La sconfitta con il Perugia segna il futuro del Vicenza. Poggi: Baldini non poteva trasformare una squadra senza grinta in un pugno di marines

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La sconfitta con il Perugia:Maggio fra i migliori dell'Lr Vicenza
Christian Maggio è stato fra i migliori biancorossi nella partita persa con il Perugia (foto dal sito ufficiale dell'LR Vicenza)

La sconfitta con il Perugia segna, in modo quasi certamente irreparabile, il futuro del Vicenza. Per gli irriducibili tifosi a oltranza resta ancora solo la speranza che si possa sovvertire sul filo di lana un destino a cui sembra non si possa sfuggire. Ma il corridoio si fa sempre più stretto e la strada è quasi finita.

Sarebbe quasi inutile parlare di Vicenza-Perugia. È stata una partita come tante altre viste in questo campionato, presentata alla vigilia come la ennesima “finale” (da quant’è che si usa questa espressione in casa biancorossa?) e giocata, invece, come un match di fine campionato di una squadra che ha raggiunto i suoi obbiettivi.

Anche la mossa disperata di ingaggiare a quattro giornate dal termine un nuovo allenatore è stata inutile. Com’era più che prevedibile. È stata sbagliata la scelta del momento dell’avvicendamento fra Brocchi e Baldini, è stata probabilmente sbagliata anche la scelta del sostituto.

Baldini non trasforma una squadra senza grinta in un pugno di marines

L’ex del Catania non è un tecnico di categoria e, per sua ammissione, non sapeva nulla del Vicenza fino alla vigilia della sua chiamata. Ha accettato la proposta dell’amico Balzaretti consapevole del rischio professionale che si assumeva, forse anche con la speranza (o la promessa?) di una estensione del suo mini-contratto al prossimo campionato, Serie B o Lega Pro che sia.

In una settimana di lavoro non è riuscito a trasformare una squadra che, per tutto il campionato, ha giocato prevalentemente di rimessa e senza grinta, in un pugno di marines pronti ad entrare in campo con il coltello fra i denti e a non mollare mai.

Il suo proposito di dare aggressività a tutto campo ai compassati giocatori biancorossi si è spento dopo appena un quarto d’ora. Se Baldini avesse conosciuto meglio il gruppo che andava a guidare, magari sarebbe stato più cauto nel manifestare il suo piano strategico. Anche se non ha seguito la stagione del Vicenza, come ex-giocatore professionista e come allenatore con otto anni in carriera, sa comunque abbastanza di calcio per capire in pochi allenamenti il materiale umano che la società gli ha messo a disposizione. Ha sbagliato anche lui, però. Non si può cavar sangue da una rapa e, nel caso, non si può pretendere di far diventare truppe d’assalto un plotone di furieri.

Visto cos’aveva per le mani, Baldini avrebbe dovuto ripiegare su una gestione diversa del gruppo e della partita, con una tattica più accorta e utilitaristica. Ormai è chiaro che il 4-3-3 non è un modulo adatto a questa squadra, perché insistere?

I soliti difetti: attacco che non segna e difesa che becca sempre

I connotati del Vicenza 2021-2022 sono ben noti. I dati statistici sono chiarissimi: si segna pochissimo e la difesa è un colabrodo. È un mix mefitico che indirizza inevitabilmente un campionato verso esiti nefasti. Così è stato anche nella sconfitta con il Perugia.

Nel primo tempo il possesso-palla è stato al 65% degli ospiti e il Lane ha fatto in tutto due tiri, di cui uno solo in porta (quello del gol del temporaneo vantaggio al secondo minuto di gioco). Agli umbri è bastato un unico tiro per fare gol. Nel secondo il possesso si è equilibrato (54-46) ma i biancorossi sono riusciti a partorire in tutto quattro tiri in porta, il Perugia ne ha fatto di nuovo uno solo ed è stato sufficiente per passare in vantaggio e vincere la partita.

Numeri eloquenti e incontestabili. Fotografano un rendimento deficitario sempre negli stessi punti, una tara ormai indelebile, un problema senza rimedio.

La sconfitta con il Perugia ha approfondito la rottura fra i tifosi e la società

Di sfondo a questo triste epilogo sportivo si assiste alla frattura sempre più profonda fra i tifosi e la società. La sconfitta con il Perugia ha acuito il distacco fra le parti ed è ormai il caso di cominciare a preoccuparsi per il futuro.

La società è di proprietà di un socio di maggioranza, che è OTB, la holding che controlla le società della famiglia Rosso, e di una pattuglia di soci di minoranza di cui si conosce l’identità ma che, aleno apparentemente, non conta nulla nell’amministrazione dell’LR Vicenza. Alcuni di questi soci minori fanno parte del Cda ma la loro voce, fuori da quello, non si sente mai tant’è che vien quasi il sospetto che sia intercorso un patto di riservatezza fra maggioranza e minoranza. Mai una critica, mai una dichiarazione è uscita dalla bocca di imprenditori (anche di primissimo piano) presentati come rappresentanti del territorio e delle sue migliori realtà produttive quando avevano acquistato le azioni del Vicenza da OTB.

Eppure, questi soci dovrebbero far fronte anche loro alle perdite d’esercizio della società di Largo Paolo Rossi, che sicuramente ci sono state nelle ultime due stagioni penalizzate dal Covid. È possibile che siano in sintonia con padre e figlio Rosso in tutto e per tutto?

La frattura con i tifosi fa paura. Perché sembra una exit strategy dei Rosso per motivare la cessione del club a fine campionato. Ormai hanno capito da tempo di essere invisi a una delle tifoserie più miti e generose d’Italia, a cui certo nulla possono contestare. Se si pensa che il casus belli è stato la famigerata maglietta Icon… Con tutto quello che c’è in ballo, era solo un dettaglio. Valeva la pena di inasprire fino a questo punto il contrasto?

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Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.