Sblocco sfratti, Confederazione nazionale inquilini associati: “tra poco migliaia di famiglie non troveranno casa”

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No agli sfratti
No agli sfratti

In prossimità della scadenza del blocco degli sfratti CO.N.I.A. (Confederazione nazionale inquilini associati)  esprime in un comunicato la preoccupazione per l’assenza, al momento, di una soluzione. “Eppure migliaia di famiglie, non solo quelle sotto sfratto ma molte di più, causa emergenza, tra poco non troveranno dove abitare – si legge nella notta -. Dell’edilizia residenziale pubblica meglio non fomentare le reazioni di quanti attendono da anni
l’assegnazione di un alloggio. Che, anzi, oltre all’imbarazzo per le oltre 650 mila famiglie in liste d’attesa pre-Covid, i gestori degli enti preposti farebbero bene a dimettersi anche perché dovendo governare patrimoni rilevanti non è chiaro se secondo criteri di efficienza ed economicità o con compiti di assistenza per le fasce di inquilinato più bisognose.
Due strategie fra loro contrastanti; finchè non verrà risolta quest’ambiguità istituzionale, la
situazione non potrà che peggiorare. Da decenni infatti gli ex IACP, ora a gestione regionale, non garantiscono più un alloggio, addirittura diminuendo le scorte, causa vendite, degrado, occupazioni”.

“Il settore pubblico che in passato con i famosi piani INA-CASA poi Gescal ha risolto emergenze come o anche peggiori dell’attuale, ora non è più all’altezza del compito.
Nel frattempo si è ricorsi a strumenti finanziari in favore degli inquilini ma con l’unico risultato dello spreco di risorse. Il fondo sostegno affitti, il fondo morosità incolpevole, per citare i due espedienti che non risolvono né soddisfano alcuna delle parti del rapporto locatizio. Manca un Progetto verso cui veicolare gli sforzi e accentrare gli impegni di spesa. E allora al punto in cui siamo non resta che ricorrere all’unica ricetta. Come avviene nelle principali città d’Europa, l’affitto, appositamente adattato, per fronteggiare la crescente domanda. L’affitto a canoni calmierati, che, andando oltre al poco incisivo “canone concordato”, preveda apposite garanzie e agevolazioni onde motivare la messa a disposizione degli immobili. A cominciare dalle case inutilizzate, con immediati vantaggi per l’inquilinato, per la stessa proprietà e, non ultimo, contro il degrado dei centri storici.
Spetterà ai Comuni, adeguatamente attrezzati, sia normativamente che finanziariamente,
attivare l’affitto con un canone modulato secondo necessità”.

“Va insomma superata la forte polarizzazione che irrigidisce il mercato abitativo con canoni pubblici molto bassi e canoni privati troppo alti. Tra i due estremi, lo spazio per l’affitto gestito dall’ente locale. Il Comune, per la sua maggiore aderenza alla realtà sociale e dimensione ottimale per una politica della casa in affitto – conclude il comunicato – andrà subito posto nelle condizioni per affrontare l’incombente emergenza”.