La Sicilia dello Zibibbo e del Marsala. “Wine Specialists Journal”: non solo passiti, ma anche grandi vini delicati e pregiati

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Sicilia, Agrigento, Valle dei Templi by night, ph. Simona Servillo
Sicilia, Agrigento, Valle dei Templi by night, ph. Simona Servillo

Di Erika Lumento e Michele Lucivero. Nonostante la Sicilia sia sempre stata conosciuta, sin dal 1700, grazie all’intraprendenza dell’inglese Woodhouse, per i particolari vini liquorosi e fortificati, come lo Zibibbo, il Marsala, il Passito di Pantelleria, in grado di competere con il Porto e lo Jerez, negli ultimi anni si è imposta sul mercato internazionale con prodotti enologici diversi, ma tutti ugualmente di grande qualità. Come tutte le regioni meridionali, in Sicilia l’origine della viticoltura si perde nella notte dei tempi, da quando i fenici vi misero piede, poi scalzati dai greci, dai romani e poi dagli arabi, ai quali non piacquero molto i frutti di Bacco. La ripresa della coltivazione della vite si ebbe con le dominazioni normanne e sveve, fino a quella aragonese, che traghettò la Sicilia nel mercato internazionale dei vini. Oggi nel territorio siciliano si conta una sola DOCG, il Cerasuolo di Vittoria, ma ben 23 DOC, alcune di grande pregio, in grado di competere anche con i più classici Supertuscan.

Taif, IGT Terre siciliane 2020, Cantine Fina, 13,5%

Taif, IGT Terre siciliane 2020, Cantine Fina
Taif, IGT Terre siciliane 2020, Cantine Fina

Dalla passione e dedizione del signor Bruno e dei suoi figli le Cantine Fina di Marsala (Trapani) riescono a lavorare vitigni autoctoni e internazionali per ottenere vini di “carattere”, così come si presenta questo Taif, un IGT Terre siciliane dal nome arabeggiante, ricavato da uve 100% Zibibbo, una varietà aromatica di Moscato d’Alessandria proveniente dall’Egitto e che in arabo significa proprio “uva passita” (zabib). Alla vista si presenta dorato senza riflesso, trasparente, brillante, mentre all’olfatto inebria profondamente il frutto della passione, la pesca, l’ananas, il mango, l’albicocca. Tra i sentori floreali ci sono il gelsomino, la ginestra e il profumo di fresie, ma anche un sentore vegetale di erba fresca tagliata. Nella gamma aromatica delle erbe si percepisce la salvia e successivamente il rosmarino, mentre nel minerale la pietra focaia con una leggera sensazione salmastra. Tra le spezie si sente leggermente il pepe e poi tostature di vaniglia leggera, mallo di noce verde, per poi lasciare emergere il balsamico di erbe officinali tra cui il balsamo di tigre e l’arnica. Infine, tra i profumi eterei percepiamo un leggero odore di acetone, mentre successivamente viene fuori un sentore burroso, che ci consente di apprezzare questo ampio bouquet olfattivo con una qualità assolutamente definita. Al primo sorso appare secco, l’alcool percepito è caldo, avvolgente nelle morbidezze e fresco nella sua acidità. Si presenta con una distinta eleganza, sapidità e persistenza, sicuramente in evoluzione per la sua acidità, che andrà a stemperarsi con il tempo, evidenziando ulteriormente le morbidezze. Non riusciamo a non immaginarlo in abbinamento ad un arancino al ragù oppure ad una bistecca di tonno, di pesce spada cucinato alla siciliana con capperi e aromi.

Rosa Nera, Nero d’Avola Rosato biologico 2019, Cantine Marabino, 11,5 %

Rosa Nera, Nero d’Avola Rosato biologico 2019
Rosa Nera, Nero d’Avola Rosato biologico 2019

Spostandoci sul versante sudorientale della Sicilia, nella zona della Val di Noto (Siracusa) scopriamo la Cantina Marabino di Pierpaolo Messina, che lavora l’uva di proprietà con i metodi dell’agricoltura biodinamica per permettere al pedoclima siciliano di restituire nel vino la bellezza e il calore della terra. Il Rosa Nera, è un Nero d’Avola ottenuto da vigneti a soli 30 metri di altezza al livello del mare, di colore quasi rosso, è, in fondo, un chiaretto con unghia aranciata, un vino brillante e trasparente. Al naso si presenta con un fruttato di arancia, in primis, e di ciliegia, dopo, per poi farsi apprezzare con il classico floreale siciliano di zagara. Tra gli odori vegetali percepiamo un profumo di pomodori secchi e di capperi, mentre tra le erbe aromatiche l’origano e il coriandolo e, infine, nel minerale arriva una sensazione di zolfo. Tra le spezie riconosciamo un sentore di pepato e di cardamomo, ma è curiosa, tra gli eterei, la percezione del profumo di una conchiglia, quasi ad essere trasportati su una spiaggia sabbiosa nell’afa canicolare della Riserva naturale di Vendicari. Al primo sorso appare secco negli zuccheri, rotondo e fresco nel gusto, abbastanza salato, ma si tratta di un vino equilibrato che lascia una buona chiusura di bocca con un leggero gusto di mandarino. È un vino che possiamo abbinare a pietanze morbide e tendenzialmente dolci, come una brioche catanese, ma anche con uno spaghetto o un risotto con i gamberi di Mazara del vallo.