Roma onora Simonetta Avalle con l’intitolazione di un palasport. E Vicenza dimentica Antonio Concato, il presidente del grande basket berico

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Simonetta Avalle e Antonio Concato
Simonetta Avalle e Antonio Concato

Roma si muove, Vicenza tace. Mentre nella Capitale l’Assemblea Capitolina ha approvato all’unanimità la mozione per intitolare un palazzetto dello sport a Simonetta Avalle, figura indimenticabile della pallavolo italiana e allenatrice anche della Minetti Vicenza, la città del Palladio resta immobile nel ricordare chi l’ha resa celebre nello sport. Nessuna decisione, ad esempio, per Antonio Concato, lo storico presidente del Vicenza Basket, artefice di successi nazionali ed europei della squadra che, agli albori della sua storia, giocò persino nella Basilica Palladiana, simbolo della città e delle sue eccellenze.

La differenza di sensibilità tra le due città è evidente: Roma sceglie di celebrare Avalle, riconoscendole un’eredità sportiva e umana profonda, mentre Vicenza, tra non dichiarate gelosie di parte, non ha ancora trovato il coraggio o la volontà di legare il nome di un suo grande protagonista sportivo a un luogo della memoria pubblica, nonostante l’iniziativa lanciata su questa testata per il PalaConcato già il 23 ottobre 2018, a pochi giorni dalla sua scomparsa nella notte tra il 22 e il 23 settembre, e nonostante una successiva petizione del 2023 su Change.org firmata, tra i tanti, da Roberto Pellizzaro, dal Csi e, ovviamente, da chi vi scrive, già presidente del volley femminile cittadino, vincente ma mai, anche per la vile complicità dei poteri locali che ne interruppero il cammino gioioso, come il basket rosa del patron vicentino.

Nella mozione approvata il 15 ottobre 2025, il Consigliere capitolino e Presidente della X Commissione Sport Nando Bonessio ha, infatti, proposto l’intitolazione di uno dei nuovi palazzetti romani — tra via Maroi, Colli d’Oro e Cesano — alla memoria di Simonetta Avalle, “una docente di Lettere e Filosofia che ha saputo trasformare la sua cultura in passione sportiva, ottenendo risultati di prestigio regionale e nazionale”. Avalle, che aveva portato quartieri popolari come Tor Sapienza e Casal dei Pazzi ai vertici della pallavolo femminile conquistando la Serie A, è stata ricordata come “una figura stimata in tutto l’ambiente del volley, capace di formare generazioni di giovani atlete e di coniugare cultura, educazione e sport”.

Bonessio ha aggiunto che l’assessore capitolino allo sport, Alessandro Onorato, si è già detto pronto a sostenere l’iter per l’intitolazione ufficiale. “Con questa mozione — ha dichiarato — Roma rende omaggio a una donna che ha saputo unire intelligenza e passione, lasciando un segno indelebile nella storia dello sport italiano”.

Un riconoscimento che arriva a poco più di un anno dalla sua scomparsa e che conferma, come abbiamo scritto su ViPiù, l’immortalità umana e sportiva della “signora del volley”, amata da atlete, colleghi e tifosi per la sua forza morale e la capacità di insegnare la vita attraverso lo sport.

Vicenza, che aveva ammirato anche “Simo” Avalle per la sua professionalità alla guida della Minetti, avrebbe oggi un’occasione preziosa per riflettere. Perché se Roma ha deciso di costruire memoria e gratitudine a lei, la “signora del volley”, la città berica non può continuare a dimenticare il suo ambasciatore principe nello sport, Antonio Concato. Riconoscere il suo valore non è solo un atto di nostalgia: è un dovere di civiltà e di memoria collettiva. Roma lo ha fatto per Simonetta.