La Giunta regionale del Veneto, su proposta della Vicepresidente e Assessore alle Infrastrutture Elisa De Berti, di concerto con il collega all’Ambiente Gianpaolo Bottacin, ha approvato il riparto dei finanziamenti 2022-2024 per servizi di Sharing Mobility, fenomeno che predilige l’uso dei mezzi pubblici o “condivisi”, piuttosto che i veicoli di proprietà.
Il contributo complessivo deliberato è di 3.766.612,88 euro, di cui 1.234.063,44 per il 2022, 1.258.870,96 per il 2023 e 1.283.678,48 per il 2024. Si tratta di fondi nazionali, assegnati al Veneto il 28 dicembre 2022.
“Con questo stanziamento – fa notare De Berti – continuiamo nella nostra politica di sostegno a ogni iniziativa che comporti sicurezza ed ecosostenibilità alla mobilità delle persone. Guardando al futuro e favorendo quelle forme di mobilità che impattano meno sulle arterie stradali. Meno traffico vuol dire tempi più rapidi negli spostamenti, meno impatto sull’ambiente ed anche l’aumento della sicurezza globale delle strade”.
“E’ una misura di grande significato, prevista da nostro Piano Territoriale Regionale d’Area – ha detto da parte sua l’Assessore Bottacin – che contribuisce in maniera efficace a migliorare la qualità dell’aria”.
I progetti oggetto di finanziamento sono anche la promozione dei servizi a chiamata, grazie alla diffusione di piattaforme digitali per l’erogazione e l’ottimizzazione dei servizi stessi. Possono accedere al finanziamento i progetti di car sharing, carpooling, Demand Responsive Transit (c.d. trasporto a chiamata) e altri servizi complementari e incentivanti rispetto ai servizi di mobilità condivisa e innovativa.
“E’ un’occasione che non ci siamo lasciati sfuggire e che ci permetterà di sperimentare servizi innovativi a vantaggio dei cittadini e dell’ambiente – dice la De Berti – perché rispondiamo a esigenze di sostenibilità e vivibilità ancora più importanti in un territorio come quello veneto caratterizzato da un’urbanizzazione diffusa. Con questo bando verranno finanziati servizi di sharing mobility prevalentemente ad alimentazione elettrica o propulsione muscolare, complementari rispetto ai servizi di trasporto pubblico locale e regionale”.
“Promuovendo soluzioni di ‘trasporto a chiamata’ capaci di soddisfare la domanda di mobilità nelle aree a domanda debole – fa notare la De Berti – creiamo una risposta, che mi auguro sempre più forte e incisiva, ai vari problemi che interessando il trasporto pubblico locale, come il caro carburanti e la difficoltà di reperire autisti per i mezzi”.
La valutazione circa l’ammissibilità al contributo dei progetti presentati dagli Enti verrà svolta dalla Regione del Veneto, la quale provvederà entro il termine previsto ad inoltrare al Ministero delle infrastrutture e Trasporti l’elenco dei progetti ammessi a contributo e dei soggetti beneficiari, l’entità del contributo, la tipologia del servizio, la rispondenza del progetto ai criteri stabiliti decreto interministeriale. I progetti sperimentali dovranno terminare entro il 30 giugno 2025.