Un prestito obbligazionario per sostenere le aziende agricole, NaturaSì: sottoscritto oltre 1 milione di euro. Il racconto della Green Vegetable di Mogliano Veneto

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Il sistema agricolo alimentare è in sofferenza e molti agricoltori stanno abbandonando le terre, altri a causa dei prezzi troppo bassi dei prodotti agricoli hanno  difficoltà economiche e di accesso al credito. A questa situazione di sofferenza che dura da anni, si aggiunge lo sconvolgimento del clima che per l’agricoltura è un tema vitale.

Se vogliamo salvare e curare il Pianeta è ormai necessaria un’inversione di tendenza. Ed è urgente. Essa produrrà dei benefici globali a lungo termine, che non sono legati solo a quello che mangiamo. Ognuno è responsabile di questo processo. Perché allora non pensare ad un progetto che responsabilizzi tutti verso il rispetto della Terra e dell’ecosistema? E che lo faccia concretamente? È quello che ha fatto NaturaSì.

La più grande realtà biologica italiana infatti ha messo in campo un prestito obbligazionario, remunerato in cibo, che ha già raccolto oltre un milione di euro e che ad oggi ha coinvolto oltre 100 obbligazionisti. A dimostrazione che la volontà da parte delle persone non manca e che molti vogliono e chiedono un cambiamento.

“Dietro ad ogni alimento c’è un sistema distributivo, di trasformazione e agricolo che accusa – soprattutto sui campi – il mancato riconoscimento di un giusto prezzo agli agricoltori, in ginocchio a causa degli effetti della crisi del clima, e la perdita di fertilità dei suoli, legata ad un uso sempre più massivo di fertilizzanti chimici. Per questo motivo abbiamo pensato a questa iniziativa: con l’obiettivo che il denaro si trasformi in cibo e soprattutto in progetti di sviluppo dell’agricoltura bio, tra i principali alleati della tutela dell’ambiente”, spiega Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì.

L’esperienza della Green Vegetable di Mogliano Veneto (TV)

Gestita da quattro giovani. Filippo, Fabio, Svetlana ed Elena con i 50 mila euro ricevuti dal prestito obbligazionario di NaturaSì – hanno avviato un piano di sviluppo quinquennale. Lo scopo? Dotare l’impresa agricola biologica di nuove funzioni per essere sempre più capace di offrire un prodotto sano ai consumatori, nel pieno rispetto dell’ambiente. Tra queste, una serra di 3.000 mq che consentirà loro di produrre ortaggi tutto l’anno, valorizzando una risorsa già presente in azienda: l’acqua. “Disponiamo di pozzi la cui acqua viene prelevata a una profondità di 300 metri, e a una temperatura costante di circa 16 gradi, che servirà a riscaldare la serra in inverno, durante le ore notturne”, racconta Filippo Polesel della Green Vegetable.

Finocchi, lattuga, bieta, radicchio potranno così sopravvivere a piogge intense e siccità in un ambiente protetto rispetto al campo aperto. “Siamo grati ai consumatori che hanno sottoscritto il prestito obbligazionario di NaturaSì. È proprio questo che ci spinge ogni giorno di più ad aumentare la qualità dei nostri prodotti”, aggiunge Polesel.

Nel concreto, chi sottoscrive il prestito lo fa a un tasso del 4% netto e ottiene gli interessi sottoforma di gift card per l’acquisto di cibo nei negozi NaturaSì. In questo modo, si sceglie di sostenere percorsi virtuosi che rispettano tutto l’ecosistema che ruota attorno alla produzione di cibo, dalle aziende agricole, per migliorarne le strutture e le attrezzature, o permettere l’acquisto di sementi, alle imprese di trasformazione per fare gli investimenti necessari. Una parte del prestito, inoltre, verrà destinata alla ricerca e alla formazione dei giovani che saranno i prossimi agricoltori biologici e biodinamici.

“Il nostro intento è proprio quello di creare la consapevolezza che la natura e il cibo hanno bisogno di tempo e di investimenti che devono essere fatti anni prima per avere poi i giusti frutti e che il lavoro agricolo coinvolge una comunità, non solo i produttori ma anche i consumatori. Siamo tutti responsabili della salute della Terra e ognuno di noi può fare la sua parte”. conclude il presidente di NaturaSì che, con questa scelta, rafforza ancora di più la sua mission: essere parte di un cambiamento culturale per cui dobbiamo renderci conto che viviamo di pane, non di denaro e siamo tutti anelli dello stesso delicato equilibrio ambientale.