Tav a Vicenza, i boschi vanno a palazzo Trissino: manifestazione in difesa di Ca’ Alte e Lanerossi

494
La testa del corteo a difesa dei boschi Ca' Alte e Lanerossi
La testa del corteo a difesa dei boschi Ca' Alte e Lanerossi

Circa 200 persone martedì sera sono scese in corteo, partenza alle 21 da piazza Castello, per attraversare la città e cercare di attirare l’attenzione del giovane sindaco Possamai, che sulla questione Tav e bosco Lanerossi ha già detto la sua (vedi Bosco e Liquidambar, l’albero monumentale: il sindaco Giacomo Possamai “positivo” sul futuro dell’area espropriata a Vicenza). Centri sociali e associazioni ambientaliste di Vicenza hanno  protestato contro gli abbattimenti delle aree verdi per far posto al progetto Tav, treno ad alta velocità, che però da molti viene considerato obsoleto tecnologicamente e altamente compromettente dal punto di vista ambientale e della salute dei cittadini.

Uno dei cartelli dei partecipanti al corteo, ricoperti di ramaglie del bosco Lanerossi
Uno dei cartelli dei partecipanti al corteo, ricoperti di ramaglie del bosco Lanerossi

I due boschi in questione, come ampiamente spiegato nel numero 9 di VicenzaPiù Viva da questa settimana in edicola, con presentazione giovedì 4 luglio al bistrot del Tennis di contrà della Piarda, sono quello cosiddetto di Ca’ Alte e del giardino della fabbrica abbandonata della Pettinatura Lanerossi. In questo secondo caso un albero potrebbe rappresentare la salvezza del bosco. Si tratta del Liquidambar, piantato nel 1924 nel giardino dal proprietario della fabbrica, e cresciuto in una maniera unica grazie all’insolita interazione con altre specie di piante.

Un momento della manifestazione
Un momento della manifestazione

La sua altezza, la sua larghezza e la sua età lo rendono classificabile come monumentale e quindi non abbattibile. Il problema è: ha senso salvare un solo albero per poi costruirgli attorno un cantiere di cemento? Il compromesso di Iricav 2 e del Comune, che non soddisfa i manifestanti, è salvare un pezzetto di bosco attorno all’albero monumentale e, tra una decina d’anni, ripiantare al posto del cantiere delle nuove piante. Ovviamente in tutto ciò si perderebbe l’unicità di un bosco con 80 specie e con una biodiversità ormai consolidata e si creerebbe un parco comunale, magari ad uso e consumo degli abitanti della nuova zona residenziale che sorgerà sulle ceneri dell’ex Pettinatura.

Un momento della manifestazione pro bosco Lanerossi
Un momento della manifestazione pro bosco Lanerossi

Giovani e anziani hanno sfilato assieme per ribadire la pericolosità di venti cantieri in città, e in particolare dell’eliminazione dei due polmoni verdi dei Ferrovieri, indispensabili secondo i manifestanti, e anche secondo gli esperti consultati, a ridurre le temperature, rendere più respirabile un’aria ammorbata dalle più alte concentrazioni di Pm10 in Europa e anche a limitare le alluvioni conseguenti alle grandi piogge.

manifestanti appongono ramaglie ai cancelli di palazzo Trissino
manifestanti appongono ramaglie ai cancelli di palazzo Trissino

Le persone che hanno partecipato alla manifestazione hanno indossato delle ramaglie raccolte nel bosco Lanerossi e le hanno poi apposte ai cancelli di palazzo Trissino, assieme alle 25 mila firme raccolte con la petizione a difesa dei boschi. Alcuni partecipanti hanno contribuito alla serata, chi con una poesia, chi facendo notare che la questione non è pro o contro le grandi opere, ma pro o contro la salute dei cittadini e dei bambini, chi sottolineando con delusione e senso di ingiustizia la mancata partecipazione di membri della giunta comunale alla manifestazione per interagire con loro. La richiesta è molto semplice: fermare il progetto Tav. Ma ci si accontenterebbe di modificarlo e di far passare questo benedetto (o maledetto) treno della discordia da un’altra parte, salvando i boschi.