente suscettibile e che richiede protezione è rappresentata dai senza tetto e dai senza fissa dimora. Stiamo considerando un gruppo di quasi 100.000 individui sparsi sull’intero territorio nazionale, ma con una presenza predominante nelle principali città. Finora sono stati stanziati 450 milioni di euro per il progetto chiamato “Housing e stazioni di posta”. L’obiettivo è quello di aiutare i clochard a trovare una sistemazione temporanea, soprattutto nel periodo invernale. Per un massimo di 24 mesi chi ne avrà necessità potrà alloggiare negli appartamenti messi a disposizione dai comuni. Inoltre saranno attivate le cosiddette stazioni di posta, centri che non si limitano solamente a fornire un luogo per trascorrere la notte, ma si impegnano anche nell’offrire una gamma di servizi aggiuntivi, tra cui assistenza medica, distribuzione di provviste alimentari e supporto al’inserimento lavorativo. Con questa strategia si riesce a coinvolgere, oltre ai comuni, anche il settore terziario. 

Secondo le stime Istat 2021, il 13,3% dei senzatetto non raggiunge la maggiore età e quasi la metà si trova nelle principali città italiane. Solo a Roma ci sono circa 22 mila clochard di cui oltre 3000 minorenni. Intanto di questo fondo 405 milioni di euro sono stati assegnati mentre gli altri 45 non hanno ancora un utilizzo deciso.