Polveri sottili: Vicenza tra i centri urbani in ritardo nelle politiche di contenimento

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Vicenza è tra le città nelle quali è più urgente cha altrove l’attuazione di politiche per arginare l’inquinamento da polveri sottili. Lo si apprende dal nuovo report di Legambiente “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi”.

Il rapporto è stato redatto e pubblicato nell’ambito della Clean Cities Campaign, ovvero la coalizione europea di oltre 70 ONG, associazioni ambientaliste, movimenti di base e organizzazioni della società civile che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030.

Dunque, Vicenza figura tra le città dove le misure di prevenzione dello smog sono più urgenti, poiché troppo in ritardo e serve uno sforzo maggiore per centrare l’obiettivo di ridurre le loro concentrazioni e adeguarsi ai nuovi target sulle polveri sottili e la qualità dell’aria in città che sono di 20 µg/mc da non superare per il PM10, 10 µg/mc per il PM2.5, 20 µg/mc per l’NO2).

Vicenza è in “buona compagnia”: in questa categoria figurano anche Torino, Milano, Cremona, Andria, Alessandria per il PM10; Monza, Milano, Cremona, Padova e Vicenza (57%), Bergamo, Piacenza, Alessandria e Torino, Como, Brescia, Asti e Mantova per il PM2.5. E ancora, Milano, Torino, Palermo, Como, Catania, Roma, Monza, Genova, Trento e Bolzano per l’NO2.

Legambiente precisa che l’unità di misura con la quale vengono espresse le concentrazioni di NO2, PM2.5 e PM10 è microgrammi per metro cubo di aria (µg/mc).

Restando alla Regione Veneto, il report segnala Padova e Venezia nella categoria ben più grave delle città italiane che hanno superato i limiti giornalieri di PM10 con Torino, Milano, Modena e Asti: ovvero centri urbani che hanno registrato più del doppio degli sforamenti consentiti.

Il rapporto di Legambiente “MalAria di città. Cambio di passo cercasi” sottolinea, oltre agli sforamenti giornalieri anche il ritardo per l’adeguamento alla nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria. Per il documento, gli interventi più urgenti riguardano la costituzione di zone a zero emissioni, e il miglioramento del trasporto pubblico attraverso l’impiego di mezzi ad energia elettrica.

Clicca qui per consultare il nuovo report di Legambiente

Le proposte di Legambiente. Per combattere l’inquinamento in ambito urbano, l’Associazione propone una serie di interventi “a misura di città”:

  1. Il passaggio dalle Ztl (zone a traffico limitato) alle ZEZ (Zone a zero emissioni). Come dimostra l’esperienza di Milano (con l’area B) e, soprattutto, dell’ultra Low Emission Zone londinese, le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti riducono le emissioni da traffico del 30% e del 40%.
  2. LEZ anche per il riscaldamento. Serve un grande piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata, e incentivare una drastica riconversione delle abitazioni ad emissioni zero grazie alla capillare diffusione di misure strutturali, come il Superbonus, opportunamente corretto dagli errori del passato come gli incentivi alla sostituzione delle caldaie a gas.
  3. Potenziamento del Trasporto Pubblico e Trasporto Rapido di Massa (TRM) attraverso la quadruplicazione dell’offerta di linea e la promozione di abbonamenti integrati, come fece la Germania nell’estate del 2022.
  4. Sharing mobility. Incentivare la mobilità elettrica condivisa (micro, bici, auto, van e cargo bike) e realizzare e realizzare ulteriori 16.000 km di percorsi ciclabili.
  5. Ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo, “città dei 15 minuti”, sicurezza stradale verso la “Vision Zero”, “città 30” all’ora seguendo l’esempio di Cesena, Torino, Bologna e Milano.
  6. Tutto elettrico in cittàanche prima del 2035, grazie alla progressiva estensione delle ZEZ alla triplicazione dell’immatricolazione di autobus elettrici e l’istituzione dei distretti ZED (Zero Emissions Distribution).