
La Guardia di Finanza di Treviso ha concluso accertamenti su una complessa ipotesi di appalto illecito e l’impiego di lavoro nero nel settore agricolo, in particolare in occasione della vendemmia del Prosecco DOCG.
L’operazione, svolta dai finanzieri della Compagnia di Conegliano, ha portato alla denuncia alla Procura della Repubblica di Treviso di due soggetti: il titolare di una ditta individuale di Zenson di Piave e il legale rappresentante della società agricola proprietaria di un fondo a Valdobbiadene.
L’attenzione si è concentrata su un contratto d’appalto stipulato tra una ditta individuale gestita da un cittadino di origini pakistane e la società agricola proprietaria del terreno destinato alla produzione di Prosecco DOCG. Durante l’accesso, i finanzieri avevano censito venti lavoratori intenti alla raccolta, diciotto dei quali formalmente dipendenti della ditta pakistana.
Le indagini hanno svelato che i reali rapporti tra il fornitore di manodopera e il legale rappresentante della società agricola differivano da quelli indicati nel contratto. L’elemento chiave mancante, che contraddistingue l’appalto illecito (previsto dal Decreto Biagi, D.Lgs. n. 276/2003), è risultato essere l’autonomia organizzativa dell’appaltatore pakistano, il quale di fatto non esercitava alcun potere direttivo sui suoi “dipendenti”. Questi ultimi, inoltre, utilizzavano dispositivi e attrezzature fornite dalla stessa società agricola. Per questa ipotesi di reato, entrambi gli imprenditori sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria.
Gli accertamenti delle fiamme gialle trevigiane hanno fatto emergere anche altre irregolarità lavoristiche: l’impiego di un lavoratore completamente “a nero” e la presenza di un altro lavoratore, di origini bengalesi, risultato sprovvisto di idoneo titolo di soggiorno sul territorio dello Stato. Per quest’ultima circostanza, il titolare della ditta individuale e lo stesso lavoratore privo di documenti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Treviso.
Questi riscontri si aggiungono ai risultati delle attività ispettive condotte nelle scorse settimane durante la vendemmia del 2025, che avevano già evidenziato l’impiego irregolare di 14 braccianti, di cui tredici completamente “in nero”, in diverse ditte e società agricole della Marca trevigiana.



































