Rucco di sicuro candidato sindaco di Vicenza ma FdI e Lega non lo vogliono in “quota propria”: “Spartizione… civica?”

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Luigi Ugone con Matteo Salvini, Zaia e Francesco Rucco in campagna elettorale 2018 a Vicenza
Luigi Ugone con Matteo Salvini, Zaia e Francesco Rucco in campagna elettorale 2018 a Vicenza

Leggendo quanto scritto dalla nostra redazione («Tommaso Foti a Il Giornale di Vicenza: “Candidatura Rucco? Decide tavolo nazionale di Fdi, Lega e FI. Ciò che conta è l’unità”») e avendo fatto anche un giretto personale a Roma, mercoledì 9 marzo scorso tra Camera e Senato, ecco la lettura che ci sembra la più plausibile sul tira e molla in atto che non ha ancora portato alla sua designazione ufficiale a Roma e non in città… da parte dei tre partiti della coalizione di governo.

Se Tommaso Foti ha detto che “Le ufficializzazioni dipendono da un tavolo nazionale. Vi è una regola non scritta che i sindaci al primo mandato che sono disponibili a ricandidarsi vengono ricandidati, ma la parola definitiva spetta al tavolo nazionale che si pronuncerà a breve“, cosa vogliono dire queste frasi?

Semplicemente che, superata la “guerriglia interna” di Donazzan e Conte contro il sindaco uscente, Francesco Rucco di sicuro è il candidato civico del centro destra (non il “candidato del centro destra civico”, lo ripetiamo ai ghost writer e spin doctor, visto che sono tre i partiti ad appoggiarlo!) ma Lega e FdI stanno strattonandosi fra di loro, con Forza Italia in questo caso spettatrice), per attribuire  ognuno all’altro la paternità della candidatura.

Perché?

Perché, ed è storia che nasce dai conteggi pre elettorali di ripartizione dei seggi, che, poi, hanno dato vita al governo Meloni, vincitrice straripante rispetto a Lega e FI, in quel tavolo nazionale si fa la conta di “chi è in quota di chi“, in modo da avere il maggior numero possibile di candidati di fiducia e gradimento da potersi giocare nelle varie elezioni.

Tanto per esemplificare (il discorso vale per sindaci di città importanti e presidenti di regioni prossimi futuri) se Rucco verrà “conteggiato” in quota Lega, FdI maturerà un altro credito di candidature; diversamente avverrà se la “fantomatica tessera leghista” rimarrà nel cassetto per avere un Rucco “fratello d’Italia” a Vicenza.

E, quando si discuterà fra un anno, su chi, tra Lega e FdI, avrà diritto a designare il candidato alla presidenza della regione Veneto, un Rucco “leghista” a Vicenza aprirà più facilmente, oltre ai pesi elettorali, le porte a un candidato di FdI per palazzo Balbi.

E poi ci chiediamo perché la politica non attragga più chi ancora pensa che debba essere al servizio dei cittadini e non delle torte da dividere…


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