Terremoto Turchia e Siria, pronto a partire personale sanitario dal Veneto

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terremoto turchia siria febbraio 2023 copia

Un bilancio drammatico: secondo alcune stime provvisorie a causa del terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la notte scorsa il sud della Turchia e il nord della Siria, sarebbero morte nei due Paesi circa 1.800 persone. Nella sola Turchia sarebbero almeno 1.014 le vittime, mentre in Siria 783. Il governo turco fa sapere in una nota che “finora è giunta la segnalazione di un totale di 2.824 edifici crollati”.

La notizia che in queste ore ha scosso il mondo intero è ovviamente arrivata anche in Veneto, con i vertici regionali che si sono adoperati immediatamente per fare il possibile.

Personale sanitario specializzato in maxi emergenze del SUEM della Regione Veneto, medici e infermieri – fa sapere in una nota alla stampa il presidente della Regione, Luca Zaia -, è pronto a partire verso le zone colpite dal terremoto.

Si tratta di operatori formati per operare con il team USAR dei Vigili del Fuoco, i tecnici del Corpo addestrati per la ricerca e il recupero delle persone sepolte dalle macerie, con il compito di fornire l’assistenza sanitaria alle vittime. La prima squadra è al momento in stand by, pronta a muovere verso le zone colpite, secondo le indicazioni della Protezione Civile nazionale”. 

Poco dopo il verificarsi del terremoto in Turchia e Siria, il governatore aveva rilasciato delle dichiarazioni: “Esprimo il dolore e la vicinanza di tutto il Veneto alle popolazioni turche e
siriane colpite dal devastante terremoto della notte. – aveva detto -. Se richiesto, siamo pronti ad attivare la nostra Protezione civile regionale per portare aiuto, in coordinamento
con quelle che saranno le indicazioni del Dipartimento Nazionale”.

Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha fatto sapere in mattinata che non risultano connazionali tra le vittime o tra le persone disperse.

“Nella zona dove c’è stato il sisma più forte, ci sono 21 italiani: li abbiamo raggiunti e ci risulta che stiano tutti quanti bene – ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani -. Nella zona più ampia ci sono 168 italiani: dagli incroci che abbiamo fatto, ci risulta che siano tutti in salvo”.