Stefano Gheller, confronto con il vescovo di Vicenza e una delegazione della Conferenza Episcopale Triveneta: “Vorrei incontrare il Papa”

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Stefano Gheller
Stefano Gheller a casa sua con il vescovo di Vicenza Giuliano Brugnotto e la delegazione della Conferenza Episcopale Triveneta

Questa mattina una delegazione di vescovi ha visitato nella sua casa di San Giuseppe di Cassola, nel Vicentino, Stefano Gheller. Ovvero l’uomo malato di distrofia muscolare che ha recentemente ottenuto dalla Asl veneta l’autorizzazione ad accedere al suicidio assistito (qui la storia).

All’incontro hanno partecipato il vescovo di Vicenza monsignor Giuliano Brugnotto e una rappresentanza della Conferenza Episcopale Triveneta (Cet) composta dal patricarca di Venezia e presidente della Cet, monsignor Francesco Moraglia, il vescovo di Trieste, monsignor Enrico Trevisi, delegato per la Cet della Pastorale della salute, e infine il vescovo emerito di Vicenza, monsignor Beniamino Pizziol, che più volte ha incontrato Gheller.

“È stato un incontro significativo e importante per rispondere ad una richiesta che Stefano Gheller aveva espresso ai vescovi del Triveneto in seguito alla pubblicazione della nota ‘Suicidio assistito o malati assistiti?’, – ha commentato il vescovo di Vicenza -.

È una persona che, pur nella condizione di gravissima malattia, desidera la vita. Per questo è ancora più importante continuare sulla linea che già il vescovo Beniamino aveva iniziato, cioè trovando spazi e tempi per stargli accanto come Chiesa. La vicinanza, soprattutto a chi è nella sofferenza, può essere espressa in tanti modi, ma quand’è possibile, una visita o una telefonata sono preferibili.

Stefano ci ha manifestato il desiderio di incontrare il Papa per consegnargli una lettera”, ha concluso monsignor Brugnotto augurandosi che sia possibile realizzare anche questa aspirazione.

La delegazione ha ricordato che “lo scorso 13 ottobre, il cinquantenne vicentino affetto da distrofia muscolare è stato autorizzato dall’ULSS 7 Pedemontana al suicidio assistito. Gheller, che è in carrozzina da quando aveva 15 anni e attaccato al respiratore meccanico ormai da un decennio, ha già visto l’evoluzione della sua stessa malattia in alcuni familiari.

Per questo da anni si batte per poter essere autorizzato a decidere liberamente quando porre fine alla propria sofferenza“.

I vescovi hanno ascoltato la sua storia personale per poi sviluppare un dialogo molto cordiale che si è protratto per un’ora, confrontandosi.

Stefano Ghelle ha affidato il suo pensiero al profilo Facebook: “Sono felice di questo incontro durato più di un’ora, dove monsignor Enrico Trevisi ha letto per me una parte del discorso tenuto in Regione, e anche la lettera che ho scritto a Papa Francesco.

Abbiamo parlato molto – ha scritto ancora Gheller -, ho ascoltato la loro posizione e i loro timori, e io ho ribadito il mio pensiero e la mia posizione. Monsigonr Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia, mi ha donato un’icona della Madonna più antica di Venezia, benedetta da lui e dagli altri presenti e abbiamo pregato assieme l’Ave Maria.

Ringrazio Don Beniamino Pizziol che mi ha donato un Angelo, e per la busta da parte di tutti”, ha concluso Stefano Gheller.