On. Pierantonio Zanettin ieri la ministra Cartabia ha illustrato le linee guida della riforma del processo penale, quali sono le sue prime impressioni?
Molto positive. Quando la prof.ssa Cartabia è stata nominata ministro, ho espresso subito fiducia nella sua persona. Dopo i tre anni di oscurantismo manettaro e giustizialista di Bonafede arrivava in via Arenula una ex presidente della Corte Costituzionale.
Per me era scontato che avrebbe ispirato le riforme ai principi costituzionali della ragionevole durata del processo e della presunzione di non colpevolezza. Quanto ci è stato presentato ieri conferma una radicale svolta nella impostazione della politica in materia di giustizia. Su queste basi si può avviare un proficuo lavoro parlamentare in Commissione.
Quali sono a suo giudizio gli aspetti più significativi della riforma Cartabia?
Certamente le due alternative proposte sulla prescrizione sono politicamente e costituzionalmente dirompenti.
Si passa da un “fine processo mai”, imposto da Bonafede, a tempi certi per la definizione dei processi, così come stabilito anche dalla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo. Degna di particolare menzione è anche l’inappellabilità delle sentenze di primo grado da parte del pubblico ministero.
Tra l’altro era uno degli emendamenti più significativi tra quelli che avevo presentato e mi dà soddisfazione vederlo ripreso tra le proposte del governo. Ma in generale apprezzo lo spirito pragmatico e garantista che si coglie nella proposte della ministra.
Le forze politiche della maggioranza hanno tutte espresso giudizi positivi, ma tacciono invece i 5 Stelle.
Secondo Lei i cosa faranno?
È chiaro che sono rimasti spiazzati dalla svolta della Ministra. Forse nessuno aveva intuito che avrebbe assunto una posizione così netta e coraggiosa, soprattutto in tema di prescrizione.
Non credo, però, che gli esponenti del Movimento 5 Stelle saboteranno la riforma. È troppo importante che essa giunga a buon termine.
Alla riduzione dei tempi dei processi, civile e penale, è legato l’intero Recovery Fund. Se non si otterrà questo risultato nei tempi prestabiliti, il paese sarà obbligato a restituire tutti i fondi ottenuti dall’Unione Europea.
Credo che nessuno oggi nel Parlamento italiano sia disposto ad assumersi questa grave responsabilità.