Senza copyrighter di una volta, Mellana a Tajani: “Pena di morte in Iran solo sproporzionata?”. E al Vaticano: “Verità Orlandi, quando?

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Iran in ritardo per la destituzione del regime, Vaticano per il caso Orlandi, di Almor e Mellana
Iran in ritardo per la destituzione del regime, Vaticano per il caso Orlandi, di Almor e Mellana

Il 30 aprile 1977, in Argentina, sedici madri e nonne marciarono in Plaza de Mayo di fronte alla Casa Rosada, il palazzo presidenziale argentino. Un fazzoletto bianco in testa (il pañuelo) per simbolo e un’unica richiesta: conoscere il destino di figlie e figli, mariti e nipoti scomparsi (desaparecidos). Queste donne ogni giovedì, sempre più numerose, scesero in piazza contro la dittatura militare.
Oggi in Iran, sempre le donne, migliaia di donne, marciano e protestano togliendosi il velo, che la sanguinaria dittatura teocratica gli impone, gridando lo slogan: Donne, Vita Libertá.
Si dovettero purtroppo aspettare ancora sei anni per vedere crollare la dittatura in Argentina.
Solo il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dimostrato di non essere un coniglio e ha espresso de visu all’ambasciatore iraniano condanna e personale indignazione per le repressioni e le esecuzioni. Sembra il solo, da quelle parti, che non abbia voglia di aspettare ancora sei anni prima che crolli il regime degli ayatollah.
Mi si dice che anche il Ministro degli esteri Tajani sia andato giù pesante. Pesante perché ha dichiarato sulla pena di morte comminata in Iran:” “È inflitta in modo sproporzionato ed è inaccettabile, soprattutto quando lo si fa in nome di Dio. Soltanto Dio toglie la vita, nessuno può farlo in suo nome”.
A parte il fatto che sia solo Dio a togliere la vita puzza di altra teocrazia ma longius abeamus.
Una pena di morte inflitta in modo sproporzionato (!) presuppone che ne esista una inflitta in modo proporzionato e che sia inaccettabile soprattutto (!) se inflitta in nome di Dio vuol dire che se inflitta in nome del mio barbiere va bene?
Tajani, cambia copywriter. 

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Fonte: Non ci sono piú i copyrighter di una volta, Mellana a Tajani: “La pena di morte in Iran solo sproporzionata?” , L’altra Vicenza

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Claudio Mellana
Claudio Mellana (Torino, 30 settembre 1948) è un umorista italiano. Ha cominciato pubblicando su riviste underground o politiche alla fine degli anni sessanta. Nel 1970 ha fondato con Dario Mairano la rivista underground Pelo e Contropelo, attiva sino agli anni ottanta. Nel 1975 viene realizzata a Torino la prima mostra di satira politica, chiamata anch'essa Pelo e Contropelo. La sua prima importante collaborazione è del 1972 con Ca Balà, la rivista madre della moderna satira politica italiana, e poi si estende a svariati periodici e giornali: ABC, IO, Nuovasocietà, Pianeta, Radiocorriere, Il Collezionista. Suoi disegni compaiono su l'Unità, La Stampa, Stampa Sera, Paese Sera. Si dedica, a partire dagli anni '70, quasi esclusivamente alla satira politica e realizza centinaia di vignette, e manifesti, per i giornali sindacali della CGIL. Partecipa a numerose mostre collettive, in Italia e all'estero, ricevendo anche riconoscimenti e premi, e ha esposto in mostre personali a Carpi e Torino. Con Dino Aloi ha curato, per Feltrinelli, nel 1991 il libro Un Lavoro Da Ridere: Antologia Della Satira Del Movimento Operaio Dall'Ottocento a Oggi , nel quale vengono raccolte le vignette a carattere sindacale comparse nei periodici italiani dalla metà dell'800. Ancora con Dino Aloi, dal 1994, cura il Premio intitolato a Giorgio Cavallo per la satira e l'umorismo, per conto della città di Moncalieri. Nel 2007 collabora alla realizzazione della mostra "Ludere et ledere" (Umorismo grafico e satira politica) tenutasi a Bergamo. Nel 2008 alla mostra "Il sorriso graffiato" ( Fascismo e antifascismo nel disegno satirico dalla grande guerra alla Costituzione) tenutasi al Castello di Ussel a Chatillon in Valle d'Aosta. Nel 2010 alla mostra "Dalla Storia alla Satira" (Cronache ed eventi in caricatura da Cavour ad Andreotti) tenutasi all'Archivio di Stato di Torino. Nel 2010, insieme a Dino Aloi, pubblica "Umoristi in Piemonte" (Dizionario di autori e riviste per sorridere e graffiare dal 1848 ad oggi). Nel 2011 collabora alla realizzazione della mostra "La donna immaginata. L'immagine della donna" tenutasi a Torino. Nel 2013, sempre con Dino Aloi, realizza la mostra "Casimiro Teja. Sulla vetta dell'umorismo" e il relativo catalogo contiene la più dettagliata biografia del grande caricaturista torinese realizzata sino ad oggi. Espone frequentemente in mostre collettive. Nel 2019 pubblica con le Edizioni Neos il libro "Lo Sputasentenze" una raccolta di 583 aforismi e pensieri vari ed espone 50 vignette senza parole in una mostra personale allo Spazio Mouv' di Torino. Collabora attualmente con pubblicazioni su Internet come "Buduar", "Nuovasocietà", " ViPiu.it", "CiaLiguria", Iltorinese, Torinofan e "Tellusfolio". Ha pubblicato, ad oggi, oltre 3000 vignette