Sicurezza reale e percepita a Vicenza: cittadini preoccupati a torto o a ragione?

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Il sindaco Possamai con il comandantedella Polizia locale Massimo Parolin
Il sindaco Possamai con il comandante della Polizia locale Massimo Parolin

(Articolo sul faccia a faccia virtuale tra il sindaco Possamai e Nicolò Naclerio,
delegato alla sicurezza nella precedente Amministrazione Rucco, pubblicato su Vicenza Più Viva n.2 ottobre-novembre sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

La sicurezza è compito essenziale delle Forze dell’ordine, coordinate operativamente dal Questore, ma c’è spesso confusione tra i vari soggetti che sono chiamati a contribuire alla tranquillità del cittadino. Quali sono ruoli e compiti della pubblica amministrazione?

Possamai
Siamo estremamente consapevoli che il tema della sicurezza in città sia una delle grandi priorità da affrontare, ed è per questa ragione che ho voluto conservare la delega. Ritengo sia giusto che i vicentini abbiano un sindaco che ha deciso di assumersi questa responsabilità in prima persona. Per quanto riguarda i ruoli è più che comprensibile che nell’opinione pubblica ci sia confusione: la legge sancisce che, in generale, il compito della Polizia locale consiste nel vigilare sulla esatta osservanza, da parte dei cittadini, delle leggi, dei regolamenti e delle altre disposizioni emanate da tutte le istituzioni, svolge un’attività
di controllo ai fini di prevenzione dei comportamenti illeciti, ha compiti di notificazione, informazione e raccolta dati e svolge servizi di Polizia stradale. Quindi il compito del sindaco è promuovere la reale cooperazione della Polizia locale con le forze dell’ordine statali, che invece hanno il compito specifico della gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico.

Il sindaco di Vicenza, Giacomo
Il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai

Naclerio
In Italia abbiamo le Forze di Polizia previste dall’art. 16 della L. 121/81 (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia penitenziaria) e la Polizia locale che concorre con loro al rispetto delle normative vigenti, per via delle qualifiche che la legge quadro sulla Polizia locale assegna agli agenti (qualifiche di Ausiliari di pubblica sicurezza e ufficiali e agenti di Polizia giudiziaria). Quest’ultima negli ultimi anni ricopre sempre di più un ruolo centrale (voluto anche dallo Stato in particolare nella prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti), nell’affiancamento delle forze di polizia, anche se con molti limiti che il governo centrale deve risolvere con una nuova riforma della Polizia locale – per esempio essa non ha accesso all’interrogazione del sistema informatico interforze per sapere se chi è stato fermato è un ricercato oppure se ha precedenti di polizia.

Nicolò Naclerio, consigliere comunale FdI, già delegato alla sicurezza nella giunta Rucco
Nicolò Naclerio, consigliere comunale FdI, già delegato alla sicurezza nella giunta Rucco

Può dare delle indicazioni su come distinguere la reale sicurezza dalla sua percezione a Vicenza? Sicurezza reale e percepita a Vicenza: cittadini preoccupati a torto o a ragione?

Possamai

Credo che su questo aspetto sia fondamentale il ruolo della comunicazione e dei mass media che, proprio per la loro capacità di diffondere notizie, hanno una responsabilità importante verso i cittadini. Detto ciò, è chiaro che il cittadino non si accontenta di statistiche per poter stare tranquillo, soprattutto se vive in un quartiere che si trova a fare i conti con spaccio e microcriminalità. È per questo che, oltre all’informazione, è fondamentale il presidio del territorio, per fornire la possibilità di segnalare tutte le situazioni sospette e avere un riscontro concreto e tempestivo. Sentirsi protetti dalle Istituzioni, specie nei momenti di difficoltà, è la cosa che più di tutte genera benessere e sicurezza sociale.

Naclerio
L’esempio della temperatura è davvero perfetto: molte volte conta di più quella percepita, che non è quella di chi viene condizionato dall’allarmismo dei media o della politica, ma è quella di chi vive nei quartieri. Mi spiego meglio: se abbiamo un numero di episodi criminosi sparsi in tutta la città i cittadini hanno una percezione della sicurezza. Se gli stessi episodi sono tutti concentrati in un quartiere gli abitanti di quel quartiere hanno una percezione completamente diversa.
Per la statistica abbiamo due situazioni
uguali. Purtroppo, non è così e dipende da tanti fattori: dal tipo di reati, dalla frequenza, dalla concentrazione geografica, da chi sono le vittime…

Dall’insediamento a Palazzo Trissino su cosa sta intervenendo questa Amministrazione rispetto alla precedente?

Possamai
Ci siamo fin da subito adoperati per riorganizzare l’intervento della Polizia locale per garantire un presidio di tutta la città, anche dei quartieri che denunciano una sostanziale
situazione di abbandono. Il vero salto di qualità sarà nei primi mesi del 2024, quando faremo finalmente nascere a Vicenza i vigili di quartiere. Necessariamente questo processo passa anche da un rafforzamento dell’organico. Assumeremo nuovi agenti e continueremo a destinare nuove risorse alle assunzioni. Per quanto riguarda il tema dei senza fissa dimora, stiamo già intervenendo con iniziative concrete per liberare spazi all’Albergo cittadino e fare in modo di convincere queste persone a scegliere di alloggiare nelle strutture comunali. Su Campo Marzo, come promesso in campagna elettorale, non abbiamo alcuna intenzione di smantellare investimenti fatti su cui peraltro continueremo a pagare, per alcuni anni, il costo del finanziamento.
Campo Marzo deve essere riempito con iniziative che lo rendano vivo e al tempo stesso presidiato non solo dalle forze di Polizia ma anche dalle persone, che torneranno ad impossessarsene.

Il sindaco Possamai in “ispezione”
Il sindaco Possamai in “ispezione”

Naclerio
Come ho fatto presente in occasione del discorso di insediamento di questa Amministrazione, siamo preoccupati che la nuova giunta vanifichi quanto di buono è stato fatto fatto dall’Amministrazione Rucco. La volontà di non proseguire una politica di contrasto allo spaccio di stupefacenti, tramite la polizia locale, per delegarla esclusivamente
alle altre forze dell’ordine, ci ha allarmato. Non è una questione di visione politica diversa. I problemi sono fattuali e le soluzioni sono poche. Oltretutto ci preoccupa un certo buonismo, che caratterizza tutte le amministrazioni di centrosinistra. Che si palesa soprattutto su questioni in cui sono coinvolti gli immigrati. Abbiamo preso atto che, il sindaco, dopo essersi reso conto che la realtà è molto diversa dalle favole che si raccontano a sinistra, sta facendo marcia indietro. Oggi sembra voler continuare con le politiche di contrasto alla droga, chiedendo addirittura l’aiuto dell’esercito per presidiare il territorio.
Una formula che può aiutare, l’abbiamo visto. Sebbene vada sottolineato che è un palliativo temporaneo che non cambia le cose, le nasconde. Noi continueremo a vigilare sull’operato della nuova Amministrazione cercando di preservare le conquiste ottenute in materia di sicurezza negli ultimi anni.

Nicolò Naclerio con il cane antidroga
Nicolò Naclerio con il cane antidroga

Al centro delle cronache ci sono spesso gli immigrati più o meno regolari e le vicende di cui sono protagonisti sia per fatti commessi sia anche solo per il vederli in città dedicarsi all’accattonaggio, più o meno insistente, oppure vivere per strada, magari accanto a monumenti. Dalla sua esperienza quanti di questi soggetti, percentualmente, delinquono per, diciamo, propensione e quanti perché, rimasti fuori dalla vita lavorativa e sociale per vari motivi, sono più facile preda di chi organizza e sfrutta la manovalanza per atti malavitosi?

Possamai
È ovviamente impossibile fornire una statistica precisa su questo tema. È chiaro che le persone che si ritrovano senza un lavoro e senza opportunità di formazione o crescita
personale sono naturalmente più inclini ad essere intercettate dalla criminalità organizzata e a dedicarsi ad attività criminali. Ed è altrettanto chiaro che in questo momento scontiamo, ad esempio, una gestione insensata sull’accoglienza dei richiedenti asilo: è evidente che aver cancellato i percorsi di insegnamento della lingua e di formazione professionale sta portando a creare le condizioni per avere tantissimi irregolari sul territorio.

Naclerio
È difficile fare una stima precisa. È innegabile che una parte di queste persone scappano da situazioni che li vedono già coinvolti in contesti criminali. Venire in Italia, per loro, è una forma di latitanza. Agevolata alcune volte da una legge che ha troppi buchi. Poi ci sono quelli che delinquono perché gli eventi li hanno portati a delinquere. Per troppo tempo si è pensato più all’immagine del Paese accogliente che alla sostanza, che racconta una storia diversa. Non si può accogliere senza assicurare loro una vita almeno dignitosa. Ciò che è successo, di conseguenza, è stato armare le varie criminalità di nuovi soldati, che per un pezzo di pane sono diventati dei fedeli servitori.

Oltre alle indispensabili azioni di polizia quali altri sarebbero, a monte, i rimedi per ridurre la delinquenza e, quindi, la sua percezione? Come può il cittadino riconoscere questi diversi soggetti, quelli malavitosi per scelta, se scelta può esistere a certi livelli, e gli altri indotti a delinquere, diciamo, per necessità e quindi da aiutare a uscire dalla situazione di disagio o degrado in cui vivono?

Possamai
Sono fortemente convinto che investendo le risorse nella cura dell’esistente e nel rispetto della civile convivenza si possono ottenere risultati lusinghieri rispetto ad azioni di forza. Potrebbe sembrare un pensiero utopistico, ma sono fortemente convinto che più rendi decorosa, pulita e viva la città, più si sottrae spazio a situazioni di insicurezza. Ovviamente servono i fatti e le ordinanze che ho firmato negli scorsi giorni per imporre ai proprietari di immobili di intervenire per pulire zone sporche e ricettacolo di sbandati vogliono essere un esempio di come non intendiamo tollerare incuria e disordine. Così come molto di più dobbiamo fare anche come Amministrazione nella cura degli spazi e dei luoghi pubblici. Al tempo stesso, per entrare nel tema più specifico dello spaccio di sostanze stupefacenti, se vogliamo arginare lo spaccio ritengo che sia fondamentale operare anche sul lato del consumo. Ciò è possibile solamente con l’ausilio di più operatori a presidio del nostro territorio, andando a sostenere quelle persone che sono vittime della tossicodipendenza.

Naclerio
La prevenzione come via maestra. Questo è ciò che posso dire dalla mia esperienza sul campo. Non esistono rimedi che possano eliminare il problema integralmente. La prevenzione può aiutare a renderlo meno pesante. Prevenire, e parlo esclusivamente per la Polizia locale, è usare al meglio un reparto come il Nos. Fare indagini a tutto tondo per riuscire a chiudere i rubinetti dello spaccio, che sono l’origine di tutti i fatti di cronaca. Direttamente o indirettamente. Non esiste un modo per distinguere chi delinque per abitudine e chi per necessità. Quando sono sulla strada, l’impatto è lo stesso. È compito della magistratura fare questo genere di distinzioni. Se si parla di accattonaggio, il discorso è diverso. Ma ci devono essere regole precise. Deve esserci una soluzione per il reintegro nella società per chi volontariamente chiede la carità. Bisogna anche sapere, però, che dietro l’accattonaggio ci sono organizzazioni che sfruttano delle persone disabili o con malformazioni. E questo è inaccettabile. Per questo le leggi devono essere rispettate fino in fondo. Tolgono spazio a chi fa del crimine una regola.

A fronte dei cittadini di Vicenza che vivono situazioni di disagio economico-lavorativo e di mancanza di un alloggio quali sono le azioni necessarie per trovare uno sbocco lavorativo e, talvolta, anche un alloggio fisso a chi, tra gli immigrati regolari e i vicentini impoveriti, non beneficia di questi due fattori che sono alla base della loro effettiva e positiva integrazione nel tessuto sociale cittadino?

Possamai
Il progressivo impoverimento della popolazione, che si registra ormai da anni a livello nazionale, sta colpendo anche la nostra regione, e questo lo constatiamo quotidianamente dal numero di richieste di intervento da parte dei servizi sociali e di primo supporto. Tra le
prime iniziative che abbiamo messo in campo ci sono quelle sull’emergenza abitativa: non solo la pubblicazione del nuovo bando di edilizia residenziale pubblica ma anche gli avvisi per la ricerca di appartamenti in affitto per il disagio abitativo.
Per dare un’idea di quando grave sia la situazione, sono 731 le famiglie che non hanno ottenuto l’abitazione attraverso il bando 2021 e sono attualmente in graduatoria, un numero veramente considerevole di concittadini. Il solo patrimonio immobiliare pubblico non basta ed è per questo che abbiamo deciso di pubblicare un avviso affinché sia il Comune ad affittare dai privati alcuni alloggi per poi destinarli a persone in difficoltà. Per noi, quello della casa, è un tema fondamentale, e siamo quindi molto preoccupati dalla notizia che il Governo abbia deciso di tagliare completamente il fondo per il sostegno agli affitti: una misura fondamentale per i circa 1.000 nuclei famigliari che ne beneficiavano in città. Ma non basta pensare a tamponare una situazione di disagio abitativo, abbiamo il
dovere di puntare sul lavoro e sulla necessità di fare in modo che la Città abbia la forza di rilanciarsi anche da questo punto di vista.

Naclerio
Per quanto riguarda il lavoro, nonostante le congiunture economiche, il Veneto e Vicenza si difendono ancora bene. Le agenzie per il lavoro funzionano e la richiesta di manodopera è ancora importante in generale. A livello di settori cambia, ovviamente. Nel commercio basta vedere i cartelli esposti, l’offerta di lavoro c’è. Il discorso affitti è diverso: subisce l’effetto di una bolla immobiliare destinata a scoppiare nei prossimi mesi. Urgono soluzioni da parte dell’Amministrazione per dare risposte immediate, tramite l’edilizia popolare. Calmierare gli affitti non sarà semplice ma è necessario. Per i flussi di migranti che continuano ad arrivare, ci sono due problemi: la mancanza di volontà di integrazione da parte loro e l’evidente mancanza di strutture per accoglierli, visto il numero sempre crescente di arrivi. Tosetto, l’assessore al sociale, sono quasi sei anni che si occupa di questi aspetti. Ci si aspettano soluzioni celeri e risolutive.

Poco si parla in città dei circa 15.000 cittadini statunitensi che, immigrati di tipo diverso, vivono a Vicenza, essendo dislocati nelle due basi militari della città, senza far parte sostanzialmente della comunità se non per atti criminosi o celebrazioni ufficiali di loro ricorrenze nazionali. Cosa andrebbe fatto per interrompere questa incomunicabilità di fatto che di certo non aiuta la crescita di Vicenza economicamente e culturalmente.

Possamai
Possiamo fare straordinari passi avanti in questo senso. Ci sono già momenti simbolici di grande valore, che vengono celebrati da diversi anni: penso alla pulizia dei portici di Monte Berico in occasione dell’8 settembre, realizzata grazie all’impegno dei militari americani, assieme agli Alpini e all’Ordine di Malta. Ma sono convinto che possiamo fare di più ed è per questo che ci siamo incontrati più volte con i responsabili delle basi americane per ragionare su iniziative culturali che possano coinvolgere la loro comunità ma anche di attività di cittadinanza attiva e di cura della città da portare avanti insieme.

Naclerio
Se c’è un problema di incomunicabilità fra Vicenza e gli americani (che comunque non mi sembra fra i problemi più gravi per la città) e non si è risolto fino ad ora, sarà difficile risolverlo in futuro. Tra l’altro non bisogna dimenticare che lavorano almeno 800 persone dentro le due basi. Il governo, come tutti i governi europei, sta aumentando le spese militari e il mio auspicio è che possa vedere la luce il famoso esercito Europeo. Solo così l’Europa finalmente riuscirà ad esprimere una politica estera comune, priva di condizionamenti esterni e volta agli interessi del continente e dei suoi paesi membri per riuscire, in futuro, a smarcarci dalla dipendenza, nel settore della difesa, dalla NATO e dagli Americani.

Nicolò Naclerio, consigliere comunale FdI
Nicolò Naclerio, consigliere comunale FdI

Qual è il suo messaggio finale ai cittadini per dare un senso vero all’accoglienza dei più deboli, immigrati e non?

Possamai
Noi vogliamo una città in cui nessuno resti indietro. Per questo stiamo lavorando così tanto
sull’emergenza abitativa per i nostri cittadini e per la stessa ragione è inaccettabile pensare di tornare all’accoglienza in maxi-hub o in grandi strutture in mezzo ai quartieri o nei piccoli centri della provincia. Noi abbiamo il dovere di aiutare chi è in difficoltà, dando gli strumenti per costruirsi un percorso di vita e di lavoro: penso quindi ai percorsi di formazione per tutti coloro che devono ricollocarsi e di insegnamento della lingua per chi arriva da Paesi stranieri. Il lavoro è dignità, come dice la nostra Costituzione.

Naclerio
L’unico messaggio possibile è che Vicenza è una città accogliente, da sempre. Ma accoglie a braccia aperte chi rispetta la legge e l’educazione. Chi rispetta il territorio in cui arriva, che rispetta i suoi monumenti, le sue tradizioni. Chi arriva a Vicenza deve amarla come fosse la sua terra. Allora, e solo allora, sarà amato e rispettato a sua volta. È una regola che dovrebbe valere per ogni città del mondo.