Processo BPVi, Zonin (e Bankitalia) nel mirino delle parti civili private: Bertelle scoppia anche a piangere, ma in aula non c’è nessuno. Né imputati né vittime….

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Processo BPVi: Deborah De Stefano con giudici a latere Elena Garbo e Camilla Amedoro
Processo BPVi: Deborah De Stefano con giudici a latere Elena Garbo e Camilla Amedoro

Dopo il deposito mattutino delle conclusioni scritte dei legali delle parti civili costituitesi contro gli imputati nel processo BPVi (l’accusa, ricordiamolo, ha chiesto 10 anni per Zonin, 8 anni e 6 mesi per Giustini, 8 anni e 2 mesi per Zigliotto, Pellegrini e Marin, 8 anni per Piazzetta e 300.000 € per BPVi) in dieci si sono presentati nel pomeriggio in aula per argomentare nelle loro arringhe orali accuse, richieste di danni ed esclusioni da questi di Bankitalia e Consob.

Proporremo con i necessari tempi tecnici tutti i video di queste arringhe ma anticipiamo che, se tutte hanno avuto nel mirino Gianni Zonin, molte hanno puntato anche Banca d’Italia e gran parte sono state concrete e focalizzate sul dramma che il crac della BPVi ha scatenato per 118.000 risparmiatori soci azzerati, alcune ci hanno colpito per la particolare lucidità delle argomentazioni di certo legali ma allargate anche all’etica, protagonista ignota nei corridoi ai piani alti della Banca Popolare di Vicenza.

Ma altre ci hanno toccato anche nel profondo pur conoscendo da tempo e bene, possiamo dirlo, non solo i fatti post flop della BPVi ma anche gli antefatti che lo facevano presagire avendone scritto, spesso in solitaria e a nostro… rischio e pericolo, fin dall’agosto 2010 (vedi “Vicenza. La città sbancata“, il libro che raccoglie gli articoli fin da allora pubblicati su questo giornale).

Due arringhe su tutte le citiamo fin d’ora anche se tutte meritano attenzione e a tutte dedicheremo attenzione per richiamare la vostra: quella dell’avvocato Luigi Ravagnan, chirurgico nel sezionare la mala gestio della banca con Zonin suo dominus, e l’altra di Renato Bertelle, che a un certo punto non ha saputo trattenere le lacrime rivivendo il dramma di una famiglia azzerata che ha avuto anche un morto per crepacuore e che non sa come andare avanti per i problemi che devono affrontare i suoi componenti, in gran parte disabili.

Questi video consegneremo alla memoria storica della città e del Paese e altrettanto faremo con quelli degli altri avvocati (Vettore, Palazzo, Ravagnan, Lucibello, Ciccotto, Bortolamei, La Bella, Pedoja e Bottega) che nell’ultima udienza a loro riservata ci hanno messo la faccia senza che neanche un imputato, fatto avvenuto oggi per la prima volta in questo processo, fosse presente in aula ad ascoltarli .

Per “umana contrizione”, per “disumana insensibilità” o per adeguarsi all’assenza sistematica in aula delle vittime.