Senzatetto a Vicenza, Welcome Refugees replica a Rucco: “meno gente in strada con politiche sociali, non con pattuglie anti-degrado”

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Welcome Refugees Vicenza
Welcome Refugees Vicenza

I volontari dell’associazione Welcome Refugees di Vicenza in un lungo post su Facebook hanno risposto oggi alle affermazioni rilasciate dal primo cittadino del capoluogo berico Francesco Rucco sul principale quotidiano locale dopo che recenti episodi come l’incendio sotto i portici di Monte Berico e i bivacchi sotto la basilica palladiana hanno riportato l’attenzione mediatica e politica sulla questione dei senza dimora. Questione che era stata trattata anche a livello nazionale quando il quotidiano online Fanpage pubblicò la notizia di coperte gettate e clochard bagnati, ricevendo come risposta, oltre alla smentita, la denuncia da parte di Aim e Comune, denuncia che riguarda anche la stessa associazione. Ebbene, ieri il sindaco ha attribuito alle polemiche il peggioramento della situazione dei senza dimora a Vicenza, in quanto gli operatori di Aim e della polizia locale sarebbero per così dire bloccati nei loro interventi a garanzia del pubblico decoro dal timore di scatenare ulteriori polveroni.

“Siamo molto dispiaciut* per ciò che è successo a Monte Berico nei giorni scorsi ma non avendo informazioni certe riguardanti l’origine del rogo non ci permettiamo di attribuire l’evento ad un responsabile specifico, cosa che invitiamo a fare a tutti, in mancanza di prove concrete – affermano i volontari dell’associazione -. Vorremmo sottolineare come, per l’ennesima volta, l’impianto securitario messo in campo, su cui vengono investite ingenti somme, sia risultato e risulti totalmente fallimentare nel prevenire questo genere di situazioni. Il nostro più grosso rammarico è che quanto successo sia diventato l’ennesimo pretesto per fare propaganda, invece che affrontare il problema umano e sociale che sta all’origine. Dalle ultime dichiarazioni del sindaco sembra che, oggi, mostrare solidarietà, empatia e difendere i diritti di chi vive ai margini sia valutato quasi alla stregua di un reato e che sia la causa del degrado della città di Vicenza”.

“Siamo content* di sentire che, grazie alle nostre segnalazioni, le persone comuni e gli operatori ecologici sono più sensibili nei confronti dei senza tetto. Questa tangibile presa di coscienza è un grande passo avanti per Vicenza che, finalmente, inizia a dimostrare il suo “DNA solidale”. Questi gesti solidali non devono essere condannati, bensí encomiati. Il motivo é presto detto: la pandemia ha portato ad un impoverimento generale di tutt*. Di conseguenza, a rinfoltire l’aumento delle persone in strada e in stato di marginalità potremmo contribuire anche noi. La risposta alla situazione che stiamo vivendo deve essere una risposta sociale, fatta di investimenti in progetti tipo Housing First, fatta di garanzie come l’accesso alla residenza ed a tutti quei diritti e servizi che soddisfino l’umana necessità di avere un tetto sopra la testa, e non l’istituzione di un’ulteriore pattuglia di vigilanza”.

“Manovre di questo tipo avrebbero un riscontro pratico e positivo nel migliorare anche la condizione dei cittadini che lamentano il cosiddetto “degrado”, e che invitiamo a riflettere sul fatto che siamo tutt* sulla stessa barca che sta inesorabilmente affondando – continua il post -. Avere una pattuglia in più in strada, non porterà le persone a sentirsi più sicure ed a vedere meno “degrado”. La condizione per arrivare ad avere meno persone in strada é garantire loro la possibilità di avere accesso ai servizi fondamentali. Viene da chiedersi, a questo punto, se, invece, per qualcuno non sia più conveniente che il degrado aumenti.
Di propaganda sulla pelle dei più deboli ne é stata fatta abbastanza. É ora che si inizi ad investire su politiche sociali di prevenzione vere, ed è ora che vengano dati i fondi ai servizi sociali – conclude l’associazione – che in questo momento stanno cercando finanziamenti esterni per tenere aperte le strutture di accoglienza”.