Porto Burci a Vicenza e Arcadia a Schio, Cunegato (Veneto che vogliamo): “bizzarro patrocinare iniziative commerciali ma non culturali”

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Anche Carlo Cunegato, consigliere comunale di Schio candidato alle regionali con ‘Il Veneto che vogliamo’, in cui ha avuto molto successo, nella sua zona, anche se non è riuscito a entrare in consiglio, commenta la vicenda del circolo culturale Porto Burci di Vicenza, che potrebbe chiudere, ma non si sa ancora se verrà recuperato spostandolo in un’altra zona, dato che attualmente non è stato pubblicato un bando. Se da un lato Porto Burci nacque da un’iniziativa politica, di centrosinistra, ora rischia di chiudere per un’altra iniziativa politica, di centrodestra, ma nel frattempo si è costruito una realtà importante per Vicenza con corsi, concerti, mostre, reading, dibattiti. I”n Italia le start-up che sono arrivate ad un fatturato di 5 milioni di euro sono 27 al 2018, e la maggioranza, il 56,6% è in perdita – scrive Cunegato su Facebook -. Quel che vale per l’informatica non vale per la cultura e la produzione di pensiero che sono relegati al rango di prodotti succedanei nell’universo di valori del Veneto attuale. E’ il caso di csa Arcadia a Schio e di Porto Burci a Vicenza, due realtà che rischiano lo sfratto per fare spazio alle necessità impellenti ed irrinunciabili delle amministrazioni locali: rispettivamente un magazzino e degli uffici dell’università”.

“Due realtà in cui gruppi di giovani appassionati hanno deciso di investire il loro tempo e le loro energie per costruire realtà al servizio della cittadinanza e del territorio, che offrono gratuitamente corsi, conferenze, concerti, mostre ed occasioni di riflessione e di aggregazione in un mondo in cui la solitudine è un problema sociale – aggiunge -. L’esperienza dimostra che questi spazi diventano a loro volta incubatori di iniziative e di cultura stimolando la partecipazione e la proposta. Trovo bizzarro che le stesse amministrazioni, che giustamente patrocinano le iniziative di talento commerciali, non riconoscano l’importanza, ed anzi ostacolino, chi propone con talento nuovi modi di stare insieme. La parola “cultura” deriva da colere, che significa “seminare”. Ci sono giovani che hanno seminato, hanno costruito luoghi di incontro, di elaborazione culturale, dove si creano momenti di socialità intelligente. È veramente avvilente che questo patrimonio di idee, relazioni, cooperazione, anziché essere favorito – conclude Cunegato – venga distrutto”.

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