“Protesta dei pesci di fiume”, a Pedemonte in riva all’Astico il flash-mob contro le centraline

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protesta fiume
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Si è svolto il 25 gennaio a Casotto, Pedemonte (Vi) – ci scrive Irma Lovato Serena – il flash mob promosso da cittadini e da associazioni ambientaliste denominato “Protesta dei pesci di fiume”: l’intento di tale manifestazione, svoltasi in contemporanea in un centinaio di luoghi d’ Italia, è quello di informare e sensibilizzare l’ opinione pubblica e gli organi preposti sull’ utilizzo sconsiderato o poco accorto o per nulla controllato dell’ acqua dei fiumi, da parte di chi gestisce centraline idroelettriche.

Negli ultimi anni si è notato nel territorio dell’ Alto Vicentino, una capillarità lievemente sospetta sulla proliferazione di progetti idroelettrici; progetti che mettono a rischio i corsi d’ acqua naturali, con tutte le conseguenze che ciò comporta, a partire dall’ impoverimento della vita del fiume, fino al prosciugamento dello stesso; non casuali quindi gli altri due luoghi scelti per le manifestazioni: Valdagno e Valli del Pasubio.

Ben venga, sottolineano gli organizzatori, l’ energia pulita generata da fonti rinnovabili, purché dietro a questa prospettiva ecologica non si nascondano interessi economici che vanno a descapito della collettività.

La nota del Wwf, chiede al ministro dell’ Ambiente Sergio Costa lo “Stop ai progetti idroelettrici che mettono a rischio i corsi d’ acqua naturali. E’ inaccettabile che le Regioni aggirino la procedura di infrazione sulla Direttiva acque: dobbiamo evitare un ulteriore danno ai nostri fiumi. Anche quando si tratta di energia idroelettrica”.

E’ sotto i loro occhi, per chi vive sulle sponde dell’ Astico, il cambiamento verificatosi dal 2010 anno in cui è entrata in funzione la centralina idroelettrica: oltre alla moria dei pesci, si nota la scarsità di acqua presente nell’ alvo del fiume fino a vederne, in alcuni periodi, la totale secchezza.

Indubbiamente i cambiamenti climatici stanno influendo su ogni forma di vita; ma ciò che appare evidente è che l’ uomo non ha ancora compreso l’ importanza dell’ acqua quale “bene comune” non infinito e quindi da tutelare contro ogni speculazione e spreco.

Visto il silenzio assordante sull’ argomento, viene da chiedersi da che parte stà la politica, il cui primo obiettivo dovrebbe essere quello di tutelare i beni comuni per il bene comune.

Ma ora all’ orizzonte si vedono solo i cittadini a manifestare, per chiedere controlli intransigenti e ferrei su chi ricava sostanziosi utili, forse senza neanche rispettare il DMV (deflusso minimo vitale).