San Francesco e Vicenza

144
San Francesco Vecchio a Vicenza, resti della chiesa tardoromanica del XIII secolo: ci accede dal civico 18 di Piazza Castello
San Francesco Vecchio a Vicenza, resti della chiesa tardoromanica del XIII secolo: ci accede dal civico 18 di Piazza Castello

Chiese, capitelli e addirittura due vie dedicate al patrono d’Italia. Chiaramente Vicenza dimostra un legame e una devozione particolari per San Francesco d’Assisi, che si celebra nuovamente come festa nazionale il 4 ottobre. In una delle due vie, quella denominata San Francesco vecchio, nei pressi di piazza Castello, per distinguerla da San Francesco “nuovo” in Borgo Pusterla dove era il convento delle Clarisse, c’è la chiesa antica a lui dedicata.

Resti chiesa San Francesco Nuovo Vicenza
Resti chiesa San Francesco Nuovo Vicenza

E qui la storia si allunga giungendo ai tempi del poverello di Assisi che secondo la tradizione sarebbe venuto a Vicenza una prima volta nel 1216 per accompagnarvi i suoi frati che si stabiliranno nell’antica chiesa e annesso ospedale di S. Salvatore, allora gestito dal capitolo della Cattedrale che lo affideranno ai francescani. In seguito alla canonizzazione di S. Francesco nel 1228 la chiesa fu a lui dedicata (pag. 691, Vicenza ritratto di una città di Franco Barbieri e Renato Cevese).

Ma si ha memoria di una seconda venuta di Francesco a Vicenza.

Nell’estate del 1220, Francesco arrivava a Venezia proveniente dall’Egitto dopo aver incontrato il Sultano durante la quinta crociata. All’isola delle “Do Vigne” (più tardi isola di S. Francesco del deserto) dopo aver fondato una comunità tra le “paludi veneziane” si diresse a Verona passando per Vicenza dove sosterà come ci ricorda il padre Barbarano nella sua Historia a pag. 171 del 1° vol. E qui si incontrerà col vescovo Rinaldo (Annali d’Italia di L.A. Muratori, 159, XI) e secondo la leggenda celebrerà il Natale nel duomo, allora a cinque navate e più lungo di 16 metri. Cattedrale oltre che sede di culto utilizzata anche per le pubbliche riunioni. Il consiglio plenario del Comune, infatti, si riuniva in duomo sotto la presidenza del vescovo. Dunque, in quanto edificio pubblico da far visitare agli ospiti come frate Francesco. Ed essendo Natale la leggenda ricorda che proprio nel duomo, in una navata laterale appositamente illuminata dai ceri, fu allestito il presepio vivente, tre anni prima di quello di Greccio. Accompagnati il bue e l’asino e in mezzo una famigliola, mamma, papà e bambino neonato. Francesco dall’ambone a predicare: spiega il significato del Natale. Il bue simboleggia il popolo ebreo, l’asino il mondo pagano. Il Salvatore in mezzo a riunire i due mondi.

È immaginabile l’entusiasmo e più ancora la curiosità dei vicentini: poter vedere da vicino un ospite già noto in tutta Europa. A stento il piccolo frate attorniato dai suoi compagni riuscirà a sottrarsi alla ressa dei cittadini per poi, appena fuori le mura cittadine, avviarsi verso Verona. Intanto qualche decennio più tardi i frati, che avevano radunato attorno al loro convento tanta parte della città, vengono invitati dal Capitolo della Cattedrale a costruirsi una loro chiesa fuori città. Il terreno veniva loro offerto là dove c’era un capitello dedicato al martire romano S.Lorenzo. E negli ultimi due decenni del 1200 vi costruiranno coi finanziamenti del Comune la chiesa di S.Lorenzo, proprio in contemporanea con la costruzione della basilica di S.Antonio a Padova. Ci resta ancora da dire di S. Francesco nuovo. Nel 1507-1508 in Borgo Pusterla sorgerà la chiesa con convenuto delle Clarisse il secondo ordine francescano. Ora quella chiesa, ricordata anche da una predella della pala di S. Francesco nuovo nella pinacoteca di Palazzo Chiericati, è ancora visibile; attualmente una palestra gestita prima dalle scuole Luigi da Porto e attualmente da privati. Le due chiese di S. Francesco vecchio e di S. Francesco nuovo sono entrambe visibili sulle rispettive vie e il 4 ottobre, festa di S. Francesco, meriterebbero essere visitate dai vicentini e indicate ai turisti.